Se gli italiani sono costretti a fare i conti con l’annoso problema delle liste d’attesa, con pronto soccorso affollati e difficoltà di accesso alle cure, la colpa è anche di una scarsa cultura sanitaria. Ne è convinto Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che ne ha parlato nel corso di un incontro con i giornalisti per gli auguri di fine anno, invitando a guardare i numeri.
“Spendiamo 6 miliardi di euro l’anno in ricoveri impropri. È vero che il Servizio sanitario nazionale presenta delle carenze”, a partire dal numero degli operatori. “Ma è vero anche che i pochi solo che ci sono, li usiamo male. Occorre migliorare su questo fronte”.
Il caso screening
Per il presidente dell’Iss, insomma, il problema è anche culturale. Ne è un esempio la scarsa aderenza degli italiani agli screening. “Lo dico da calabrese a Roma: in alcune aree del Paese abbiamo una situazione indegna di un Paese civile”. Bellantone sottolinea il gap fra regioni del Nord, dove in alcuni casi il dato è vicino al 100%, e quelle del Sud, dove si arriva a fatica al 20-30%. Forse vale la pena ricordare, allora, che il no agli screening si traduce in un ritardo delle diagnosi. “Occorre colmare questo gap Nord-Sud”, ha aggiunto il presidente dell’Iss, dicendosi poi “fiero del lavoro fatto” nell’ultimo anno dagli studiosi dell’Istituto di viale Regina Elena.
Fra gli ultimi successi internazionali, l’inserimento dell’Iss all’interno del consorzio dei tre istituti di sanità pubblica – insieme a quello della Danimarca (SSI) e a quello dei Paesi Bassi (RIVM) – designato di recente per istituire il nuovo laboratorio di riferimento dell’Unione europea per la salute pubblica, sui batteri presenti negli alimenti e nell’acqua.
La sicurezza delle acque
Batteri come Salmonella, Listeria e Campylobacter possono essere responsabili di gravi malattie nell’uomo. I focolai coinvolgono spesso grandi popolazioni e attraversano i confini nazionali, mettendo a dura prova i sistemi sanitari. Per affrontare questo problema, l’Unione Europea ha designato un nuovo laboratorio di riferimento per garantire un approccio europeo unificato, forte di metodi standardizzati. Obiettivo, aumentare la capacità diagnostica e migliorare l’armonizzazione delle procedure e la comparabilità dei dati prodotti in tutta l’Ue. Lo Statens Serum Institut (SSI) danese assumerà il ruolo di coordinamento centrale, mentre l’Istituto nazionale per la salute pubblica e l’ambiente (RIVM) nei Paesi Bassi e l’Istituto nazionale di sanità (ISS) italiano saranno partner chiave.
Il laboratorio lavorerà a stretto contatto con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e la Commissione europea, per garantire una risposta efficace alle malattie trasmesse con alimenti e acqua.