Nonostante un calo dell’utile netto rettificato del 37% a 5,26 mld di euro, per Claudio Descalzi nel 2024 Eni ha registrato “eccellenti progressi operativi e strategici”. Molti di questi sono legati alla transizione, ed è significativo, in un periodo in cui giganti come Bp tagliano sulle rinnovabili. Non c’è solo l’energia verde, però: aumenta anche la produzione di petrolio e gas. I risultati approvati dal Consiglio di Amministrazione, riunitosi ieri sotto la presidenza di Giuseppe Zafarana, anticipano la presentazione dell’aggiornamento del piano, che conferma il modello ‘satellitare’ scelto da Descalzi per dare valore anche alla transizione energetica. Un modello che vale 21 miliardi di euro.
Secondo l’AD “nel 2024, crescita e creazione di valore hanno raggiunto un livello di eccellenza, supportati dalla nostra struttura finanziaria e dalla disciplina nei costi. La nostra posizione di leadership nell’industria è frutto della competitività del portafoglio di attività e del coerente disegno gestionale e finanziario del modello satellitare, che ha concretizzato oltre 21 mld di euro di valore d’impresa nel corso dell’anno”.
Il piano di Eni al 2028 prevede investimenti, al netto delle operazioni di portafoglio, pari a 7 miliardi di euro all’anno nel corso del Piano, in linea con lo scorso anno. Per il 2025 si prevedono investimenti organici inferiori a 9 miliardi di euro, e tra 6,5 e 7 miliardi di euro al netto del portafoglio.
Il calo degli utili
Tra gli altri dati relativi all’utile:
- l’utile operativo proforma adjusted nel 2024 è sceso del 20% a 14,3 mld rispetto ai 17,8 mld dell’anno precedente.
- Nel quarto trimestre 2024 il Gruppo ha conseguito l’utile operativo proforma adjusted di 2,6 miliardi di euro, con una riduzione del 28% rispetto a 3,7 miliardi di euro del periodo di confronto.
- Nel 2024 l’utile ante imposte adjusted è di 11.132 milioni di euro in calo del 26% e nel quarto trimestre 2024 è di 1.932 mln di euro, in riduzione di 1.257 mln di euro (-39%) rispetto al trimestre di confronto.
Il titolo del Gruppo ha reagito negativamente, con un calo in apertura a Piazza Affari.
Plenitude ed Enilive, i risultati dei ‘satelliti’ per la transizione
L’amministratore delegato di Eni sottolinea i risultati dei satelliti Plenitude ed Enilive, quelli dedicati a rinnovabili e mobilità.
“Hanno entrambe conseguito gli obiettivi annuali in termini di Ebitda, nonostante il contesto di mercato sfidante, evidenziando il valore del nostro approccio focalizzato sul lungo termine”, dice Descalzi, che anche in questo caso sottolinea i risultati operativi: “Sono stati eccellenti, come evidenziano la crescita della capacità installata di rinnovabili e delle lavorazioni”.
Un nuovo satellite per Eni
Nel 2024 la capacità installata da fonti rinnovabili è in aumento del 37% a 4,1 GW, mentre le lavorazioni bio sono in crescita del 29% ed è stato avviato in Sicilia il primo impianto per la produzione di bio-jet. Sempre grazie al modello satellitare di Descalzi, procedono anche i progetti per la cattura di carbonio (Ccs, carbon capture and storage) in Italia e nel Regno Unito, ponendo le basi per la creazione di un nuovo satellite legato alla transizione, facendo leva sulle nostre competenze distintive e sul posizionamento dei nostri asset”. Si prefigura quindi l’aggiunta di un nuovo satellite nella costellazione di Eni.
Petrolio e gas, aumenta la produzione
I risultati operativi eccellenti sottolineati da Descalzi riguardano anche il business tradizionale, e non solo le energie pulite.
“Continuiamo a estrarre valore dal nostro portafoglio di risorse, con E&P che ha conseguito un incremento del 3% nella produzione di gas e petrolio guidato dagli avvii di progetti organici e dall’integrazione di Neptune. Ne abbiamo accresciuto il valore attraverso la creazione di un nuovo satellite geograficamente focalizzato in combinazione con Ithaca Energy nel Mare del Nord, portando nel contempo avanti la dismissione di attività mature e non strategiche”, dice Descalzi.
“La nostra esplorazione ha proseguito nel proprio percorso di risultati di assoluto rilievo, con 1,2 mld di boe di nuove risorse – aggiunge – che costituiscono la base per lo sviluppo futuro e aprono opportunità di monetizzazione anticipata delle scoperte, in linea con il nostro dual model. Questi eccellenti progressi strategici e operativi hanno consentito di realizzare 14,3 mld di euro di utile operativo proforma adjusted e 13,6 mld di euro di flusso di cassa adjusted, entrambi ben superiori alle nostre previsioni”.
Quanto al “business della chimica, impattato dalle debolezze strutturali dell’industria europea, ha avviato un processo di ristrutturazione e di trasformazione che farà leva sulle nostre competenze tecnologiche nel costruire business caratterizzati da vantaggi competitivi nella transizione energetica e nell’economia circolare” ha detto Descalzi.
Eni, dividendi e buyback
“Dopo aver finanziato 8,8 mld di euro di investimenti organici, livello minore rispetto alle stime iniziali, la gestione ha reso disponibile un avanzo pari a circa 5 mld di euro, in grado di coprire la remunerazione degli azionisti, che comprende un dividendo incrementato rispetto al 2023 e un ritmo accelerato nel programma di riacquisto di azioni proprie quasi raddoppiato a 2 mld di euro” commenta l’ad Descalzi. “Inoltre, le nostre operazioni di portafoglio – prosegue – hanno consentito di traguardare un minimo storico nel rapporto d’indebitamento attestatosi su base proforma al 15%, che ci assicura la flessibilità finanziaria per continuare a investire nel business e a remunerare i nostri azionisti attraverso i cicli dell’industria”.
“Per il 2025 proporremo un dividendo di 1,05 euro per azione, in aumento del 5%, e un riacquisto di azioni proprie inizialmente fissato a 1,5 miliardi di euro con un upside fino a 3,5 miliardi di euro”, ha spiegato Descalzi presentando i dettagli del piano strategico 2025-28.
“Il dividendo sarà integrato – ha spiegato poi il ceo – da un piano di riacquisto di azioni proprie che porta il payout complessivo compreso tra 35% e 40% del Cffo, aumentato rispetto al range precedente pari al 30-35%, a testimonianza dei progressi strategici, operativi e finanziari compiuti. Inoltre, in caso di upside nella generazione di cassa, fino al 60% della cassa addizionale generata verrà distribuita a favore degli azionisti”.
Eni, gli investimenti sui satelliti
Gli investimenti strategici del 2024 di Kkr in Enilive con l’acquisizione del 25% e di Eip in Plenitude, con l’incremento della partecipazione al 10%, per un ammontare complessivo di 3,1 mld di euro, confermano l’appetibilità del modello satellitare di Eni con la costituzione di entità focalizzate sulla transizione in grado di attrarre capitali specializzati per finanziare lo loro crescita indipendente, al contempo esplicitando valore per Eni. Nel febbraio 2025, in linea con l’accordo della prima operazione, è stato concordato con Kkr l’aumento della propria partecipazione in Enilive del 5% fino a raggiungere complessivamente il 30%, rafforzando ulteriormente l’opportunità di investimento per i nostri satelliti legati alla transizione. In linea con i precedenti successi di Vår Energi e di Azule Energy, è stato costituito un nuovo satellite nell’upstream attraverso la combinazione del portafoglio di attività a olio e a gas di Eni e di Ithaca Energy nel Regno Unito, al fine di massimizzare le opzioni di crescita e i ritorni. Lo comunica la società in merito ai risultati del quarto trimestre e dell’esercizio 2024.