La salute delle donne è un universo specifico, ma ancora oggi la medicina di genere spesso è più una buona intenzione che una realtà. Dalla sofferenza del corpo a quella della psiche, in occasione dell’8 marzo gli specialisti segnalano ritardi e omissioni.
Eppure, ad esempio, le donne presentano un’incidenza più elevata di disturbi depressivi, ansia, disordini alimentari e stress tra i 10 e i 54 anni.
La salute mentale
Tuttavia, in 10 anni di ricerche, solo il 19% degli studi è stato progettato per individuare differenze di genere e appena il 5% ha considerato il sesso come variabile principale di analisi. Ad accendere i riflettori sulla persistente sottovalutazione delle differenze biologiche e sociali tra uomini e donne nella ricerca sono gli esperti della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (SINPF) e di Fondazione Onda ETS (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere).
Disuguaglianze di genere “che sono evidenti sia a livello globale che in Italia, con le donne che ne pagano il prezzo più alto – avvertono i co-presidenti della Sinpf, Matteo Balestrieri e Claudio Mencacci – Non solo perché la popolazione femminile è più vulnerabile rispetto ad alcune problematiche neuropsichiatriche, ma anche perché la scarsa conoscenza delle differenze di genere si traduce in una pesante disparità sia nella fase diagnostica che in quella terapeutica”.
Il dolore invisibile
Si manifesta con un dolore persistente e debilitante che impatta profondamente sulla qualità della vita, interferendo con l’attività lavorativa e le relazioni sociali. È la fibromialgia, che colpisce circa il 5% della popolazione, in nove casi su dieci donne.
“Il dolore cronico che caratterizza la fibromialgia compromette ogni aspetto della vita quotidiana – spiega Flaminia Coluzzi, associata di Anestesiologia e Terapia del Dolore presso l’Università Sapienza di Roma – Non è chiaro se la prevalenza nelle donne sia dovuta a una sottodiagnosi negli uomini, poiché per anni è stata considerata una patologia esclusivamente femminile. Ciò che è certo è che chi ne soffre vive con una costante e invalidante percezione del dolore”.
Anche la diagnosi è complessa. “Purtroppo non esistono test diagnostici ematici o radiologici che confermino la patologia. Questo è spesso frustrante per i pazienti, perché l’assenza di dati oggettivi porta all’erronea identificazione della fibromialgia come un disturbo puramente psicologico. È invece noto che si manifesta con sintomi fisici, spesso invalidanti, accompagnati da depressione, disturbi del sonno, affaticamento e difficoltà cognitive” sottolinea Coluzzi.
Dal punto di vista terapeutico, esistono strategie per modulare il processo neuroinfiammatorio e controllare il dolore cronico. “In Italia, abbiamo grande esperienza con l’uso della palmitoiletanolamide ultra-micronizzata. Questa molecola è supportata da studi preclinici e clinici su diverse forme di dolore cronico. In particolare, è stata studiata in combinazione con farmaci standard, dimostrando un vantaggio clinico sia nella riduzione del dolore che nel miglioramento degli score clinici utilizzati per la fibromialgia. Naturalmente l’esercizio fisico e il supporto psicologico restano elementi fondamentali nella gestione di questa complessa sindrome” conclude Coluzzi.
La salute fisica
Dal cuore alle ossa, sono tanti gli aspetti della salute della donna da non sottovalutare. Ecco 5 consigli per il benessere femminile, a cura del Centro di riferimento per la medicina di genere dell’Istituto Superiore di Sanità.
1. Malattie cardiovascolari, evitare il fumo e la pigrizia
Le malattie cardiovascolari, considerate un problema maschile, sono la principale causa di morte delle donne. I fattori di rischio evitabili sono in primo luogo due: fumo di sigaretta e inattività fisica. Il maggior incremento del rischio si verifica nelle donne che hanno fumato tra i 18 e i 49 anni.
Sul versante dell’attività fisica, invece, il Centro di riferimento per la medicina di genere sottolinea che un esercizio costante aiuta a ridurre la pressione arteriosa, a garantire il mantenimento o il ripristino del peso forma, a migliorare la gestione della glicemia e ad aumentare le concentrazioni nel sangue di colesterolo Hdl (“buono”), riducendo quello Ldl (“cattivo”). Nonostante questi benefici per lo più noti, la sedentarietà rimane un’abitudine diffusa sulla quale intervenire.
2. Osteoporosi, come contrastarla
L’osteoporosi è una condizione che colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini, soprattutto dopo la menopausa. Per contrastarla privilegiare:
– Un’alimentazione ricca di calcio e vitamina D (latte, yogurt, formaggi magri, verdure a foglia verde, pesci come salmone, sgombro e sardine, frutta secca e Integrazione di vitamina D, se necessario, per favorire l’assorbimento del calcio).
– Attività fisica regolare.
– Controlli medici regolari: Densitometria ossea (MOC) per monitorare la salute delle ossa, specialmente dopo i 50 anni e esami del sangue per controllare i livelli di calcio, vitamina D e funzione tiroidea.
– Stile di vita sano, limitando il consumo di alcol e di caffeina, in quanto possono interferire con l’assorbimento del calcio, ed evitando il fumo perché la nicotina accelera la perdita ossea.
3. Attenzione alla plastica monouso e alla composizione dei cosmetici
Le sostanze chimiche nocive possono essere presenti in prodotti di uso quotidiano, in cosmetici, prodotti per la pulizia, particolari alimenti o in ambienti di lavoro causano un’esposizione specifica. Alcuni studi dell’Iss hanno dimostrato che le donne che vivono in aree urbane hanno livelli più elevati di plasticizzanti rispetto a coloro che vivono in aree rurali e che tale esposizione è un fattore di rischio per l’infertilità nelle donne ma non negli uomini.
Per limitare l’esposizione alle sostanze tossiche, occorre fare attenzione all’uso di plastica monouso, alla composizione dei cosmetici, alla dieta (limitando i cibi grassi dove alcune sostanze tossiche tendono ad accumularsi). Di questi accorgimenti occorre tenere conto in particolare durante la gravidanza, per limitare l’esposizione del feto agli effetti nocivi.
L’attività fisica facilita l’eliminazione delle sostanze tossiche.
4. Stress da caregiver
Le donne caregiver in Italia sono circa l’80% del totale. L’impegno di cura per un familiare non autosufficiente spesso si aggiunge al lavoro retribuito e alle responsabilità legate al resto della famiglia. Così non stupisce che le donne che si prendono cura di un familiare riferiscono livelli maggiori di stress rispetto agli uomini, sintomi più gravi di depressione e un numero maggiore di disturbi di salute fisica.
Cosa fare? Promuovere una cultura della condivisione delle responsabilità di cura all’interno della famiglia e della società.
5. Peso in eccesso, il grasso si distribuisce in maniera diversa nelle donne
In Italia il sovrappeso e l’obesità sono più frequenti negli uomini (52%) rispetto alle donne (34,2%) (dati sorveglianza Passi 2022-2023), anche se le donne tendono ad avere più grasso corporeo rispetto agli uomini a parità di indice di massa corporea, con una diversa distribuzione del tessuto adiposo.
Non solo: tendono a depositare grasso nella parte inferiore del corpo mentre gli uomini nella parte superiore. Gli esperti suggeriscono di seguire una dieta equilibrata, un’alimentazione ricca di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, riducendo i consumi di alimenti ad alta densità energetica e basso valore nutrizionale e, ancora una volta, di fare attività fisica con regolarità e tenendo conto delle proprie condizioni di salute.
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