Ann Altman, sorella del Ceo di OpenAI Sam Altman, chiede 150.000 dollari di danni, sostenendo che suo fratello Sam ha ripetutamente abusato di lei nel corso di circa nove anni. I suoi parenti più stretti hanno rilasciato una dichiarazione negando completamente le affermazioni e sostenendo invece che la 30enne soffre di problemi di salute mentale.
Sebbene le affermazioni fatte da Ann Altman non siano del tutto nuove, è la prima volta che la sorella minore arriva a intraprendere un’azione legale. Chiede che una giuria le assegni la somma dopo un processo in cui presumibilmente dovrebbe testimoniare sotto giuramento in tribunale.
Una dichiarazione di martedì firmata da Sam Altman, dai due fratelli minori Jack e Max e dalla madre ha negato le accuse. I parenti più stretti – il padre di Altman è già deceduto – hanno negato le accuse di Ann e fatto riferimento alla sua malattia mentale.
“Tutte queste affermazioni sono assolutamente false”, hanno scritto. “È particolarmente straziante quando rifiuta il trattamento convenzionale e si scaglia contro i membri della famiglia che stanno davvero cercando di aiutarla”.
Le accuse presentate in dettaglio
La causa, sebbene breve, descrive in dettaglio le accuse di Ann Altman secondo cui sarebbe stata abusata ripetutamente dal fratello maggiore, di nove anni più grande di lei, a partire dal 1997.
Secondo il documento legale, gli episodi di stupro, sodomia e molestie sarebbero continuati fino al 2006, anno in cui Sam Altman aveva già raggiunto la maggiore età.
Ann chiede 75.000 dollari per ognuna delle due accuse presentate, una per aggressione sessuale e l’altra per ‘sexual battery’, molestia sessuale. La causa è stata depositata presso un tribunale federale degli Stati Uniti per il Distretto Orientale del Missouri, lo stato dove Ann è cresciuta vicino a St. Louis e dove si sarebbero verificati i fatti.
“In tutti i momenti rilevanti, l’imputato, Sam Altman, ha manipolato la querelante, Ann Altman, facendole credere che gli atti sessuali fossero una sua idea, nonostante fosse sotto i cinque anni di età quando gli abusi sono iniziati e l’imputato fosse quasi un adolescente”, ha scritto l’avvocato di Ann, Ryan Mahoney, nel fascicolo.
La storia di Ann Altman
Lungi dal negare le affermazioni della famiglia sulla sua malattia, Ann Altman è stata molto aperta riguardo alle difficoltà mentali, fisiche e finanziarie che sostiene di aver vissuto.
La sorella di Altman sostiene che queste difficoltà derivino principalmente dal trauma subito da bambina a causa del fratello, oggi uno degli uomini più influenti della Silicon Valley e miliardario.
Tra i dettagli, Ann ha pubblicato un racconto vivido su Medium nel marzo dello scorso anno. “Al college e dopo, vomitavo più volte durante il sesso con uomini che amavo e di cui mi fidavo”, ha scritto.
Tuttavia, la mancanza di denaro l’avrebbe costretta a mantenersi inizialmente attraverso un account su OnlyFans, per poi passare alla pornografia hardcore e, infine, alla prostituzione in un certo periodo.
La famiglia Altman ha contestato le difficoltà economiche in una dichiarazione.
“Annie riceve un sostegno finanziario mensile, che prevediamo continuerà per il resto della sua vita”, si legge nella dichiarazione congiunta. “Nonostante ciò, Annie continua a chiedere più denaro”.
Ann Altman aveva reso pubbliche le sue accuse per la prima volta nel 2021 e le ha mantenute nel tempo. In un post su X rivolto al fratello maggiore, ha scritto: “Non c’è di che per averti aiutato a scoprire la tua sessualità”, un riferimento al suo successivo coming out.
Un momento delicato per OpenAI
La causa arriva in un momento sensibile per OpenAI. Sam Altman sta cercando di navigare attraverso complesse normative per trasformare la struttura ibrida dell’azienda, attualmente un’associazione no-profit con una sussidiaria a profitto limitato, in una “benefit corporation” a scopo di lucro simile a rivali come Anthropic e xAI.
Senza un accesso continuativo ai fondi degli investitori, OpenAI potrebbe faticare a coprire i costi esorbitanti per l’addestramento delle versioni più avanzate del suo modello linguistico GPT.
Tuttavia, Elon Musk, cofondatore e proprietario di xAI, sta facendo causa a OpenAI per contestare i suoi piani di abbandonare lo status no-profit, nonostante evidenze che suggeriscono come inizialmente avesse sostenuto l’idea.
Fortune ha contattato OpenAI per un commento sulla causa.
Questa storia è stata originariamente pubblicata su Fortune.com