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LVMH, Arnault è ottimista sull’impatto delle politiche economiche di Trump

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Velasco25 Articolo

L’amministratore delegato di LVMH Bernard Arnault, durante una riunione di martedì dedicata agli utili per il 2024, si è detto ottimista su ciò che le politiche del presidente Donald Trump potrebbero significare per la più grande azienda mondiale del lusso. La dichiarazione è arrivata pochi giorni dopo che il 75enne miliardario francese è stato visto partecipare all’inaugurazione di Trump con la moglie Helene, e i figli Delphine e Alexandre, entrambi in posizioni di primo piano all’interno del conglomerato.

La presenza degli Arnault accanto a leader aziendali come Sundar Pichai di Alphabet e Mark Zuckerberg di Meta ha suscitato domande sull’impatto che il nuovo presidente degli Stati Uniti autoproclamatosi “Tariff Man” potrebbe avere sul gigante del lusso. Interrogato in merito, l’amministratore delegato di LVMH ha espresso un giudizio positivo sulla florida attività dell’azienda negli Usa. “Negli Stati Uniti la gente ti accoglie a braccia aperte”, ha detto durante la call di martedì, tradotta in diretta in inglese e ha ammesso anche che il ritorno in Francia è stato uno “shock”. Arnault ha aggiunto che Trump “incoraggia” le sovvenzioni nelle officine americane, mentre le tasse continuano a salire nel Paese d’origine di LVMH, spingendo l’azienda a esternalizzare. “È chiaro che siamo fortemente spinti dalle autorità americane a continuare a costruire lì la nostra presenza. Nel contesto attuale, questo è un aspetto che stiamo valutando seriamente”, ha dichiarato Arnault, secondo quanto riportato da Reuters.

Amanti del lusso americani

I dazi, la cui entità e tempistica non sono ancora chiare, arriverebbero in un momento difficile per il settore del lusso, che ha iniziato da poco a mostrare i primi segni di ripresa da un forte rallentamento. Gran parte della crisi è stata attribuita alla scarsa domanda da parte degli acquirenti cinesi, ma anche anche a un approccio diverso nei confronti del lusso da parte della clientela. Le vendite di LVMH per il 2024 hanno superato le aspettative degli analisti, ma sono rimaste piatte e non hanno fatto sperare in un’inversione di tendenza dell’intero settore. Dopo i buoni risultati della rivale svizzera Richemont, gli analisti speravano che l’ultimo trimestre, che copre il periodo delle vacanze, riflettesse un migliore appetito anche per LVMH.
“Questo ci ricorda che LVMH ha del lavoro da fare, a Dior così come in altre divisioni”, ha scritto Luca Solva di Bernstein in una nota di martedì scorso.

Gli Stati Uniti potrebbero essere la chiave della crescita di LVMH nei prossimi anni, dato che il centro di gravità del lusso si sta lentamente spostando lì dalla Cina. LVMH realizza circa un quarto dei suoi ricavi dagli Usa, con l’Europa che contribuisce con un altro 25% e l’Asia, escluso il Giappone, con il 28%. Come si è visto con Richemont, gli americani sono pronti a spendere per i prodotti di fascia alta. Arnault ha anche osservato un desiderio di beni di lusso quando si è recato negli Stati Uniti, dove è prevista l’apertura di nuovi negozi nel 2025. Le tariffe doganali renderebbero i beni di lusso più costosi per gli americani, un aspetto che le case di moda, piccole e grandi, stanno cercando di affrontare. I rappresentanti di LVMH non hanno però risposto alla richiesta di commento di Fortune.

E i dazi di Trump?

Durante la pandemia, le major del lusso hanno aumentato i prezzi a dismisura, allontanando gli acquirenti più esigenti dal settore. Gli esperti avvertono che i dazi potrebbero scatenare un’ampia gamma di reazioni, da ulteriori aumenti dei prezzi fino al trasferimento di parte della produzione negli Stati Uniti. Il vantaggio di LVMH è che ha già diversi siti produttivi nel Paese. Inoltre, Trump e Arnault – che è la persona più ricca d’Europa – avevano un rapporto già prima del primo mandato del presidente.

I due si sono incontrati quando Arnault stava esplorando una carriera nello sviluppo immobiliare negli anni ’80. Da allora hanno mantenuto le relazioni, nonostante le minacce tariffarie. Nel 2019, Arnault ha inaugurato la fabbrica di Louis Vuitton in Texas e Trump è stato invitato. Il Presidente lo ha anche elogiato come “uno dei grandi uomini” che “ha fatto davvero centro”. “LVMH farà cose meravigliose in questo Paese, creando un sacco di posti di lavoro”, ha detto all’epoca il tycoon secondo il Financial Times. Attualmente LVMH impiega infatti oltre 40.000 persone negli Stati Uniti. Anche i figli sono rimasti in contatto, con Ivanka Trump che ha partecipato all’inaugurazione della boutique della moglie di Alexandre Arnault. Resta da vedere come si attueranno i dazi. Ma almeno Arnault è vicino a Trump e questo potrebbe giovare sia a LVMH che all’intero settore del lusso.

Questa storia è stata pubblicata originariamente su Fortune.com

Foto DREW ANGERER—GETTY IMAGES

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