Ci risiamo: dopo i casi sospetti di Lucca e Cosenza, una nuova segnalazione da Treviso riaccende i riflettori sulla misteriosa malattia X segnalata dalle autorità locali nella Repubblica democratica del Congo. Cosa sta succedendo? Mentre le investigazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità vanno avanti, le nostre autorità sanitarie – insieme ad alcuni infettovologi ed epidemiologi – invitano alla cautela.
Malattia Congo: due casi sospetti in Italia e la malaria, le novità
Il paziente di Treviso
“In riferimento al caso della persona di Treviso deceduta di ritorno da un viaggio in Congo nella capitale Kinshasa e a Nord lungo il fiume Congo – sottolineano il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità (Iss) in una nota congiunta – si rappresenta che, dalle prime informazioni raccolte dalla Aulss2 Veneto, il paziente” di 55 anni, morto per sospetta febbre emorragica, “non avrebbe avuto alcun contatto con personale sanitario né si sarebbe mai recato in ospedale dall’insorgenza dei sintomi fino al loro peggioramento. Non risulta che abbia seguito alcuna terapia farmacologica”.
Sono in corso gli accertamenti da parte dell’Istituto Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e dell’Istituto superiore di sanità. Mentre la Regione Veneto, come da protocollo, ha già attivato in forma precauzionale le necessarie misure di sorveglianza sanitaria. I precedenti casi di pazienti provenienti dal Congo (regione di Kinshasa), uno ricoverato all’ospedale di Lucca e l’altro presso l’azienda ospedaliera di Cosenza, sono guariti e sono stati dimessi.
In cerca di una causa
Dal canto suo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha affermato di non aver ancora determinato in modo definitivo la causa della ‘malattia X’ che sta circolando nella zona sanitaria di Panzi, provincia di Kwango: sono ancora in corso test di laboratorio, ha riferito l’agenzia Onu per la salute in una e-mail a ‘Usa Today’.
Nelle scorse ore alcune dichiarazioni del ministero della sanità della Rdc avevano alimentato suspetti su una “malaria grave che si manifesta sotto forma di malattia respiratoria in una terra indebolita dalla malnutrizione”, come ha riportato l’Agence congolaise de presse su X. Proprio la malaria era già sotto la lente degli esperti. Il Dg dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva detto che alcuni campioni prelevati in Congo da pazienti affetti dalla malattia misteriosa erano risultati positivi alla malaria.
L’effetto ‘Pierino e il lupo’
Insomma, in attesa di informazioni chiare è bene tenere i nervi saldi. “Le indagini sono in corso, si tratta di un fenomeno che va approfondito e soprattutto va letto con un’ottica One Health, ma no agli allarmismi” aveva detto a Fortune Italia l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma.
D’accordo Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale policlinico San Martino di Genova: “L’Italia non ha fatto una bella figura, i vari allarmi sui presunti casi”, ha detto Bassetti parlando con Adnkronos Salute, “sembrano degli ‘al lupo al lupo’ che non hanno senso. Il Congo è un Paese grande come l’Europa, il paziente di Treviso veniva dalla capitale che è a 700 chilometri dalla zona interessata. Ieri il governo del Congo ha ipotizzato che si tratti di una forma di malaria complicata che ha attecchito su persone gravemente malnutrite. In Italia stiamo facendo delle brutte figure perché i presunti casi di rientro dal Congo finiscono sulla stampa prima di fare tutti gli accertamenti del caso”. Insomma il rischio è quello di creare “solo allarmismo inutile”. “Prima di dare notizie si devono avere certezze, altrimenti – avverte Bassetti – è cattiva informazione”.