È un po’ un paradosso, forse non solo italiano: la stanchezza per la pandemia ha portato, in alcuni casi, a una disaffezione per i vaccini, che pure ci hanno consentito di uscire dall’emergenza. E allora forse la nuova edizione del Calendario vaccinale per la vita 2025, che aggiorna la versione 2019 raccogliendo tutte le ultime evidenze scientifiche sulle vaccinazioni in grado di favorire la salute a ogni età, potrebbe fornire un utile momento di riflessione.
Basato sulle migliori evidenze scientifiche disponibili, il nuovo Calendario per la vita “rappresenta la base per l’aggiornamento del calendario vaccinale del Piano Nazionale della Prevenzione – spiega Roberta Siliquini, Presidente della Società Italiana d’Igiene (SItI) – riportando importanti novità sia sul fronte delle tecnologie disponibili ed efficaci, che sul fronte delle schedule vaccinali. Ci auguriamo che venga al più presto recepito dalle Istituzioni affinché il diritto alla miglior prevenzione possibile sia consolidato su tutto il territorio nazionale”.
Gli esperti coinvolti
Il Documento è forte del contributo di cinque Società scientifiche con più di 50mila Medici e Professionisti sanitari iscritti. Il Board del Calendario per la vita comprende: Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), Società Italiana di Pediatria (SIP), Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG) e Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG).
Le novità
“Abbiamo scelto di dedicare un capitolo al vaccino contro Covid-19 per delinearne caratteristiche e raccomandazioni di utilizzo per i più fragili – spiega Paolo Bonanni, docente di Igiene presso il Dipartimento di Scienze della Salute Università di Firenze e Coordinatore scientifico del Board – Ampio spazio è stato dato anche a tutti i nuovi strumenti per la prevenzione delle malattie da Virus Respiratorio Sinciziale, a partire dagli anticorpi monoclonali da somministrare ai neonati, senza dimenticare i tre vaccini per la popolazione adulta e le donne in gravidanza. Un altro capitolo, invece, è dedicato ai vaccini coniugati contro lo Pneumococco ad incrementato numero di valenze (15 e 20) ed un ulteriore capitolo sottolinea le caratteristiche del vaccino ricombinante per Herpes Zoster, supportato da nuovi dati sulla durata della protezione. Nel Calendario vengono fornite le nuove evidenze di efficacia dei vaccini contro il Papillomavirus Umano HPV, le cui coperture restano colpevolmente e inspiegabilmente basse. Abbiamo ritenuto, infine, di richiamare l’attenzione, ancora una volta, all’offerta gratuita del vaccino contro il Meningococco B in età adolescenziale”.
Le sfide
“Il Calendario punta a proteggere tutti i nuovi nati, con o senza fattori di rischio, dal Virus Respiratorio Sinciziale, responsabile della bronchiolite, che rappresenta la principale causa di ricovero nel primo anno di vita – ricorda la Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip) – La campagna di immunizzazione è partita nelle diverse Regioni, sebbene con modalità e tempi differenti. L’auspicio per il prossimo anno è quello di poter contare su una distribuzione più efficace enomogenea, per garantire a tutti i bambini pari possibilità di accesso”.
Nella nuova edizione del Calendario trova spazio anche una riflessione sul contrasto tra diritto alla privacy e diritto alla salute. Se è infatti vero che una medicina di iniziativa, sulla base dell’età anagrafica, appare possibile nell’attuale legislazione (si possono organizzare chiamate attive, ad esempio, nella popolazione over 60), risulta invece impossibile alle Agenzie di Sanità pubblica poter invitare a vaccinazioni – spesso in grado di salvare da gravi complicanze, ospedalizzazioni o morte – sulla base della situazione patologica specifica individuale, in quanto ciò lederebbe il diritto alla privacy. Insomma, sarà necessario trovare un tavolo di discussione su come garantire ai soggetti a rischio l’offerta di interventi vaccinali di grande importanza per la salute.
A mancare poi è, spesso, un’adeguata organizzazione dei servizi vaccinali e dei sistemi di archiviazione e sorveglianza sulle coperture. Per gli specialisti è dunque urgente varare, finalmente, un’anagrafe vaccinale nazionale che possa essere estesa a tutta la popolazione, consentendo quindi un preciso monitoraggio delle coperture nel nostro Paese.