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Obesità: la palestra impossibile e le sfide per perdere peso

obesità Impossible Gym Noemi
Adyen Articolo
Velasco25

È un momento di fermento per l’obesità, epidemia che ormai contagia quasi 1 miliardo di persone nel mondo e che costa solo all’Italia oltre 13 miliardi di euro l’anno.

“Si tratta di una malattia cronica e sistemica, che causa altre 200 patologie, con complicanze gravi. Ma devo dire che io sono molto ottimista, perchè oggi abbiamo delle opportunità terapeutiche senza precedenti, che ci consentono di integrare il trattamento offrendo ai pazienti un approccio combinato”, ha sottolineato Rocco Barazzoni, presidente della Società Italiana Obesità (SIO) e associato di Medicina Interna all’Università degli Studi di Trieste.

Se la forza di volontà non basta

Tutto bene, allora? Non proprio, perchè “talvolta manca la consapevolezza, tra i pazienti ma anche tra gli operatori sanitari, che per perdere peso la forza di volontà non basta“, ha detto il medico. Proprio per evidenziare i ‘lacci’, le resistenze che ostacolano la perdita di peso nelle persone con obesità e sovrappeso, è stata inaugurata oggi in Piazza dei Cinquecento a Roma “The Impossible Gym”, una palestra impossibile perché gli attrezzi sono ‘legati’ da nastri gialli.

L’installazione dà il via alla campagna “Perdere peso non dipende solo da te. Il tuo corpo può fare resistenza”, promossa da Lilly con il patrocinio dell’associazione pazienti Amici Obesi Onlus, che ha l’obiettivo di far conoscere meglio l’obesità come patologia cronica.

“Al di là dell’inclusività, c’è il tema della salute”, ha sottolineato la cantante Noemi, testimonial del progetto, poco prima del taglio del nastro (nella foto principale). Perchè se oggi la scienza e la medicina offrono molteplici possibilità, dalla chirurgia bariatrica ai nuovi farmaci per perdere peso, le persone con obesità fanno ancora troppo spesso i conti con stigma e mancanza di consapevolezza. “Il paziente con obesità spesso non si guarda, ma gli specchi restano dei nemici – ha raccontato Iris Zani, presidente Associazione Amici Obesi – e, a livello psicologico, ci si colpevolizza”.

Un momento dell’incontro a Roma. Da sinistra Rocco Barazzoni, Noemi, Iris Zani ed Elias Khalil

La consapevolezza del corpo

In Italia una larga fetta della popolazione adulta fa i conti con il sovrappeso e 6 milioni con l’obesità. E con i troppi fraintendimenti (talvolta vere e proprie ‘trappole’). “La consapevolezza è importante, come anche l’aiuto del medico”, ha detto ancora Noemi, ricordando il momento in cui ha è diventata consapevole di quella che ha definito la sua “sofferenza”. “Ero a Sanremo 2018, all’epoca ero molto abbondante e avevo un vestito molto simile a quello di Michelle Hunziker. Ci hanno fatto un meme” che girò molto sui social e che, ha confidato l’artista, “mi ha molto ferito: mi sono guardata e in quell’immagine ho visto la mia sofferenza. Ecco, quello è stato il primo passo verso me stessa”, ha detto la cantante, sottolineando l’importanza del percorso psicologico e dell’aiuto medico. “Il cibo è una coccola, ma può diventare anche una prigione, lo so bene”.

Noemi. Courtesy: Lilly

Noemi ha voluto evidenziare poi come sia “difficile essere accettati anche nella metamorfosi. Qualcuno mi ha scritto sui social che mi preferiva come ero prima. Ma bisogna essere forti anche nel pensare prima noi stessi”, ha aggiunto con un sorriso. La salute “deve rimanere l’aspetto più importante: riconoscere l’obesità come una patologia e il proprio corpo come qualcosa di cui prendersi cura, il tempio dell’anima, è fondamentale”.

I numeri

Potrà sembrare stramp ma, nella patria della dieta mediterranea, un adulto su due è in sovrappeso (circa 23 milioni) o affetto da obesità. Ma l’epidemia riguarda tutto il mondo, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla da tempo di “Globesità”. “Il fatto è che ci siamo evoluti per sopravviere in situazioni di carestia: se perdiamo peso, l’organismo mette in atto meccanismi compensatori per farcelo recuperare”, ha puntualizzato Rocco Barazzoni. “È dimostrato che le persone affette da obesità presentano alterazioni di tali processi biologici che portano ad un rischio maggiore di aumentare la propria massa grassa. E ormai sappiamo che l’accumulo del grasso addominale è più insidioso per lo sviluppo di complicanze molto gravi come le malattie cardiovascolari, metaboliche, endocrine e molte altre“, ha aggiunto rispondendo a una domanda di Fortune Italia.

La Lancet Commission e, qualche mese prima, la stessa Società Europea dell’Obesità hanno enfatizzato questo messaggio, stabilendo che il peso di per sé è importante ma non sufficiente a stabilire il rischio clinico generale. In sintesi, il Bmi dovrebbe restare al di sotto di 30 Kg/m2 per stabilire la soglia oltre la quale si parla di obesità, mentre tra 25 e 30 c’è sovrappeso. A questa misurazione però va aggiunto il parametro del grasso viscerale localizzato all’addome, con la misura del “giro vita”.

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Fra stigma e autostigma

Torniamo però ai pazienti. “La maggior parte delle persone è convinta che l’obesità sia una responsabilità e una colpa – ha ribadito Iris Zani – Scardinare questa non-cultura così radicata e mettere in atto cambiamenti collettivi e individuali con politiche che facciano leva su educazione, maggiore accesso a servizi e terapie mediche, è fondamentale”.

Questione di costi

Anche perché l’obesità, come ha ricordato Elias Khalil, presidente e amministratore delegato Italy Hub di Lilly, manda in fumo in Italia il 3% del Pil. “Con questa campagna vogliamo compiere un altro passo fondamentale per accrescere la consapevolezza sull’obesità, una malattia cronica complessa spesso fraintesa e rompere gli stereotipi che affliggono i pazienti, dando loro voce”, ha spiegato Khalil. “Con questa iniziativa, Lilly ribadisce il proprio impegno nel riconoscere l’obesità come una malattia e nel sostenere chi la affronta”.

Un impegno condivisto da Stefano Benigni, membro XII Commissione Affari Sociali della Camera. “L’’istituzione del Fondo strutturale per la prevenzione e cura dell’obesità nella Legge di Bilancio rappresenta un passo decisivo per migliorare l’accesso e la continuità delle cure, sviluppare percorsi regionali di prevenzione e sostenere ricerca e formazione per i professionisti della salute. Il mio impegno – ha sottolineato Benigni – sarà quello di assicurare che questo Fondo sia l’inizio di un percorso più ampio, per colmare i gap diagnostico-terapeutici e creare una rete integrata che migliori la qualità della vita dei pazienti”.

Una vedutra dell’interno di The Impossibile Gym

La palestra

All’interno della palestra impossibile sarà ospitato un fitto calendario di incontri con medici specialisti per approfondire le tematiche legate alla gestione della patologia e la possibilità di misurare il proprio Bmi. La campagna “Perdere peso non dipende solo da te. Il tuo corpo può fare resistenza” è supportata dal sito www.patologiaobesita.it, con informazioni e approfondimenti per comprendere meglio l’obesità e le opzioni terapeutiche attualmente disponibili.

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