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Effetto dazi su Wall Street: il Dow giù di oltre 600 punti

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Velasco25 Articolo

I titoli statunitensi sono crollati ieri, lunedì 3 marzo, dopo che il presidente Donald Trump ha confermato che i dazi su Messico e Canada sarebbero entrati in vigore oggi. E ha annunciato ulteriori tariffe per il mese prossimo. Questo avviene mentre gli indicatori economici si sono deteriorati nelle ultime settimane, sollevando il timore che il Pil passi dall’espansione alla contrazione.

I mercati azionari statunitensi hanno subito un brusco calo ieri, dopo che Trump ha deluso le speranze di un nuovo rinvio dell’imposizione di dazi su Canada e Messico. Il Dow Jones Industrial Average è crollato di 650 punti, pari all’1,5%. L’S&P 500 è sceso dell’1,8% e il Nasdaq ha perso il 2,6%. Il rendimento del Tesoro a 10 anni è sceso di 6,6 punti base al 4,16%, mentre gli investitori si sono rifugiati sui bond Usa.

A partire dalla mezzanotte del 4 marzo, gli Stati Uniti hanno imposto dazi del 25% su Messico e Canada, mentre le importazioni canadesi di energia saranno soggette a una tariffa del 10%. Il mese scorso, Trump aveva sospeso i dazi per 30 giorni, dopo aver ricevuto assicurazioni dell’ultimo minuto da entrambi i Paesi sul fatto che avrebbero rafforzato la sicurezza delle frontiere. I mercati erano alla ricerca di segnali di un’ulteriore proroga, ma lunedì Trump ha dichiarato che “non c’è più spazio per il Messico o per il Canada”. Entrambi gli Stati, che sono i principali partner commerciali americani, hanno già avvertito che imporranno dazi di ritorsione.

Trump ha anche detto che le cosiddette tariffe reciproche entreranno in vigore il 2 aprile. Il mese scorso ha firmato un memorandum che porta gli Stati Uniti a un passo dall’imporre dazi pari a quelle che gli altri Paesi del mondo applicano alle merci statunitensi. Nel frattempo, ha anche imposto alla Cina un dazio del 10% che presto raddoppierà e ha minacciato di imporre tariffe all’Unione Europea, su acciaio, alluminio, auto, chip e prodotti farmaceutici.

L’annuncio di lunedì dell’aggressivo programma tariffario di Trump arriva dopo il deterioramento di una serie di indicatori economici nelle ultime settimane, in parte proprio a causa delle preoccupazioni per l’aumento dei dazi e per i maggiori costi che ne deriveranno. Lunedì scorso, l’indicatore economico della Fed di Atlanta ha continuato a peggiorare e ora indica che il Pil del primo trimestre è destinato a ridursi del 2,8%, dopo la contrazione dell’1,5% di venerdì e la crescita del 2,3% del 19 febbraio.

Sebbene gli economisti non ritengano che sia in arrivo una recessione, il rapporto mensile sui posti di lavoro del Dipartimento del Lavoro di venerdì prossimo sarà sottoposto a un’analisi approfondita per individuare eventuali segnali di un calo dell’occupazione, soprattutto dal momento che il Dipartimento per l’efficienza governativa (Doge) di Elon Musk sta riducendo la forza lavoro federale.

Questa storia è stata pubblicata originariamente su Fortune.com

Foto SPENCER PLATT – GETTY IMAGES

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