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Sesso, virus e farmaci: che succede alle difese immunitarie

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Adyen Articolo
Velasco25

Siamo ancora in mezzo al guado: il superamento del picco in Italia non segna affatto la fine della stagione per influenzavirus cugini, mentre in molti si trovano a fare i conti con polmoniti e bronchiti, lascito delle sovrainfezioni che hanno trovato le difese immunitarie indebolite. Se questo è il momento di non fare errori con paracetamolo, antinfiammatori e antibiotici, si cercano alleati per rinforzare le difese dell’organismo contro i malanni di stagione. Ebbene, un po’ a sorpresa scopriamo che anche il sesso può contribuire al nostro benessere. Curiosi?

Influenza, ci siamo: il picco è passato, ma è tempo di polmoniti

Ad analizzare le ricerche su sesso e difese immunitarie sono i medici anti-bufale di Dottoremaeveroche.it, il portale contro le fake news della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici). Uno studio realizzato qualche anno fa dagli studiosi della Wilkes University in Pennsylvania ha messo in luce un legame tra la frequenza dell’attività sessuale (una o due volte a settimana) e un forte sistema immunitario. “Sembra che le persone più attive sessualmente avessero livelli più elevati (il 30% in più) di immunoglobulina A (IgA), ovvero degli anticorpi che rappresentano la prima linea di difesa, presenti nella saliva o più in generale nelle secrezioni esterne, nelle mucose dei bronchi, in quelle dell’intestino e nel latte materno”, spiegano i dottori anti-bufale.

Il fatto è che “i globuli bianchi possono essere abbastanza sedentari, per questo bisogna movimentarli aumentando il flusso sanguigno attraverso l’esercizio fisico”, afferma Arne Akbar, presidente della British Society for Immunology e professore allo University College di Londra. Quindi anche facendo sesso. Non a caso, lo studio della Wilkes University mostrava che le persone che avevano un’attività sessuale più intensa – oltre le tre volte a settimana – avevano anche livelli più elevati di immunoglobulina rispetto a chi si asteneva.

Sesso e sistema immunitario

Gli stessi ricercatori non hanno ancora le idee chiare. Per Clifford Lowell, immunologo dell’università della California,  “le persone sessualmente attive possono essere esposte a molti più agenti infettivi rispetto alle persone sessualmente non attive” e pertanto possono sviluppare difese immunitarie più forti. “Dobbiamo sempre tenere in mente una cosa importante quando leggiamo o ascoltiamo notizie che derivano da ricerche di questo tipo: una associazione (in questo caso tra frequenza dell’attività sessuale e salute immunitaria) non prova necessariamente un rapporto di causa ed effetto”, avvertono i ricercatori. Nel caso specifico, a una migliore salute (“immunitaria” ma non solo) potrebbe corrispondere una maggiore attività sessuale, e non viceversa.

Febbre, istruzioni per l’uso

Se però il sesso non è stato uno ‘scudo sufficiente’ e siete fra i numerosi italiani che stanno facendo i conti con uno dei tanti virus in circolazione, ricordate che la febbre è una reazione dell’organismo contro i patogeni, “quindi, se è ben sopportata, non richiede obbligatoriamente l’assunzione di farmaci”, dicono gli esperti della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg).

Il fatto è che “gli antinfiammatori contrastano le difese naturali dell’organismo prodotte nei confronti dei patogeni”, ricorda Alessandro Rossi, presidente Simg. Insomma, al contrario del sesso, questi farmaci “interrompono la risposta dell’organismo”.

Farmaci e cautele

Con “diversi rischi: prolungamento della malattia; aumento del rischio di complicanze come polmoniti; disturbi gastrointestinali; nei soggetti anziani, ripercussioni sulla funzionalità renale e sull’apparato cardiocircolatorio, provocando rialzi della pressione. I farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans) possono essere utilizzati (ma non nei primi giorni) per alleviare i sintomi qualora questi siano sostenuti da una chiara natura infiammatoria, ma devono essere usati con cautela, soprattutto in pazienti con problemi gastrointestinali o cardiovascolari”, aggiunge Rossi.

In ogni caso, “è sempre consigliabile consultare il medico prima del loro uso. Il paracetamolo è il farmaco di maggiore affidabilità per ridurre la febbre e alleviare dolori associati alle sindromi virali come mal di testa o dolori muscolari: non interviene sul meccanismo di infiammazione, ma agisce solamente con scopo analgesico, ha un effetto peculiare sulla febbre ed è un farmaco sicuro, tanto che si raccomanda sia agli anziani che ai bambini, fino anche alle donne gravide”, continua.

Quanto agli antibiotici, “non devono assolutamente essere presi in considerazione in caso di infezione virale. Devono essere assunti solo in caso di infezione batterica, previa prescrizione medica e per la durata indicata”, conclude Rossi.

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