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Influenza in Italia: il lento calo e gli altri virus

influenza in Italia
Adyen Articolo
Velasco25

L‘influenza in Italia continua, lentamente, a diminuire: dal 10 al 16 febbraio sono stati 895mila gli italiani messi a letto da febbre, dolori alle ossa, mal di gola, tosse e altri malanni, facendo salire il totale a 11,6 milioni di casi dall’inizio della sorveglianza. A segnalarlo è l’ultimo bollettino RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità.

Intanto negli studi dei medici di famiglia aumentano le visite per tonsilliti, qualche rinite allergica e soprattutto tanti mal di pancia, con “forme gastroenteriche di lunga durata che, in realtà, hanno caratterizzato l’intera stagione”, come segnala Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) parlando con Adnkronos Salute. Ma lasciamo per un attimo i ‘virus cugini’ e torniamo all’influenza.

Influenza in calo anche nei bambini

“La stagione ha preso la piega della riduzione, anche se i bambini piccoli sono ancora quelli che contano il maggior numero di casi”, dice a Fortune Italia il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva all’Università degli Studi di Milano.

L’incidenza in Italia è pari a 14 casi per mille, contro i 15,2 della rilevazione precedente. Ma soprattutto si riduce in tutte le fasce di età e soprattutto nei bambini sotto i 5 anni, dove però siamo ancora a 34,7 casi per mille assistiti (erano 39,1 nella settimana precedente). “I virus in circolazione sono quelli che conosciamo, stiamo vedendo anche virus B dell’influenza e H1N1. Dovremo aspettare un po’ per registrare una riduzione anche delle complicanze come le polmoniti, quest’anno molto frequenti, perchè si manifestano a una distanza di 15 giorni dall’esordio”, aggiunge Pregliasco.

“Il picco dell’influenza è alle spalle, la curva è in discesa. Lo vediamo negli ambulatori”, conferma Antonio D’Avino, presidente nazionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). “I casi che riscontriamo più frequentemente noi pediatri – puntualizza lo specialista parlando con l’agenzia di stampa – sono relativi a virus influenzali e simil-influenzali, che causano febbre, tosse, raffreddore e rinite e provocano comunque nei bambini e nei lattanti uno stress respiratorio. Ma nulla a che fare con il virus respiratorio sinciziale”. Insomma, la sensazione è che per quest’anno il peggio sia passato.

Le regioni più colpite

Abruzzo, Sardegna, Puglia ma anche Friuli Venezia Giulia e Campania sono le aree più colpite.

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