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Giù le mani da Babbo Natale: gli errori da evitare se il bimbo fa i capricci

Babbo natale
Adyen Articolo
Velasco25

Gestire un bimbo che fa i capricci può essere molto sfidante. Così, quando il comportamento del piccolo di casa diventa problematico, molti genitori ricorrono alle minacce: dal portargli via i giocattoli, al promettere che così facendo Babbo Natale non arriverà. E questo succede un po’ in tutte le latitudini, anche se i genitori di bambini dai tre ai cinque anni sembrano più propensi a usare le minacce per affrontare i comportamenti scorretti del figlio, con ben un quarto che arriva a chiamare in causa Babbo Natale, almeno secondo un sondaggio americano condotta dal  Children’s Hospital dell’University of Michigan Health.

Promesse o minacce

Non solo Babbo Natale: molti genitori in caso di capricci hanno minacciato di lasciare un’attività o un luogo, di portare via i giocattoli o di far saltare il dessert alla piccola peste, mentre quasi la metà degli intervistati ha usato un approccio diverso: la ‘corruzione’. “Se ti comporti bene, mamma ti dà un dolcino”.

Ma attenzione: “la disciplina aiuta i bambini piccoli a imparare quali comportamenti sono sicuri e appropriati e può svolgere un ruolo cruciale nell’aiutarli ad apprendere la differenza tra giusto e sbagliato“, sottolinea Susan Woolford, pediatra e co-direttrice del sondaggio. “Le minacce a vuoto, tuttavia, minano la credibilità del genitore e di solito non sono efficaci. Il rinforzo positivo ha maggiori probabilità di modellare il comportamento a lungo termine”.

La coerenza è la chiave

Sebbene metà dei genitori si consideri molto coerente nell’imporre la disciplina ai propri figli, molti ammettono di avere difficoltà con la coerenza, secondo l’indagine Usa rappresentativa a livello nazionale e basata sulle risposte di  725 genitori con almeno un figlio tra uno e cinque anni.

Le principali sfide sono legate al fatto che in alcuni casi il bambino è troppo piccolo per capire, ma anche al ricorso a strategie che non sempre funzionano e al tentativo di prevenire un capriccio in pubblico.

Attenzione alla stanchezza

Quasi un quarto dei genitori afferma inoltre di irritarsi troppo quando il figlio si comporta male, di reagire prima di ricordare le proprie strategie o di essere semplicemente troppo stanco per essere coerente.

“Può essere difficile avere un approccio alla disciplina coerente senza pianificazione. La coerenza può essere difficile soprattutto quando i genitori sono stanchi, distratti o si sentono sopraffatti”, ha affermato Woolford. “È importante allora che i genitori pianifichino in anticipo le strategie da mettere in campo e siano sulla stessa lunghezza d’onda, per comprendere le aspettative ed evitare di inviare segnali contrastanti“.

Servirebbe una guida

Insomma, alla fine l’incertezza regna sovrana. La maggior parte dei genitori intervistati ha riferito di aver ricevuto suggerimenti da diverse fonti, dal partner a familiari e amici, passando per libri, articoli e social media dedicati a bambini e famiglie. Forse proprio questo è il problema: l’autorevolezza della fonte.

Meno di un quinto dei genitori ha discusso di disciplina con un operatore sanitario e alcuni hanno ammesso di utilizzare strategie non raccomandate dagli esperti, incluso la sculacciata, che – secondola ricerca – può alimentare ribellione ed essere collegata a un aumento dell’aggressività nei bambini in età prescolare e scolare. “I genitori dovrebbero evitare la tentazione di affidarsi a tattiche che potrebbero produrre un risultato a breve termine, ma avere effetti negativi in ​​seguito“, avverte Woolford.

Occhio all’età

Ma allora cosa fare? Per i piccoli di 1-2 anni la distrazione è spesso la più efficace: come spiega Woolford, i bambini così piccoli stanno esplorando il loro ambiente e una cattiva condotta volontaria è rara. Dopo i due anni, i bambini capiscono che le loro azioni possono causare una reazione negli altri e potrebbero volerli mettere alla prova. I genitori con bimbi fra tre e cinque anni sono più propensi a usare avvertimenti, parlare con fermezza e dare timeout.

Nella pratica, come regolarsi? Facciamo qualche esempio: se un bambino rovescia una bibita per rabbia, una punizione appropriata sarebbe quella di fargli pulire il pasticcio, mentre una non correlata sarà meno efficace. “Le conseguenze dovrebbero essere immediate, in modo che il bambino capisca la connessione con la sua cattiva condotta”, ha affermato l’esperta.

“Man mano che i bambini crescono, anche le loro risposte alla disciplina cambieranno, quindi i genitori dovrebbero adattare le loro strategie e rimanere aperti a nuovi approcci”, ha affermato. “Bilanciare la correzione con il rinforzo positivo, come lodi e ricompense, aiuta i bambini a sviluppare l’autostima mentre imparano dai loro errori”. Insomma, anche in questo periodo sarebbe meglio lasciar stare Babbo Natale.

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