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Zeman al Gemelli per sospetta ischemia, di che si tratta

Zeman
Adyen Articolo
Velasco25

È stabile e prosegue le terapie l’ex allenatore Zdenek Zeman, 77 anni, da ieri ricoverato nella Stroke Unit del Policlinico Gemelli di Roma per una sospetta ischemia cerebrale.

Per lui, che secondo quanto riferisce Adnkronos Salute è vigile e collaborativo, oggi sono in programma ulteriori accertamenti. Ma che cos’è un’ischemia cerebrale?

I sintomi spia

L’ischemia, ricordano dall’Istituto superiore di sanità (Iss) si verifica quando viene a mancare il necessario apporto di sangue (e conseguentemente di ossigeno) in organi o tessuti, come il cervello, il cuore, i polmoni, i reni, l’intestino e il midollo osseo.

I sintomi possono essere diversi, a seconda dell’area interessata e dalla gravità del danno: difficoltà nel parlare, perdita di conoscenza e di coordinazione nei movimenti
vertigini e capogiri, problemi alla vista, come visione doppia o cecità in un occhio,
perdita di conoscenza, senso di debolezza in un braccio, in una gamba oppure ad una metà del corpo.

Ma cosa succede? “Le arterie del cervello diventato più ‘rigide’, sulle pareti si depostano sali, colesterolo e calcio a cui si aggregano piastrine ed altri elementi  al punto che si formano delle vere e proprie placche, che producono una stenosi del tubo arrivando sino al punto di occluderlo – ha spiegato il neurologo Paolo Maria Rossini, responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’Irccs San Raffaele Roma, parlando con Adnkronos Salute – Se accade nel cervello i neuroni nella zona nutrita dall’arteria occlusa vanno in sofferenza, se il sangue torna in pochi minuti o al massimo qualche ora, i neuroni possono recuperare e parliamo di un attacco ischemico transitorio”.

I precedenti di Zeman

Come ricorda l’Ansa, i problemi di salute del tecnico originario di Praga, forte fumatore, sono cominciati con il primo ricovero del 12 dicembre 2023, quando fu colpito da un’ischemia transitoria poi superata. Un anno fa c’è stato un altro ricovero, a Pescara, per 4 bypass coronarici. Poi lo scorso ottobre Zdenek Zeman era stato colpito da un ictus con emiparesi del braccio destro.

Ebbene, dopo la prima ischemia “il rischio di un’altra è elevato – ha detto il neurologo – ma si abbassa con il tempo tornando ai livelli pre-ischemia dopo circa 5 anni, ammesso e non concesso che tutti i fattori di rischio che hanno indotto la medesima siano stati posto sotto controllo”.

Nel caso di Zeman “parliamo di un fumatore che non sappiamo se ha sospeso le sigarette o non ha controllato altri fattori di rischio. Tra questi, infatti – ha puntualizzato ancora Rossini – non c’è solo il fumo, anche la pressione alta non controllata, la fibrillazione del cuore, i grassi elevati nel sangue, un diabete fuori controllo sono fattori di rischio che se non monitorati e controllati aumentano la possibilità che alla prima ischemia ne segua una seconda”.

Gli esami

Zeman in queste ore verrà sottoposto ad alcuni esami. Nei casi come il suo, ha raccontato lo specialista, “si fa una valutazione con la Tac o la risonanza magnetica per vedere se e dove si trovano le lesioni. Ma se la mancanza di sangue perdura e un certo gruppo di neuroni muore definitivamente, si forma una cicatrice nel cervello che rimarrà per tutta la vita”.

Come si interviene?

La buona notizia è che “abbiamo a disposizione metodiche di intervento acuto, che però sono efficaci soltanto se il paziente arriva in breve tempo in una ‘Stroke Unit’ attrezzata – ha puntualizzato Rossini – Si procede con una sostanza in endovena che ‘scioglie’ il singolo embolo o trombo, il sangue torna a circolare e si recupera dai sintomi”.

Se la trombolisi non funziona “si procede con la rimozione meccanica, passando da un’arteria del braccio o della gamba con un catetere sottilissimo e raggiungendo la sede del trombo. Poi si rimuove o si frantuma l’ostacolo in modo meccanico. Questa procedura si può fare entro le 6 ore. Se tutto funziona bene, dopo 4-5 giorni si inizia la riabilitazione nei centri specializzati”, ha concluso lo specialista.

Zeman fatica a parlare

Nel frattempo filtrano aggiornamenti sulle condizioni dell’allenatore. “Ho visto Zeman – ha detto all’Adnkronos Salute Alessandro Olivi, direttore dell’Unità operativa complessa di Neurochirurgia e direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Gemelli – fatica a parlare, ma comprende la situazione. Annuisce, collabora con i sanitari. Non direi che è particolarmente affranto, o comunque non lo dà a vedere, ma si rende conto benissimo della sua condizione e del perché si trova in ospedale”.

Quali sono le prospettive per il paziente? “Non sappiamo se tornerà a parlare, ce lo dirà il tempo: dipende quanto è stato in sofferenza il tessuto cerebrale. Al momento ha difficoltà nel linguaggio e nei movimenti dal lato destro del corpo. E’ vigile, collabora con i medici ai quali risponde con cenni del capo, annuendo. Capisce tutto. Ora dovrà fare altri test”, ha concluso lo specialista.

*Articolo aggiornato

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