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Payback dispositivi medici: arriva la proroga (con rateizzazione)

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Adyen Articolo
Velasco25

Novità dell’ultimo minuto sul payback dei dispositivi medici. Dopo le polemiche e gli appelli dei giorni scorsi, la Regione Emilia-Romagna proroga la scadenza degli avvisi di pagamento, con la possibilità di rateizzazione. Annunciando anche l’attivazione immediata di un tavolo tecnico regionale permanente con le rappresentanze del biomedicale. Ma che cosa era successo?

Nei giorni scorsi dalla Regione era partita la richiesta di pagamento immediato del payback da parte delle imprese dei dispositivi medici. O, meglio, si fissava un termine perentorio di trenta giorni per procedere al pagamento del payback con la misura del 48%, come stabilito dalla Corte costituzionale. Una richiesta presentata come un “atto dovuto”, che però aveva suscitato un vespaio di reazioni da parte delle imprese del settore e delle associazioni che le riuniscono.

Payback dispositivi medici: la mossa dell’Emilia-Romagna, che succede

La novità

A preoccupare le imprese, anche il fatto che la Regione – che ospita un celeberrimo distretto biomedicale – si fosse mossa senza aspettare il pronuciamo del Tar del Lazio, atteso per il 25 febbraio. 

Ora la contromossa dell’Emilia Romagna, che inoltre attiva un tavolo tecnico regionale permanente, precisando che “la discussione sarà inoltre portata dal vicepresidente con delega allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, e dall‘assessore regionale alle Politiche per la Salute, Massimo Fabi, nelle rispettive Commissioni della Conferenza delle Regioni, così da proseguire la pressione di istituzioni e imprese sul Governo affinché venga abrogato il meccanismo che mette in difficoltà e nell’incertezza una filiera” riconosciuta come “strategica per l’economia regionale e nazionale”.

Le reazioni

La decisione della Regione Emilia-Romagna di prorogare al 31 dicembre la scadenza degli avvisi di payback, prevedendo anche possibilità di rateizzazione, “dimostra come il dialogo con le imprese sia sempre la strada maestra per affrontare questioni così delicate”, commenta Sveva Belviso, presidente di Fifo Sanità Confcommercio. “Accogliamo con favore questa apertura che denota, dopo un iniziale orientamento che aveva destato le nostre preoccupazioni, una significativa capacità di ascolto delle istanze del settore. La Regione ha compreso che anticipare la decisione del TAR avrebbe creato un inutile aggravio per le imprese, scegliendo invece la via del confronto e della concertazione attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico permanente”.

“Parliamo di un comparto che solo in Emilia-Romagna conta oltre 500 aziende, con 14mila lavoratori e un impatto del 23% sul Pil regionale. Questo è l’approccio che auspichiamo venga adottato anche a livello nazionale. Il tema del payback richiede equilibrio e una profonda comprensione delle dinamiche del settore dei dispositivi medici”.

L’appuntamento di febbraio

Intanto il prossimo 11 febbraio è prevista una camera di consiglio del Tar del Lazio, mentre la prima udienza di merito del Tribunale amministrativo regionale è attesail 25 febbraio. Se il Tar accogliesse i ricorsi presentati dalle imprese, renderebbe di fatto inapplicabile il payback.

Ma nel frattempo, come spiega a Fortune Italia Gennaro Broya de Lucia, presidente di Conflavoro PMI Sanità, se dalla Regione non annullano la determina con le richieste, costringeranno tutte le aziende a fare comunque ricorso”. Una pioggia di ricorsi che potrebbe costare ad imprese e Regione “oltre 3-4 milioni di spese legali”. Così, mentre in Emilia-Romagna si inizia a dialogare, il settore attende col fiato sospeso.

*Articolo aggiornato

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