Nel mondo dello sport moderno, l’interazione tra tradizione e innovazione rappresenta una sfida cruciale per club di calcio storici come la Juventus. Con un’eredità centenaria e una fanbase globale in continua espansione, la Juventus si trova ad affrontare la necessità di evolvere per rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più digitale e diversificato.
Paolo Monguzzi, Stadium & Consumer Business Director Juventus Football Club, ci guida attraverso l’approccio strategico del club nell’integrare l’esperienza fisica dello stadio con quella digitale, ampliando l’offerta di prodotti e servizi per coinvolgere i tifosi in modo unico e memorabile.
Come bilancia la Juventus la tradizione del club con le moderne esigenze dei consumatori, soprattutto con un pubblico sempre più digitale e internazionale?
L’approccio di Juventus verso il tifoso è cambiato nel tempo e ha cercato di seguire l’evoluzione degli strumenti e del panorama in cui operiamo. Siamo consapevoli di far leva sulla passione delle persone e abbiamo il dovere di custodire questo valore attraverso il loro coinvolgimento e il loro ascolto, diretto e indiretto.
La Juventus esiste grazie ai suoi tifosi. Ed è per questo che ogni singolo tifoso deve potersi sentire a casa arrivando all’Allianz Stadium e il nostro compito è anche quello di coinvolgere chi vive a tanti chilometri di distanza, continuando a lavorare sull’espansione della nostra fanbase.
Come sta evolvendo l’approccio del club nell’integrare l’esperienza allo stadio con quella digitale per creare un ecosistema consumer completo e coinvolgente?
Rappresentiamo il brand numero uno in Italia sui social media, con oltre 180 milioni di follower all’interno dell’ecosistema digitale, grazie al fantastico lavoro dei colleghi dello Juventus Creator Lab. La sfida è quella di riuscire a integrare l’esperienza digitale con quella dal vivo, cercare di fidelizzare i tifosi anche attraverso l’acquisto di prodotti ufficiali, siano essi esperienziali o di merchandising.
Ho sempre pensato che l’avvento e la successiva evoluzione dei social media rappresentasse un completamento delle esperienze possibili per i tifosi nell’ambito di una partita di calcio.
È chiaro che la gioia scaturita dal vedere un gol allo stadio, insieme a migliaia di altre persone, indossando la maglia bianconera o una sciarpa, non possa essere riprodotta su uno schermo o su uno smartphone, ma è proprio su questo che dobbiamo lavorare, cercando di valorizzare le opportunità di entertainment e coinvolgimento dei tifosi offerte dagli odierni device.
In che modo la Juventus sta adattando il suo mix di prodotti e strategie di marketing per raggiungere un pubblico sempre più globale e diversificato, in particolare per soddisfare le esigenze di diverse generazioni di tifosi?
Un brand come il nostro deve porsi l’obiettivo di rappresentare tutti i tifosi e che tutti possano sentirsi rappresentati da Juventus.
Ad esempio, nel nostro bellissimo stadio cerchiamo di diversificare l’esperienza affinché ognuno possa trovare la giusta risposta ai propri bisogni e alle proprie esigenze: dall’abbonato a chi può vivere l’esperienza dello stadio solo una volta nella vita, dalle famiglie alle aziende che cercano un’opportunità di networking.
Lo stesso approccio deve essere garantito sul merchandising; grazie al nostro partner Adidas e al lavoro di Fanatics, lavoriamo per soddisfare le esigenze degli ‘Juventus lovers’ in tutto il mondo, pensando al prodotto giusto per il giusto target.
A dispetto della località in cui si vive, Juventus deve riuscire a coinvolgere ogni tifoso per farlo sentire parte della famiglia bianconera, una comunità di milioni di tifosi nel mondo, e questo può accadere attraverso progetti come le Juventus Academy o le esperienze esclusive dedicate agli Official fan club e agli Juventus member.
Quali saranno i prodotti e le esperienze più rilevanti nel futuro della Football Industry e come la Juventus sta integrando l’esperienza fisica e digitale?
Penso che le parole chiave siano unicità e identità. Le persone vogliono poter vivere nel quotidiano il brand nel quale più si riconoscono. Diventa fondamentale, dunque, la capacità di emozionare, di creare prodotti di valore con un’identità ben definita. In questa direzione, la collaborazione con Adidas sulla NASA-themed capsule collection rappresenta un perfetto esempio di come si possano coinvolgere nel lancio di una collezione attività onsite, il mondo digital, i nostri fan e l’evento partita.
Quali strategie sta adottando la Juventus per sviluppare e offrire esperienze premium B2B che vanno oltre il matchday?
Ad oggi più di 1.000 aziende investono in Juventus fra sponsor e clienti hospitality. Rappresentiamo dunque un hub molto interessante e dobbiamo cercare di valorizzare il potenziale di questo networking. A questa esigenza risponde la creazione dello Juventus Business Club, un progetto che punta ad aumentare il valore dell’investimento delle aziende sul club, con la creazione di eventi ed esperienze a loro dedicate.
Il focus deve spostarsi sempre di più ‘fuori dal campo’, con l’obiettivo di valorizzare non solo i matchday. In parallelo lavoriamo costantemente per creare esperienze uniche ed esclusive, utilizzando tutti gli asset aspirazionali di Juventus. Su questa strada abbiamo sperimentato pacchetti Vip legati all’analisi tattica della partita, grazie alla collaborazione con il team di Match analysis, inaugurato la Tunnel lounge e incluso il J|hotel nella nostra offerta Vip.
L’equilibrio tra tradizione e modernità si manifesta in un impegno costante a coinvolgere tifosi di ogni generazione e provenienza. L’integrazione tra esperienze fisiche e digitali, unita alla capacità di proporre prodotti ed eventi unici, consolida il senso di appartenenza alla community. Guardando al futuro, creare emozioni e relazioni autentiche rimane il fulcro della strategia, proiettando il club come modello di riferimento nell’industria sportiva globale.