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Batteri killer negli ospedali italiani, focus su antibiotico resistenza

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Adyen Articolo
Velasco25

I super batteri resistenti agli antibiotici  “rappresenta la ‘nuova pandemia’. Non a caso questo tema è stato al centro dei lavori della prima giornata del G7 Salute ad Ancona. Pensiamo solo che nel 2019 la resistenza antimicrobica ha causato direttamente 1,27 milioni di decessi nel mondo, superando l’Hiv/Aids e la malaria”. Le parole di Mara Campitiello, direttore del Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute, delineano con chiarezza la sfida per la salute rappresentata dal proliferare di germi resistenti agli antibiotici. E colpiscono i dati preliminari di un’indagine realizzata in oltre 40 ospedali della Penisola per rilevare l’impatto dei superbug.

Un impatto drammatico: per i ricoverati la mortalità per un patogeno resistente agli antibiotici può arrivare fino al 40%, dicono gli esperti della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. “La risposta a questo grave problema – ha detto Campitiello nel corso dell’incontro organizzato su iniziativa di Fausto Orsomarso, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Prevenzione e Controllo delle Malattie Infettive e Tropicali – sta nell’implementazione di strategie concrete e sinergiche. Un problema che stiamo affrontando con un approccio One Health: abbiamo investito 120 milioni di euro per rafforzare la sorveglianza, la prevenzione e la ricerca scientifica. Ma non possiamo fermarci qui: servono azioni rapide, coordinate e ambiziose”. Il tema è di quelli ben noti ai lettori di Fortune Italia, anche grazie al lavori dell’Intergruppo parlamentare One Health, promosso da Luciano Ciocchetti e Ylenja Lucaselli. Ma vediamo meglio cosa è emerso dall’indagine della Simit.

I dati

“Il lavoro condotto con la piattaforma clinica Resistimit ha consentito di analizzare circa mille pazienti collocati in oltre 40 ospedali italiani di tutto il territorio nazionale, colpiti da infezione grave da batteri gram negativi”, spiega il professor Marco Falcone, consigliere Simit nonché presidente del Comitato Scientifico dell’Intergruppo Parlamentare per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie Infettive e Tropicali.

La mortalità a 30 giorni è risultata pari al 17.6%, “ma per alcuni batteri resistenti come la Klebsiella pneumoniae produttrice di KPC o NDM la mortalità sale al 22-23%. Si sale al 37% per l’Acinetobacter baumannii e addirittura al 43% per Stenotrophomonas maltophilia”. Insomma, “gli antibiotici vengono utilizzati male. Il mondo veterinario ha ridotto la prescrizione di questi farmaci – dice Falcone a Fortune Italia – ma abbiamo difficoltà a contrastare la prescrizione inutile sul territorio“. E in ospedale? “Quando c’è l’infezione, occorre fornire ai clinici il massimo delle armi disponibili per il trattamento di questi pazienti”, sottolinea lo specialista.

I più a rischio

Pensiamo all’impatto di questi super batteri sugli anziani e i fragili. Non a caso, i pazienti considerati nello studio hanno un’età mediana di 71 anni e nel 20% dei casi risultano ricoverati nelle Unità di Terapia Intensiva. Molti sono affetti da tumore o sottoposti a trapianto d’organo. “I focolai d’infezione più comuni sono il tratto urinario, l’addome, i dispositivi intravascolari e il tratto respiratorio. Dai dati preliminari emerge come le infezioni da microrganismi multiresistenti si associano a una terapia più spesso inappropriata nelle prime 48 ore – puntualizza ancora Falcone – e ciò causa un aumento della mortalità. Comprendere fino in fondo le conseguenze sulla salute umana è il primo passo per costruire strategie efficaci di prevenzione. Ci rivolgiamo alle istituzioni per avviare una collaborazione virtuosa su diversi binari. Lo stanziamento di fondi per antibiotici reserve stabilito nella Finanziaria rappresenta sicuramente un segnale incoraggiante”.

Farmaci da usare con attenzione

Il fatto è che “gli antibiotici vanno usati su prescrizione del medico, seguendo le sue indicazioni – interviene Roberto Ieraci, infettivologo e consulente scientifico per le strategie vaccinali della Regione Lazio – Anche l’utilizzo dei vaccini può aiutare molto a ridurre il consumo di antibiotici, sia per un effetto diretto (pensiamo alla vaccinazione anti-pneumococcica), sia per un effetto indiretto (è il caso della vaccinazione anti-influenzale). Se si previene la malattia virale o batterica, si utilizzerano meno gli antibiotici. Ma, certo, questo è un problema globale. L’utilizzo appropriato e nelle dosi giuste di questi farmaci è molto importante”. Altrimenti il rischio è di trovarci con armi spuntate di fronte a germi sempre più insidiosi.

“Facciamo un uso sbagliato degli antibiotici – concorda Andrea Lenzi, presidente Comitato per la Biosicurezza e le Biotecnologie della Presidenza del Consiglio – questa è un’occasione d’oro per rafforzare la prevenzione”.

“Oggi rilanciamo l’attenzione su temi importanti come quello della ricerca – ha detto Fausto Orsomarso, presidente dell’Intergruppo – voglio confermare la volontà da parte del Parlamento di coadiuvare la lotta alle emergenze infettivologiche su cui è già impegnato il ministero della Salute. Il tema dell’antimicrobico resistenza rappresenta una delle minacce più incombenti. Vogliamo sensibilizzare in tal senso la politica e i cittadini, senza allarmismi ma favorendo la consapevolezza”. Un tema cruciale, quello dei batteri resistenti agli antibiotici, “in particolare nel nostro Paese, che affronta una nuova domanda di salute mentre è alle prese con l’inverno demografico”, ha ricordato il senatore Guido Quintino Liris. 

Il pericolo è adesso

“L’antimicrobico resistenza – ha ricordato Campitiello – fa più morti dei tumori e degli incidenti stradali. Per questo è fondamentale unirci e mantenere relazioni con gli organismi internazionali e adottare un approccio One Health. Studiare cosa succede negli animali e sorvegliare l’eventuale passaggio all’uomo è essenziale per migliorare la prevenzione di queste malattie. Ciò che conta è prevenire. Il Prevention Hub che sta nascendo nel mio dipartimento si occuperà anche di questi temi e coinvolgerà i presidenti delle Commissioni sanità di Senato e Camera, perchè occorre operare insieme. E allora il messaggio che vogliamo portare a casa oggi è questo: il contrasto all’antimicrbico resistenza non può essere un tema di nicchia, ma deve essere una priorità globale“.

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