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Chiara Ferragni citata a giudizio: “Pronta a lottare”. Il 23 settembre l’udienza

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Velasco25 Articolo

“Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza”. Il commento è firmato Chiara Ferragni, dopo che la procura di Milano ha disposto per l’imprenditrice e altre tre persone (l’ex braccio destro Fabio Damato, la manager Alessandra Balocco e l’imprenditore Francesco Cannillo) la citazione a giudizio per truffa aggravata per le vicende legate al ‘Pandoro-Gate’ scoppiato un anno fa.

Le accuse a Ferragni riguardano le operazioni commerciali ‘Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni’ (Natale 2022) e ‘Uova di Pasqua Chiara Ferragni – sosteniamo i Bambini delle Fate” (Pasqua 2021 e 2022)’.

L’udienza predibattimentale è fissata per il prossimo 23 settembre, davanti alla terza sezione penale del tribunale di Milano in composizione monocratica. Questo tipo di udienza è stato introdotto dalla riforma Cartabia: un iniziale confronto che si può concludere con un proscioglimento.

Tra sanzioni e donazioni, la vicenda è costata alle aziende Ferragni circa 3,4 mln di euro.

Le reazioni

Le reazioni degli avvocati vanno dalla serenità allo stupore.

“L’interlocuzione con i pubblici ministeri non ha avuto l’esito auspicato e la procura ha preferito demandare al giudice del dibattimento ogni decisione nonostante sia evidente l’assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità. L’innocenza della nostra assistita verrà certamente acclarata in giudizio che affronteremo serenamente”, hanno affermato i difensori di Chiara Ferragni, gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana.

“Restiamo fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti l’Agcm” concludono i difensori.

Intanto il collegio di difesa della manager Alessandra Balocco, guidato dagli avvocati Alessandra Bono e Alessandro Pistochini, si dichiara “profondamente stupito e amareggiato in merito alla scelta della procura di Milano di devolvere al giudice del dibattimento la decisione sulla vicenda, che all’evidenza non ha alcuna rilevanza penale, tenuto conto della solidità degli argomenti giuridici sviluppati in un’articolata memoria difensiva”. “Tutto ciò – si legge in una nota – è ancora più evidente alla luce della rimessione della querela che incide sulla procedibilità dal reato, salvo conservare – da parte della procura – pervicacemente la contestazione di un’aggravante che nulla ha a che vedere con la tipologia dei fatti in contestazione”. I legali dichiarano, infine, che “affronteranno il giudizio con fiducia e serenità, nella piena convinzione dell’innocenza di Alessandra Balocco”.

La citazione a giudizio

La richiesta della procura è firmata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli.

Le indagini chiuse dalla procura lo scorso ottobre, “hanno permesso di ricostruire la pianificazione e diffusione di comunicazioni” volte a indurre “in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche”.

Chiara Ferragni, secondo quanto riportato, avrebbe ingannato i consumatori e avrebbe ottenuto, tramite le due campagne commerciali, un ingiusto profitto di circa 2,2 milioni di euro, oltre che benefici non calcolabili “dal ritorno di immagine”.

In particolare, le contestazioni relative alla truffa continuata e aggravata (dall’uso del mezzo informatico) riguardano due operazioni commerciali ‘Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni’ (Natale 2022) e ‘Uova di Pasqua Chiara Ferragni – sosteniamo i Bambini delle Fate (Pasqua 2021 e 2022) finite nel mirino dell’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) e di più procure con la competenza infine assegnata a Milano.

La vicenda e le accuse

L’operazione ‘Balocco’ avrebbe indotto “in errore un numero imprecisato di acquirenti”, convinti che con il proprio acquisto Pink (al prezzo di 9,37 euro invece di 3,68 euro del prodotto tradizionale) avrebbero finanziato la raccolta fondi a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino.

L’accordo, invece, si è rivelato diverso, per la procura: le società Ferragni hanno incassato poco più di un milione di euro per pubblicizzare via Instagram l’iniziativa benefica per la quale la società Balocco aveva destinato 50mila euro a favore dell’ospedale, indipendentemente dalle vendite che si sono attestate ad “almeno 362.577” pandori Balocco Pink Christmas. La procura, nella chiusura indagine, non quantifica per la società l’ingiusto profitto, ma se si calcola la differenza fra i due prezzi e lo si moltiplica per le vendite la somma supera i 2 milioni di euro.

Per quanto riguarda le uova di Pasqua, l’Ansa ha riportato che per la campagna sulle uova di cioccolato a Chiara Ferragni sarebbero stati corrisposti 400 e 750mila euro.

I testimoni e gli accordi già raggiunti

Sono 27 i testimoni indicati dalla procura di Milano nel decreto di citazione diretta a giudizio. Nell’atto sono indicate dieci persone che hanno fatto le indagini, sette dello staff delle aziende coinvolte nell’indagine, due testimoni di due associazioni (secondo l’Ansa sarebbero l’Associazione utenti servizi radiotelevisivi e Consumatori italiani) e otto acquirenti dei prodotti al centro dell’inchiesta che non vede parti offese. Assente il Codacons, dal cui esposto era partita la denuncia, dopo l’accordo già trovato con Ferragni, che prevedeva il risarcimento dei consumatori e 200mila euro versati in beneficenza.

Era stato proprio il Codacons a portare alla prima sanzione per Ferragni: oltre 1 mln di euro, richiesto dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato a cui si sono aggiunti 1,2 mln (ma da versare, nell’arco di tre anni, in beneficenza all’associazione ‘I bambini delle Fate’) per la vicenda delle uove di Pasqua che ha coinvolto, oltre alle società di Ferragni, anche la Cerealitalia. Tra le donazioni, da segnalare anche quella da un milione all’ospedale Regina Margherita di Torino.

Tra sanzioni e donazioni, l’importo totale versato da Chiara Ferragni e dalle sue società supera i 3,4 milioni di euro.

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