Non solo influenza: tra nausea, vomito e notti chiusi in bagno sono tempi duri per gli italiani. In queste settimane, infatti, siamo bersagliati da un quartetto di patogeni di stagione fra i quali – oltre all’influenza che negli ultimi giorni ha rialzato la testa – figurano anche il virus respiratorio sinciziale, Sars-Cov-2 e il temibile virus intestinale.
Un pocker di malanni che non accennano a rallantare, anche se negli ultimi tempi sono proprio i sintomi intestinali a circolare di più. Ma come si manifesta il virus intestinale e quali sono gli errori da evitare? Fortune Italia lo ha chiesto a Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma, che conferma la ‘fiammata’ di malanni di questo tipo.
Una tripletta di patogeni
“Le forme che stiamo osservando nei più piccoli, ma anche negli adulti, sono tipiche dell’inverno ma non esclusive di questa stagione. A causarle sono Adenovirus, Rotavirus e molto spesso Norovirus. Si tratta di patogeni che possono essere trasmessi da persona a persona, parlando con chi è infetto ma anche attraverso il contatto con superfici o cibi contaminati. Insomma, pranzi o cene conviviali rappresentano un’insidia, come pure i luoghi affollati e la scarsa igiene”, dice l’esperto.
Quali sono e quanto durano i sintomi
I sintomi “possono durare da due giorni a una settimana e vanno dal mal di testa, alla febbre, al vomito, passando per nausea e scariche di diarrea. Ma soprattutto i pazienti lamentano spossatezza. Si tratta di infezioni abbastanza importanti, che possono provocare disidratazione e lasciano molto provati, perchè quando i sintomi sono acuti si perdono molti liquidi”, continua Ciccozzi.
“È importante ripristinare la flora batterica intestinale e bere molti liquidi, anche se i primi giorni sarà quasi impossibile a causa della nausa. Via libera all’antipiretico se la febbre è alta. Inoltre non dobbiamo spaventarci se ci sentiremo spossati per diversi giorni: la ripresa richiede del tempo e così anche il ritorno a un’alimentazione normale”, assicura Ciccozzi.
Il rischio di strascichi prolungati
Attenzione: stando a una ricerca della Cattolica pubblicata su ‘Gut’, dopo un episodio di virus intestinale i sintomi di sindrome dell’intestino irritabile compaiono in una persona su 7. Con disturbi che si trascinano per 6-11 mesi in almeno la metà delle persone colpite da una gastroenterite acuta, ma rischiano di protrarsi fino a oltre 5 anni.
Insomma, non sottovalutiamo questo malanno così diffuso e rivolgiamoci al medico in caso di ‘acciacchi’ prolungati. Ma soprattutto prestiamo attenzione all’igiene delle mani e dei luoghi di vita e lavoro, per evitare il più possibile incappare in questi virus.