Saranno i rivali cinesi di Volkswagen a salvare le fabbriche europee della stessa VW? Le voci circolano da qualche giorno, ma due dichiarazioni di dirigenti Audi e VW raccolte dal Financial Times rendono più concreta l’eventualità che i produttori cinesi di automobili rilevino le linee di produzione europee ritenute in eccesso a causa del calo della domanda ma anche – questo è il paradosso – della concorrenza delle stesse aziende cinesi.
Un’operazione del genere sarebbe significativa per diversi motivi: si tratterebbe non solo della prima breccia cinese nel settore della produzione auto in Germania, ma potrebbe anche evitare ai produttori di Pechino i dazi imposti dall’Europa.
Volkswagen e aziende cinesi, una collaborazione “possibile”
Il Ft ha citato Gernot Döllner, amministratore delegato di Audi, e David Powels, direttore finanziario del marchio VW. Commentando una collaborazione con i produttori cinesi intenzionati a espandersi in Europa il primo ha parlato di “opzione possibile” e il secondo non ha escluso l’idea che i produttori cinesi di automobili possano rilevare le linee di produzione inattive negli stabilimenti tedeschi della società. Anche lui ha parlato di “opzioni” da tenere aperte.
Le difficoltà di Volkswagen sono note: dalla contrazione del mercato automobilistico in Europa alla diminuzione della quota di mercato tedesca in Cina, dove i marchi cinesi guidano la transizione ai veicoli elettrici anche grazie ai sussidi statali.
Le indiscrezioni
A metà gennaio Reuters aveva riportato, citando una fonte vicina alle autorità cinesi, l’interesse di Pechino per i siti Volkswagen vicini alla chiusura, ovvero principalmente Dresda e Osnabrück, anche se tra il futuro dei due stabilimenti ci sono differenze.
Più recentemente un magazine tedesco specializzato ha riportato la speculazione di una joint venture tra tedeschi e cinesi, sul modello Stellantis-Leapmotor, ma non è stato specificato quale casa cinese sarebbe coinvolta.
La risposta di Volkswagen
Raggiunta da Fortune Italia, Volkswagen ha dichiarato di non commentare “speculazioni teoriche” o “altre opzioni” rispetto alle prospettive contenute nel piano sul ‘futuro di Volkswagen’ presentato a dicembre dopo l’accordo tra ra Volkswagen AG, IG Metall e il Consiglio di Fabbrica.
Ma a già a dicembre per il sito di Dresda i tedeschi specificavano che “la produzione di veicoli nella Gläserne Manufaktur, la Fabbrica di vetro, cesserà alla fine del 2025” e che Volkswagen AG sta lavorando su opzioni alternative: tra queste, “la possibilità di partecipare a un piano di terze parti”.
Secondo il piano il sito di Osnabrück dovrebbe essere utilizzato anche dopo la fine della produzione dell’unico veicolo attualmente prodotto lì, il VW T-Roc, a metà del 2027. In riferimento a questo stabilimento la casa aveva detto che “sono al vaglio opzioni per un diverso utilizzo del sito”. Per entrambi gli stabilimenti, l’obiettivo è “una soluzione sostenibile che bilanci gli interessi dell’azienda e dei suoi dipendenti”.
Proprio Audi in passato ha già messo in piedi una collaborazione con i concorrenti cinesi, anche se non in Europa: il marchio ha collaborato con i produttori della MG, la Saic, per la produzione in Cina.
Cosa prevede il piano di Volkswagen
Il piano presentato dalla casa tedesca a dicembre prevede la riduzione della capacità produttiva degli stabilimenti tedeschi di 734.000 unità. “Ci impegniamo a rispettare questo accordo e a trattare in modo responsabile i nostri dipendenti”, ha dichiarato il Gruppo.
Tra gli altri numeri del piano:
- Diminuzione di 35.000 unità per la forza lavoro negli stabilimenti tedeschi di Volkswagen entro il 2030.
- Risparmi per oltre 15 miliardi di euro all’anno, nel medio termine. Di questi, oltre 4 miliardi di euro all’anno deriveranno dalle trattative in corso sul costo del lavoro, sulle misure strutturali e di produzione e sull’utilizzo degli impianti.
- Il solo costo del lavoro sarà ridotto di 1,5 miliardi di euro all’anno.