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Imane Khelif non parteciperà ai mondiali di boxe in Serbia del 2025

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Velasco25 Articolo

“Non è uomo ma è troppo maschio”, con questo verdetto l’International Boxing Association ha vietato alla pugile algerina Imane Khelif di partecipare alla Coppa del mondo di boxe femminile che si terrà nella città di Niš, in Serbia, dall’8 al 16 marzo. La decisione deriva da un test di “gender eligibility” effettuato sulla Khelif nel 2023 e che avrebbe rilevato la presenza di cromosomi XY e un eccesso di testosterone nel suo corpo.

Le polemiche alle olimpiadi di Parigi

Durante i precedenti giochi olimpici di Parigi, questo test non era stato preso in considerazione dal Comitato olimpico internazionale (Cio) che lo aveva giudicato “difettoso e illegittimo”. L’Iba era stata inoltre espulsa come organo di governo della boxe olimpica. Questo perché si temeva che potesse favorire  influenze russe sulla manifestazione sportiva dal momento che il suo presidente, Umar Kremlev, è considerato un alleato di Vladimir Putin.

Così la Khelif ha partecipato alla competizione, arrivando a conquistare il tanto ambito oro tra gli applausi dei suoi tifosi e le critiche delle rivali, dato l’elevato livello di testosterone che le permetteva di aggiudicarsi un match in appena 46 secondi. Le lacrime dell’azzurra Angela Carini hanno fatto discutere, per almeno una settimana, l’opinione pubblica italiana. L’atleta ha fortemente criticato la presenza della pugile algerina ai giochi, unendosi alla fila di coloro che hanno innalzato il simbolo della X, alla fine degli scontri, per difendere la boxe femminile.

La sua difesa

D’altro canto, la Khelif ha difeso sempre con fermezza il suo status di donna, sia dentro che fuori dal ring. Questo l’ha portata a citare in giudizio un giornale francese che aveva fatto trapelare dei documenti medici che insinuavano un suo potenziale ermafroditismo, sostenendo che avesse dei testicoli nascosti. Imane Khelif ha sempre detto che questi documenti erano falsi.

Nonostante il trionfo a Parigi, l’Iba continua a mettere in discussione la sua idoneità a gareggiare nella categoria femminile, impedendole di partecipare ai mondiali in Serbia, paese storicamente alleato della Russia. Decisione, questa, già presa in precedenza per i mondiali del 2023 e del 2024.

 

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