Per avere un’idea, gli americani da soli spendono circa 50 miliardi di dollari all’anno in vitamine e integratori. Uno dei più popolari è la curcuma, una radice arancione molto usata sia nella medicina tradizionale orientale che in cucina. I fan sono disposti a pagare 20 dollari o più per una bottiglietta, nella speranza di alleviare il dolore e l’infiammazione dell’artrite, abbassare i livelli di colesterolo e glicemia e risolvere una varietà di problemi di salute. Ma ne vale davvero la pena?
Sebbene molte ricerche abbiano evidenziato le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie della curcuma, l’ampia gamma di potenze e dosi degli integratori utilizzati negli studi ha reso difficile confermare qualsiasi affermazione sulla salute.
Capsule, compresse, polvere: Keith Singletary, professore emerito di nutrizione presso l’Università dell’Illinois Urbana-Champaign, ha esaminato le evidenze scientifiche sulla curcuma. La sua opinione? “Penso che sia promettente”, afferma, sottolineando che non è “la panacea raccontata dal marketing“.
A cosa serve la curcuma?
Le proprietà salutari attribuite alla curcuma provengono da composti naturali chiamati curcuminoidi. “Si ritiene che la curcumina, la principale, sia in gran parte responsabile dei benefici per la salute della curcuma”, afferma Singletary. Cosa potrebbe fare la curcumina? Le migliori evidenze si concentrano su due condizioni: artrite e sindrome metabolica.
Considerando le proprietà antinfiammatorie della curcuma, non sorprende che i ricercatori ne abbiano studiato l’uso per l’artrite. L’integratore sembra ridurre il dolore e la rigidità causati dall’osteoartrite, la forma più comune di questa dolorosa malattia articolare. “Non è un farmaco miracoloso, ma probabilmente funziona bene quanto l’ibuprofene o il paracetamolo”, afferma la dottoressa Janet L. Funk, professoressa di medicina e vicepresidente della ricerca per il Dipartimento di Medicina presso l’Università dell’Arizona College of Medicine-Tucson. Il suo laboratorio studia gli integratori alimentari di origine vegetale per le malattie infiammatorie.
Pressione e curcuma
La sindrome metabolica è un insieme di condizioni come obesità, pressione, glicemia e trigliceridi elevati che aumentano il rischio di diabete, malattie cardiache e ictus. Circa un adulto americano su tre soffre di sindrome metabolica, secondo il National Heart, Lung, and Blood Institute (NHLBI). Gli studi hanno esaminato gli effetti della curcuma sui livelli di glicemia, trigliceridi e insulina, nonché sull’infiammazione (che gioca anche un ruolo nella sindrome metabolica). “In generale, c’era una forte preponderanza di prove secondo le quali potrebbe aiutare a ridurre tutte queste cose. Quindi potrebbe dare qualche beneficio nelle persone in sovrappeso e preoccupate per l’infiammazione e il diabete”, afferma Funk. Per le persone che cercano di abbassare la pressione sanguigna, potrebbe valere la pena di provare la curcuma.
Ma attenzione: “Ci sono molte incongruenze tra gli studi”, afferma Singletary. Ed è qui che sta il problema nella valutazione della curcuma.
Una scienza imperfetta
Sebbene siano in corso molte ricerche sulla curcuma, gli studi non sono coerenti. I ricercatori hanno testato diverse quantità dell’integratore in differenti gruppi di persone per diversi periodi di tempo. Alcuni studi hanno aggiunto un composto come la piperina, presente nel pepe nero, per rendere la curcuma più attiva nel corpo (i ricercatori chiamano questo aumento “biodisponibilità”).
Ad esempio, uno studio sull’osteoartrite del ginocchio ha chiesto ai partecipanti di assumere 180 milligrammi (mg) di curcumina per otto settimane. Un altro ha utilizzato dosi di 500 mg più 5 mg di estratto di BioPerine (pepe nero) tre volte al giorno per sei settimane. Poiché la maggior parte degli studi è durata quattro mesi o meno, i ricercatori non sanno cosa potrebbe accadere con un uso a lungo termine. “La conclusione è che non ci sono studi definitivi e ben progettati al momento”, afferma Funk.
Quali sono i rischi della curcuma?
Probabilmente questa sostanza è sicura se la si assume come spezia o solo nella quantità raccomandata negli integratori, afferma il National Center for Complementary and Integrative Health. In quantità maggiori, potrebbe causare effetti collaterali gastrointestinali come nausea o diarrea. La piperina pone una serie di problemi, perché aumenta la biodisponibilità della curcumina inattivando un enzima nel fegato che altrimenti la scomporrebbe. “Quell’enzima è davvero importante per [scomporre] la maggior parte dei farmaci che le persone assumono”, afferma Funk. Teoricamente, la piperina potrebbe causare un accumulo di farmaci nel corpo, aumentando così il rischio di effetti collaterali. “In generale, se si stanno assumendo altri farmaci, eviterei qualsiasi prodotto che contenga piperina, nel caso in cui possa interferire con il metabolismo degli altri farmaci”, aggiunge.
Una preoccupazione ancora più grande è legata a un rischio raro ma serio di danni al fegato da integratori a base di curcuma, nonché alti livelli di piombo in questi prodotti. Diversi studi, tra cui uno di cui la Funk è coautrice, hanno trovato quantità eccessive di piombo in alcuni integratori di curcuma, in particolare quelli che contenevano la radice. L’esposizione al piombo in grandi quantità può avere effetti tossici sul corpo, tra cui problemi cardiaci e renali.
La curcuma fa bene?
Ma allora vale la pena assumere curcuma? “Questa è la domanda da un milione di dollari”, risponde Singletary. Data la mancanza di prove chiare sui suoi benefici e sui potenziali rischi, secondo lo specialista è più sicuro assumere curcuma tramite la dieta. Puoi aggiungere la spezia a zuppe, stufati, salse e frullati. Aggiungi un pizzico di pepe nero o cuoci la curcuma nell’olio per aumentarne la biodisponibilità.
Se utilizzi integratori di curcuma, può essere difficile sapere quale forma sia la migliore o quanta assumerne. Il consiglio migliore è di chiedere al tuo medico, afferma Singletary. Inizia con una dose bassa per vedere come risponde il tuo corpo. E non aspettarti che la curcuma sia una “cura per tutti i tuoi disturbi, il che è improbabile”.
L’articolo originale è su Fortune.com
FOTO: GETTY IMAGES