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Metapneumovirus non solo in Cina, che cosa succede

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Adyen Articolo
Velasco25

“La recente diffusione del metapneumovirus umano (Hmpv) in Cina, a 5 anni dalla pandemia da Covid-19, ci offre l’opportunità di riflettere sulla gestione delle crisi sanitarie globali e sulla comunicazione scientifica. Stiamo parlando di un virus respiratorio appartenente alla famiglia Paramyxoviridae, identificato per la prima volta nel 2001″. Parola dell’epidemiologo del Campus Bio-medico Massimo Ciccozzi, che insieme ai colleghi Francesco Branda e Fabio Scarpa ha dedicato proprio al metapneumovirus un articolo inviato per la pubblicazione a ‘The Lancet Infectious Diseases’.

Il virus e i suoi effetti

Non si tratta, insomma, di una peculiarità cinese: il metapneumovirusè presentein questo periodo anche in Italia, come mostrano i dati dei medici sentinella dell’Istituto superiore di sanità. E causa infezioni respiratorie acute soprattutto nei bambini, negli anziani e nelle persone con un sistema immunitario compromesso. Si va da un normale raffreddore a una bonchiolite, fino a una polmonite nei casi più importanti. Questo virus si trasmette tramite le goccioline di saliva, ma anche attraverso il contatto con superfici contaminate”, aggiunge Ciccozzi, stigmatizzando la comunicazione “un po’ frettolosa” dei giorni scorsi.

Non solo in Cina

“Dobbiamo precisare che il metapneumovirus non comporta una particolare preoccupazione a livello epidemiologico e che questo patogeno circola in tutto il mondo. Il nostro gruppo di ricerca sta raccogliendo e rendendo disponibili alla comunità scientifica i dati dai report dell’Istituto Superiore di Sanità sul metapneumovirus e altri virus respiratori. Il nostro lavoro ha incluso la raccolta di dati riguardanti il ​​numero di campioni, sequenze e rilevamenti di metapneumovirus, disponibili a partire dalle stagioni influenzali 2022-23, con numeri che mostrano un’incidenza crescente di casi in alcune settimane dell’anno”, aggiunge Ciccozzi.

La lezione da non dimenticare

Certo, ormai la segnalazione di patogeni in Cina ci trova piuttosto ricettivi. “La lezione di Covid ci insegna l’importanza di mettere insieme e condividere i dati, senza però allarmare però inutilmente le persone.  La rapida condivisione di dati epidemiologici aiuta a guidare le decisioni sulle misure di contenimento, sui test e sullo sviluppo di vaccini, future minacce per la salute”, ricorda l’esperto. Insomma, affrontare possibili minacce in ottica di salute globale “è importante, come pure lo è la conoscenza e la condivisione dei dati, che consente di prendere decisioni in tempo reale: ecco allora che la lezione del metapneumovirus non è trascurabile. Ma sul fronte dei potenziali problemi sicuramente l’influenza aviaria è da tenere d’occhio con più attenzione”, puntualizza Ciccozzi.

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L’aggiornamento Oms

Una lettura confermata dall‘Organizzazione mondiale della sanità, che segnala come in molti Paesi dell’emisfero settentrionale le infezioni respiratorie acute siano in aumento in questo periodo dell’anno. “Questi aumenti sono in genere causati da epidemie stagionali di patogeni respiratori come l’influenza, il virus respiratorio sinciziale (RSV) e altri virus respiratori comuni, tra cui il metapneumovirus umano”, dicono dall’Agenzia.

“Di recente c’è stato interesse per i casi di metapneumovirus umano in Cina. L’Hmpv è un virus respiratorio comune, che circola in molti Paesi dall’inverno alla primavera”, ricordano da Ginevra. “Sulla base dei dati pubblicati dalla Cina, che coprono il periodo fino al 29 dicembre 2024, le infezioni respiratorie acute sono aumentate nelle ultime settimane e così anche i rilevamenti di influenza stagionale, rinovirus, RSV e Hmpv, in particolare nelle province settentrionali della Cina. L’aumento osservato nei rilevamenti di patogeni respiratori rientra nell’intervallo previsto per questo periodo dell’anno durante l’inverno nell’emisfero settentrionale. In Cina inoltre l’influenza è il patogeno respiratorio più comunemente rilevato”, precisa ancora l’Oms, che fa sapere di essere in contatto con i funzionari sanitari del colosso asiatico e di non aver ricevuto segnalazioni di focolai insoliti. “Le autorità cinesi segnalano che il sistema sanitario non è sopraffatto e che non sono state attivate risposte di emergenza”. Insomma, la situazione non sembra suscitare particolare allarme.

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