PGIM_970x250_HEADER

Perché le bollette continuano ad aumentare? C’entrano le tasse

bollette
PGIM_970x250_ARTICOLO
Velasco25 Articolo

Il prezzo del gas è salito ancora, ha ormai raggiunto i livelli massimi degli ultimi 15 mesi. Sulla piattaforma Ttf di Amsterdam (la borsa europea del gas che definisce il prezzo della materia prima, senza tasse, oneri e spese di trasporto e gestione) il metano viaggia ad oltre 56 euro al megawattora. Spinto dal clima più freddo che ha aumentato la domanda, dal calo nella produzione di energia eolica in Germania e dalle interruzioni della fornitura dai giacimenti norvegesi. Il gas è la principale materia prima per il costo dell’energia elettrica di famiglie ed imprese, perché è sul suo valore che si calcola il conto finale che pagano gli utenti aziendali e domestici. Per questo negli ultimi mesi le bollette stanno rincarando in maniera sensibile, ma non contano solo le dinamiche di mercato. Incide anche il peso dei cosiddetti “oneri di sistema”, cioè il conto delle tasse agganciate alle bollette. L’impennata è dovuta al fatto che l’Iva sul gas è passata dal 5% al 22%.

Il governo Draghi, di fronte alla crisi portata dal Covid e all’aumento dei prezzi dell’energia causati dalle tensioni in Ucraina (anche prima dello scoppio dell’invasione russa), nel settembre 2021 aveva deciso di ridurre l’Iva sul gas dal 22% al 5% e aveva riconfermato quel taglio di trimestre in trimestre. Il governo Meloni poco dopo essere entrato in carica, nel dicembre 2023, ha deciso di non riconfermare più lo sconto anche perché il conto per le casse dello Stato era molto alto. Da gennaio 2024 chi consuma fino a 480 Smc (Standard metro cubo) di gas paga il 10% di Iva. Chi ne consuma di più, paga il 22% di Iva. È per questo che l’aumento è diventato visibile soprattutto a dicembre, quando i consumi di gas sono più alti (e quando è aumentato anche il prezzo della materia prima, dagli 0,30 euro medi per Smc di inizio anno agli 0,50 euro per Smc).

L’Italia ha il costo dell’energia elettrica più alto d’Europa. Il decreto sulle liberalizzazioni del 1999 prevedeva che le concessioni ai gestori delle reti elettriche scadessero e fossero messe a gara nei prossimi anni. Ma il governo nell’ultima finanziaria ha approvato la proroga delle concessioni per altri 20 anni. I gestori che hanno ottenuto la proroga delle concessioni dovranno (giustamente) pagare un contributo una tantum allo Stato. Ma la norma approvata dal governo consente a quelle stesse aziende di rivalersi sui consumatori, facendo pagare a loro il contributo maggiorato del costo del capitale. Dunque c’è il rischio che le bollette salgano ancora.

PGIM_300x600_ARTICOLO side
PS25 Box

Leggi anche

Ultima ora

Iscriviti alla nostra Newsletter

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.