Sono partiti col segno più i saldi invernali 2025 che hanno approfittato del weekend allungato dal lunedì della Befana per far tornare agli italiani l’antica voglia della corsa agli sconti, maltempo permettendo. In qualche città, soprattutto la prima mattina, si sono pure riviste le file davanti ai negozi e una certa ressa per aggiudicarsi al miglior prezzo quel cappotto, maglione, paio di scarpe adocchiato giorni prima. Segno positivo a Roma, in particolare il 4 gennaio con un +10% stimato da Confesercenti rispetto al 2024, mentre un po’ più tiepidi gli acquirenti di Napoli, dove comunque i brand maggiormente noti hanno registrato buoni riscontri e il Centro Studi Confesercenti ha valutato un giro d’affari complessivo di circa 125 milioni di euro. Soddisfazione anche in Trentino e Valle d’Aosta (partita il 2 gennaio prima di tutte), premiate dai turisti delle località sciistiche, e a Genova, con un +15% rispetto al 2024 (Fismo). In generale si parla di una spesa media a famiglia che potrebbe superare le previsioni complessive, oscillanti tra i 174,80 euro dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori (34% dei nuclei famigliari ipotizzato) e i 307 euro di acquisto medio a famiglia per abbigliamento e calzature dell’Ufficio Studi Confcommercio. E questo nonostante un certo pessimismo della vigilia di associazioni come il Codacons, scoraggiate dal fatto che i portafogli s’erano già svuotati durante le feste natalizie e prima ancora con le offerte del Black Friday novembrino. E pure dai dati dei saldi estivi tra luglio e agosto 2024, capaci di coinvolgere il 55% degli italiani mentre, per fare un esempio, un decennio fa compravano 7 italiani su 10.
Meglio del 2024?
E invece le famiglie del Bel Paese in questi primi giorni di svendite hanno risposto presente, premiando la scelta di iniziare prima della Befana, in tempo utile quindi per gli ultimi regali delle festività. Tanto che i commercianti sperano, al termine dei sessanta giorni di sconti previsti, di battere non solo le previsioni ma anche il risultato dello scorso anno, che sempre l’Ufficio Studi Confcommercio ha quantificato in 302 euro di acquisto medio a famiglia (135 euro a persona). Dati in leggero ribasso rispetto ai 305 e 136 euro dell’anno prima ma nettamente migliori di quelli del 2022, che segnavano 280 euro a famiglia e 125 euro a persona, e ancora di più del 2021, quando anche la terribile onda lunga del Covid aveva portato ad appena 237 e 105 euro medi di acquisti.
La sfida all’eCommerce
A rendere più difficile la vita dei saldi, in generale, e quindi a indurre al pessimismo nei pronostici della vigilia, hanno comunque storicamente contribuito diversi fattori, oltre alla più volte citata progressiva riduzione del potere d’acquisto degli italiani. Secondo il Codacons tre in particolare: i pre-saldi, diventati ormai un’abitudine nelle catene commerciali, i costanti sconti online e soprattutto lo sviluppo dell’eCommerce. Fattori che distribuiscono ormai gli acquisti durante l’intero anno, rendendo meno vistosa la convenienza delle svendite, invernali ed estive. Il commercio elettronico ha radicalmente cambiato lo shopping e non è un caso se, ancora nei dati dell’Ufficio Studi Confcommercio, sembrano ad esempio irraggiungibili oggi i rispettivamente 480 e 444 euro di acquisto medio a famiglia e 192 e 185 euro d’acquisto medio a persona del 2009 e del 2010. Anni, questi, dove il commercio elettronico era sì in crescita, ma condizionato da fattori quali l’ancora non capillare connettività e le pratiche di spedizione.