Più di 9 ore in sala operatoria, durante le quali è stato necessario arrestare il cuore: tanto ci è voluto per asportare un raro tumore del rene di 1,5 kg in una bambina di 8 anni, che chiameremo Sara. L’eccezionale intervento porta la firma dei chirurghi dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma capitanati da Alessandro Crocoli, responsabile dell’Unità di Chirurgia Oncologica.
Operata intorno a metà dicembre, dopo una breve degenza in terapia intensiva la piccola Sara sta ora proseguendo la convalescenza e riceve tutte le cure necessarie per un recupero ottimale. Proprio la scorsa settimana la bambina – ormai liberata dal nefroblastoma di notevoli dimensioni che le aveva invaso il cuore – ha festeggiato il suo ottavo compleanno in reparto, insieme alla famiglia e ai medici che si stanno prendendo cura di lei. “Il suo percorso continuerà con sedute di radioterapia addominale e ulteriori cicli di chemioterapia”, fanno sapere dall’ospedale.
Un successo che “è anche una grande speranza per tante famiglie che affrontano situazioni simili”, commenta Crocoli. “Rimuovere un tumore di queste dimensioni, così invasivo, è stato possibile solo grazie a una pianificazione chirurgica estremamente accurata e alla collaborazione di un’équipe multidisciplinare altamente specializzata. La priorità è stata garantire il miglior risultato possibile, con un approccio personalizzato e sicuro”. Ma vediamo meglio le tappe dell’intervento.
La storia di Sara
Come dicevamo, la piccola paziente era affetta da un nefroblastoma al rene destro che si estendeva all’interno della vena renale e della vena cava inferiore fino a raggiungere l’atrio destro del cuore, a causa di una trombosi neoplastica. Una rara estensione del tumore che – segnalano i medici – si verifica in appena il 4-10% dei casi.
Il nefroblastoma
I reni si formano durante lo sviluppo embrionale a partire da alcune particolari cellule staminali dette progenitrici. In alcuni casi, queste cellule permangono nei reni dopo la nascita e, a causa di mutazioni genetiche, proliferano in modo incontrollato, portando alla formazione del nefroblastoma. Noto anche come tumore di Wilms, questa forma di cancro colpisce prevalentemente i bambini tra 1 e 5 anni, con un picco tra i 2 e i 3 anni. Rappresenta circa il 90% dei tumori renali pediatrici (ma i tumori al rene costituiscono meno del 5% delle neoplasie in età pediatrica). In Italia la patologia ha un’incidenza di circa 8 casi ogni milione di bambini.

La preparazione
Sei cicli di chemioterapia, eseguiti dal team di oncologi guidati dal professor Franco Locatelli, sono stati necessari per ridurre la massa tumorale e facilitare l’operazione. La fase preparatoria pre-chirurgica si è avvalsa di tecniche all’avanguardia di diagnostica per immagini come l’elaborazione 3D del tumore da asportare, realizzata dall’unità di Imaging avanzato cardiotoracovascolare e fetale.

L’operazione
Si è trattato di un intervento lungo e complesso. In una prima fase l’équipe formata da Crocoli e dalla dottoressa Chiara Grimaldi ha rimosso il rene destro, il cui volume era dieci volte superiore rispetto alla norma a causa del tumore. Successivamente i cardiochirurghi guidati dal professor Lorenzo Galletti e con il dottor Gianluca Brancaccio come primo operatore, hanno temporaneamente fermato il cuore della bambina, mantenendola in vita con la circolazione extracorporea, per rimuovere la parte del tumore che aveva invaso l’atrio destro.
Dopo aver riavviato il cuore, i chirurghi hanno completato l’operazione rimuovendo il residuo tumorale dalla vena cava inferiore. La parte anestesiologica è stata gestita dal team di Luca Di Chiara.
Si tratta di “procedure complesse che esigono il massimo coordinamento – ha commentato Galletti, responsabile di Cardiochirurgia all’ospedale del Gianicolo- Questo intervento dimostra come, unendo competenze avanzate e tecnologia d’avanguardia, possiamo affrontare anche i casi più difficili, restituendo speranza ai nostri giovani pazienti”.