Qual è la dieta ideale per la salute del cuore? Le malattie cardiache sono la principale causa di morte per uomini e donne negli Stati Uniti, secondo i Centers for Disease Control and Prevention, con una vittima ogni 33 secondi. Mentre alcune caratteristiche, come la storia familiare o il sesso, possono aumentare il rischio di malattie cardiache, molti fattori possono essere controllati attraverso cambiamenti nello stile di vita. Mangiare sano è una delle migliori forme di medicina preventiva, soprattutto per malattie come quelle cardiovascolari.
Ad aprile 2023 l’American Heart Association (AHA) ha pubblicato la sua classifica delle diete più diffuse in base alle linee guida dell’associazione per la salute del cuore. E, più di recente, US News & World Report ha classificato le migliori diete salutari per il cuore per il 2025. Ecco dunque le migliori diete per la salute del cuore secondo AHA e U.S. News & World Report.
1. Mediterranea
La dieta mediterranea si concentra sui modelli alimentari generali piuttosto che su cibi specifici. Prevede:
Molte verdure, frutta, legumi (fagioli e lenticchie) e noci.
Cereali integrali come riso, bulgur e pane integrale.
Olio extravergine di oliva come fonte principale di grassi sani.
Pesce ricco di acidi grassi omega-3.
Quantità moderata di formaggio e yogurt naturali.
Poca o nessuna carne rossa, dolci, bevande zuccherate o burro.
Questa dieta, che US News & World Report ha classificato come la migliore in assoluto nel 2025, è stata collegata a tassi più bassi di malattie cardiache, ictus e malattie cardiovascolari, secondo l’AHA.
2. Dash
La dieta Dash (Dietary Approaches to Stop Hypertension) è simile alla dieta mediterranea e si concentra sull’inserimento o la limitazione dei seguenti alimenti, secondo il National Heart, Lung, and Blood Institute:
Verdure, frutta e cereali integrali.
Latticini senza grassi o a basso contenuto di grassi.
Pesce, pollame, fagioli, noci e oli vegetali.
Limitare i cibi ricchi di grassi saturi, come carni grasse, latticini interi e oli tropicali come cocco, palmisti e olio di palma.
Limitare le bevande zuccherate e i dolci.
L’US News & World Report ha nominato la Dash migliore dieta per la salute del cuore e la sua seconda migliore dieta in assoluto del 2025. Uno studio della rivista Nutrients ha scoperto che la Dash ha contribuito a ridurre l’incidenza di malattie cardiovascolari, coronaropatie, ictus, diabete, pressione sanguigna, glicemia e ha contribuito a ridurre il peso corporeo.
3. Pescetariana
Le diete peseatariane sono delle buone opzioni per le persone che vogliono passare a un’alimentazione più a base vegetale, ma non sono ancora pronte a diventare vegane o vegetariane. È abbastanza semplice, secondo Harvard Health: in genere si segue una dieta vegetariana, uova e latticini inclusi, con l’aggiunta di pesce e frutti di mare, e niente carne o pollame.
La mancanza di carne rossa e lavorata rappresenta uno dei principali benefici di questa dieta. Il dottor Frank Hu, professore di nutrizione ed epidemiologia presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health, elogia la dieta pescetariana per l’enfasi sulle proteine dei frutti di mare, ottime fonti di vitamina D, vitamina B12, ferro, selenio e zinco, e possono essere più difficili da ottenere con una dieta vegetariana o vegana. Utili anche gli acidi grassi omega-3, che sono noti per supportare la salute del cervello e del cuore e si trovano nei pesci grassi come salmone, sgombro, aringa e sardine.
4. Vegetariana
Una dieta vegetariana esclude in genere carne, pollame e pesce, ma incorpora comunque uova e latticini. Per garantire che questo modo di mangiare sia il più sano possibile per il cuore, bisogna concentrarsi sulle qualità fondamentali che rendono sane tutte e quattro queste diete: limitare i grassi saturi e gli zuccheri aggiunti, mangiando una varietà di vegetali, proteine vegetali e grassi insaturi sani.
L’AHA sottolinea che sia la dieta pescatariana che quella vegetariana non sono sane se sono composte principalmente da pesce fritto o cibi vegetali ultra-processati, come cereali raffinati, dolci, oli tropicali.
L’articolo originale è pubblicato su Fortune.com
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