Due le opzioni: consegnare il cellulare alla reception, oppure accettare che sulla fotocamera venga incollato un cerotto che rende impossibile scattare fotografie. Benvenuti in casa Lamborghini, dove ad accoglierti, tanto per fugare ogni dubbio, c’è un Toro a grandezza naturale che sembra voler prendere a cornate il mondo.
Ma perché siamo qui, nel cuore della cosiddetta Motor Valley, nonché tempio della velocità? Per varie ragioni. Prima fra tutte vedere da vicino la Temerario, l’ultimo dei tre gioielli della gamma Lamborghini dopo il Suv Urus e la supercar Revuelto, una belva da 920 Cv considerata la entry level del marchio (si è vero, fa sorridere in questo caso l’espressione entry level).
La seconda ragione è vedere, anzi ammirare come viene costruita da zero una Lamborghini: dal telaio nudo e crudo, fino alla macchina nella sua completezza, e questo spiega il cerotto sul telefonino. Il terzo motivo della nostra visita è infine capire come vanno le cose ad Automobili Lamborghini.
Il rendimento del 2024
È presto detto: i primi nove mesi del 2024 si sono chiusi con il miglior risultato di sempre in termini di consegne, fatturato e risultato operativo. Sono state consegnate 8.411 vetture (+8,6% rispetto allo stesso periodo del 2023), le quali hanno generato un fatturato di 2.434 milioni di euro, il 20,1% in più rispetto allo scorso anno, e un risultato operativo di 678 milioni di euro, anche in questo caso con un incremento del 9,8% rispetto al 2023.
“I risultati estremamente positivi che stiamo registrando sono il frutto di un periodo senza precedenti per Automobili Lamborghini, caratterizzato dall’introduzione di tre nuove vetture in soli 18 mesi, culminato con la completa ibridizzazione della nostra gamma, grazie proprio alla presentazione della nuova Temerario”, spiega il Chairman e Ceo Stephan Winkelman. “Questo momento rappresenta una tappa fondamentale per l’azienda, perché evidenzia l’importanza e l’impatto delle trasformazioni che stiamo vivendo”.
Non solo. Con un portafoglio ordini solido e in continua espansione, la casa di Sant’Agata Bolognese conferma una domanda elevata per tutti i suoi modelli: per la Revuelto, la top di gamma, i tempi di attesa superano i due anni, mentre per Urus SE, lanciata lo scorso aprile, gli ordini hanno coperto già tutto il 2025. Per quanto riguarda invece l’ultima arrivata, la Temerario, la raccolta ordini è iniziata ufficialmente a settembre e sembra che il riscontro sia molto positivo, anche se i numeri li avremo a marzo prossimo.
L’ultima arrivata: la Temerario
La Temerario, dunque. Vista da vicino è ancora più bella che in foto e ricalca quello che da un bel po’ di anni è diventato lo stile Lamborghini, anche se con le dovute novità di design. Ed è proprio questo forse uno dei fattori vincenti del marchio: una ‘Lambo’ la riconosci al primo sguardo rispetto a tutte le altre supercar, Ferrari compresa.
Il cofano corto e la coda allungata a dismisura per rimandare l’immaginazione a un jet supersonico, il motore posteriore centrale che si intravede guardando l’auto dall’alto, e nel caso della Temerario, le gomme posteriori a vista in stile MotoGp e gli scarichi centrali tipo Formula Uno.
Il pezzo forte come sempre è il motore, basato su un V8 biturbo da 4,0 litri e combinato con tre motori elettrici, per una potenza ibrida totale di 920 Cv e una coppia di 800 Nm.
Fra l’altro la Temerario è la prima Lamborghini di serie a raggiungere i 10mila giri/min, con una progressione lineare altamente reattiva e piena di coppia attraverso i suoi otto rapporti, con una potenza massima del motore termico di 800 Cv raggiunta tra i 9mila e i 9.750 giri/min.
Le prestazioni parlano di 2,7 secondi per polverizzare lo scatto da 0 a 100 e di 343 orari come velocità massima. Insomma, una Lamborghini in piena regola, compreso il prezzo di 313mila euro.
Sicuramente tanti, tantissimi per un comune mortale (se è per questo la Revuelto ne costa più di 500mila), ma basta sbirciare all’interno dello stabilimento dove tutti e tre i modelli della gamma vengono costruiti per rendersi conto della artigianalità maniacale, unita alle più sofisticate tecnologie digitali, che si cela dietro a ciascuna vettura.
Come nasce una Lamborghini
Ogni giorno l’impianto di Sant’Agata Bolognese, l’unico esistente, sforna 9 auto in tutto. La linea di produzione è organizzata in varie postazioni, su ciascuna delle quali si dedicano non meno di quattro operai specializzati.
Si parte sistemando minuziosamente l’impianto elettrico sul telaio, per passare all’assemblaggio delle varie componenti che via via formeranno la vettura, fino alla messa a terra dell’auto completa di ruote e motore.
Nel reparto a fianco vengono invece realizzati gli interni a seconda delle richieste del cliente: la pelle viene inserita in una macchina industriale per verificare anche le più piccole imperfezioni, e soltanto in seguito operaie specializzate la applicheranno rigorosamente a mano sulla plancia anteriore, sui fianchi interni degli sportelli e su tutto il resto dell’abitacolo.
Alla fine di questo lungo processo si passa ai test in pista, dove piloti esperti spingono ai limiti dell’impossibile l’auto appena uscita dalla linea di produzione.
Tutto deve essere perfetto, impeccabile. Solo in questo caso la vettura verrà spedita da Sant’Agata Bolognese al cliente, che probabilmente, visto l’appeal che Lamborghini esercita sul mercato americano e Apac, oltre che Emea, si troverà dall’altra parte del pianeta.