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Trump si ritira dalle auto elettriche, perché la strategia non colpisce Musk e Tesla?

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Velasco25 Articolo

«Con me finirà il Green Deal, ci ritireremo dagli accordi di Parigi sul clima e diremo stop alle leggi di promozione per l’acquisto di veicoli elettrici» così che i cittadini «potranno riappropriarsi della possibilità di scegliere a loro piacimento macchine, lampadine e lavastoviglie». Uno stop alla transizione energetica senza precedenti quello imposto da Donald Trump nel discorso che ha seguito il giuramento da 47esimo presidente Usa.

Ma come si concilia questa avversione nei confronti delle auto elettriche se il pioniere di questi veicoli a batteria è la Tesla di Elon Musk, suo grande sponsor elettorale, addirittura con un incarico di governo alla guida del ministero per l’efficienza? Un incarico cucito su misura per Musk per tagliare le spese del governo guidando il Doge, Department of Government Efficiency. Se il sodalizio tra i due sembra al momento inscalfibile perché il miliardario sudafricano, con un ego debordante e la fama da visionario, non sta andando in rotta di collisione col tycoon alla Casa Bianca su questo tema così scivoloso?

In apparenza sembrerebbe configurarsi un cortocircuito. Perché Trump vuole, e lo ha rivendicato pubblicamente, l’eliminazione totale dei crediti di imposta a favore dei produttori di auto elettriche. Una misura voluta dal suo predecessore, Joe Biden, che aveva costretto i marchi europei a investire miliardi negli States. In realtà secondo diversi analisti di mercato le agevolazioni fiscali sono state costruite per favorire la produzione di auto elettriche degli altri car-maker statunitensi, dalla Ford alla General Motors fino alla Stellantis che ha inglobato la Chrysler, in ritardo sulla ricerca e sulle piattaforme per la realizzazione di questo tipo di veicoli.

Quello che sappiamo è che il team di Trump sta progettando di eliminare il credito d’imposta di 7.500 dollari per l’acquisto di veicoli elettrici nell’ambito di una più ampia riforma fiscale. Si tratta di una decisione che avrà forti ripercussioni sulle vendite. Ma Tesla verrebbe solo sfiorata da un’eventuale cancellazione in blocco dell’Inflation Reduction Act, data la sua posizione dominante sul mercato. Elon Musk ha dichiarato che anzi, a lungo termine, questa mossa «probabilmente aiuterà Tesla».

Ma la California è già pronta a ripristinare gli incentivi statali per non fermare la corsa all’auto elettrica. Il governatore del Golden State, Gavin Newsom, sotto accusa per la gestione dell’emergenza derivante dagli incendi che hanno devastato la baia di Los Angeles, ha detto a più riprese che vuole gli incentivi, ma non per consolidare situazioni di monopolio quanto per «creare le condizioni affinché un maggior numero di costruttori possano mettere radici». Un’affermazione che lo stesso Musk ha definito «insane» (folle). L’imprenditore sudafricano non si spiega il perché di questa decisione dal momento che «Tesla è l’unica società a produrre veicoli elettrici in California», confermando però indirettamente la tesi del governatore.

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