Una bella storia di buona sanità ci arriva da Torino, dove grazie a un eccezionale intervento sono stati dati occhi nuovi a due giovani – fratello e sorella – nati senza iride per una rarissima malattia genetica che stava compromettendo la loro vista.
Dopo il doppio intervento, entrambi hanno riportato un “significativo miglioramento della visione”. E – secondo i medici – hanno una concreta possibilità di preservare la vista.
Aniridia congenita
I due giovani, lui di 17 anni e lei di 24, erano affetti da una rarissima malattia genetica ereditaria: l’Aniridia congenita. La patologia è caratterizzata dallo sviluppo incompleto (ipoplasia) o dalla totale assenza dell’iride (la parte pigmentata dell’occhio) in associazione ad altre anomalie oculari. Secondo le stime ha un’incidenza di un caso ogni 40.000-100.000 casi.
La condizione, presente anche nella madre e in altri familiari, comportava per i due ragazzi l’assenza totale dell’iride associata a gravi alterazioni oculari, tra le quali la cataratta e un glaucoma progressivo, che metteva seriamente a rischio la loro vista.
L’intervento su 4 occhi
Così il professor Michele Reibaldi, direttore dell’Oculistica universitaria della Città della Salute e della Scienza di Torin) ha deciso di operare entrambi nello stesso giorno, intervenendo su entrambi gli occhi.
Come spiegano dalla struttura, si è trattato di un triplice intervento rivoluzionario che ha permesso di trattare tre diverse patologie associate. Il glaucoma, che nonostante la terapia medica continuava a progredire minacciando gravemente la perdite del campo visivo, è stato contrastato con l’impianto di un innovativo dispositivo mininvasivo che permette la riduzione della pressione oculare e l’arresto della perdita della capacità visiva. La cataratta è stata rimossa con l’impianto di un cristallino artificiale. Infine gli oculisti hanno inserito un’iride arificiale di ultima generazione.
Occhi nuovi, anche nel colore
Una curiosità: i due giovani hanno potuto scegliere il colore dei propri occhi. Lui ha optato per una tonalità sul verde, mentre lei ha preferito un marrone scuro.
Si è trattato di “un intervento all’avanguardia che ancora una volta dimostra l’eccellenza delle professionalità e delle tecnologie della Città della Salute e della Scienza. Per questo sostengo che la nostra Azienda è un Dea di terzo livello e che può competere con le migliori realtà sanitarie europee”, ha commentato il neo commissario Thomas Schael.