In un mondo in cui gli hamburger sono ormai “artigianalmente fatti a mano”, i chicchi di caffè sono accompagnati da un certificato di provenienza e le dichiarazioni di intenti aziendali sembrano più poesie che veri e propri obiettivi, non dovrebbe sorprendere i titoli e le cariche dei dirigenti abbiano raggiunto nel 2024 nuovi livelli di sontuosa inflazione.
Laddove una volta si entrava in un reparto vendite per incontrare un semplice “addetto alle vendite”, ora si viene presentati a un “Business Development Manager”. Passeggiando verso una reception ci si imbatte non in una semplice receptionist, ma in un “Director of First Impressions”.
Aziende di spicco stanno dando il ‘La’. Il co-fondatore di BrewDog, James Watt, si è ribattezzato “Capitano” anziché Ceo. Il gigante del mercato alimentare londinese Mercato Metropolitano è guidato dal “Chief Executive Dreamer” Andrea Rasca. Holly Branson, figlia di Richard Branson, è “Chief Purpose and Vision Officer” presso Virgin Group. Nel frattempo, la startup di intelligenza artificiale Builder.ai sostenuta da Microsoft, valutata oltre 1 miliardo di dollari, ha un fondatore che funge anche da “Chief Wizard”. E da lì l’elenco di titoli fantasiosi non fa che crescere.
Non è sempre stato così. Nel 2016, la pagina di Wikipedia per i titoli aziendali C-suite conteneva solo 10 semplici voci, come Chief Operating Officer, Chief Technology Officer e altri soliti sospetti. Facciamo un salto in avanti fino alla fine del 2024: quel numero è esploso a oltre 55 voci, inaugurando ruoli come Chief Visionary Officer, Chief Quality Officer e persino Chief Genealogical Officer.
Secondo il Work Change Snapshot lanciato di recente da LinkedIn, che ha intervistato circa 20.000 dipendenti in tutto il mondo, il 10% dei lavoratori assunti nel 2024 ha ricoperto ruoli che nel 2000 non esistevano nemmeno, mentre il 68% delle posizioni in più rapida crescita è nato negli ultimi due decenni.
In parole povere, il mondo professionale si sta trasformando a un ritmo sorprendente, con nuove cariche e ruoli di lavoro che stanno rapidamente diventando la norma.
Il lato positivo
Per le organizzazioni, questi titoli gonfiati possono effettivamente attrarre talenti che cercano più di uno stipendio, e questo grazie a ruoli che alludono a crescita personale, scopo e contributi unici, soprattutto in un’epoca in cui la crescita salariale è rimasta in molti casi indietro rispetto all’inflazione.
Eppure c’è una dimensione più oscura. La proliferazione di titoli grandiosi o vaghi può confondere le acque per chi cerca lavoro, clienti e investitori. Un Chief Vision Officer supera i tradizionali dirigenti C-suite? Le sue si sovrappongono alle responsabilità di un direttore strategico o di un capo dello staff? A che punto un Head of Vibe diventa solo un esercizio di branding piuttosto che un ruolo con vera autorità?
Poi c’è il sospetto che, mentre il tuo titolo di lavoro potrebbe alludere a un’ambizione alle stelle, le tue responsabilità quotidiane rimangono saldamente legate a terra. Dopotutto, un Chief Wizard potrebbe passare i martedì pomeriggio a risolvere problemi del sito web o ad aggiustare la stampante dell’ufficio. C’è anche, osiamo suggerire, il rischio che questi titoli stravaganti possano rischiare di risultare poco seri, mettendo a repentaglio la credibilità che le aziende lavorano così duramente per coltivare.
Per ora, però, solo il cielo sembra essere il limite di una bolla linguistica che non accenna a scoppiare e le aziende probabilmente inventeranno titoli e cariche sempre più audaci nella seconda metà del decennio. Fino ad allora, il resto di noi guarderà al fenomeno con divertimento, sconcerto e forse anche un pizzico di invidia. Dopotutto, chi non sarebbe tentato di provare la vita da mago o da sognatore almeno per un giorno?
L’articolo originale è su Fortune.com
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