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Visita ginecologica rinviata? Un errore, ecco perchè

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Adyen Articolo
Velasco25

Le donne americane stanno ritardando i controlli ginecologici, e più della metà lo fa per paura o disagio, scopre un nuovo sondaggio Harris. L’indagine, che ha coinvolto 1.100 donne, è stata condotta a novembre per conto della società globale di tecnologia medica Becton, Dickinson & Company (BD), che di recente ha ricevuto l’ok della Food and Drug Administration per il suo kit per il test HPV self-collection in studio, il BD Onclarity HPV Assay.

Ebbene, il 72% delle donne ha ritardato una visita ginecologica, nonostante il 62% sapesse che il tumore della cervice uterina, il quarto più comune nelle donne al mondo, è prevenibile con screening regolari. Di quelle che hanno rinviato la visita ginecologica, il 54% ha detto che lo faceva per paura o disagio e il 49% per una difficoltà di programmazione. Il 50% non aveva idea di quanto spesso avrebbe dovuto sottoporsi allo screening per il cancro cervicale.

Il cancro cervicale viene rilevato tramite un test del papillomavirus umano (HPV), che cerca la presenza del virus ad alto rischio, o il Pap test, che cerca le cellule anomale, entrambi eseguiti nello stesso modo: da un medico che preleva un tampone di cellule dalla cervice durante un esame ginecologico.

La United States Preventive Services Task Force e l’American Cancer Society hanno sviluppato le seguenti raccomandazioni per lo screening del cancro cervicale in base all’età:

Età 21-29: primo Pap test a 21 anni, con un Pap test di follow-up ogni tre anni; o primo test HPV a 25 anni con test HPV ogni cinque anni fino all’età di 65 anni;
Età 30-65: test HPV o HPV/Pap ogni cinque anni; o Pap test ogni tre anni,
Più di 65 anni: parla con il tuo medico per vedere se i test sono ancora necessari.

Circa una donna su quattro idonea allo screening non era aggiornata sul cancro cervicale (o sugli screening del cancro al seno o al colon-retto, per quella materia), secondo i dati del 2021 dei Centers for Disease Control and Prevention.

“Il fatto che le donne saltino questo screening potenzialmente salvavita per paura o per difficoltà di programmazione rende chiaro che il settore sanitario deve rendere il processo più comodo e conveniente”, ha affermato il dottor Jeff Andrews, ginecologo e vicepresidente degli affari medici presso BD, in un comunicato stampa. “L’auto-raccolta di campioni vaginali riduce sia il disagio che il tempo associati a un esame pelvico ed è un passo avanti fondamentale nello screening del cancro cervicale”.

Lo studio ha anche scoperto che l’81% delle donne desidera opzioni più comode e meno invasive di un esame pelvico. “La ricerca medica continua a concentrarsi sull’obiettivo degno di trovare ‘una cura per il cancro’, ma siamo già in grado di aiutare a prevenire il tumore cervicale oggi”, ha affermato Nikos Pavlidis, presidente mondiale di BD Diagnostic Solutions. “La combinazione di vaccini, test HPV più precisi e auto-prelievo saranno fattori importanti mentre lavoriamo per eliminare il cancro cervicale come rischio per la salute pubblica”.

L’articolo completo è su BETH GREENFIELD

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