Settimana lavorativa corta, di quattro giorni, per garantire un miglior bilanciamento fra lavoro e vita privata e facilitare la scelta di formare una famiglia. L’esperimento radicale del Giappone per invertire il trend negativo delle nascite, ormai atavico problema del Paese, partirà da Tokyo nell’aprile del 2025. I 160mila dipendenti pubblici della municipalità della capitale nipponica potranno modificare il proprio orario di lavoro per liberare un terzo giorno a scelta ogni settimana.
I numeri della crisi demografica
Nel 2023, i nuovi nati sono stati 758.631; è il valore più basso mai registrato nella storia del Paese. Il dato, che peggiora per l’ottavo anno consecutivo, rappresenta il tasso di natalità più basso del mondo. A contrarsi, prevedibilmente, è anche il numero di matrimoni: 489.281, per la prima volta in 90 anni sotto quota 500mila. La bassa natalità è scarsamente compensata dalla presenza di stranieri, a causa delle rigide regole del Paese sull’immigrazione.
I bassi tassi di fertilità, uniti all’elevata aspettativa di vita, stanno accelerando il processo di invecchiamento della popolazione. In Giappone il tasso di fertilità si attesta al minimo storico dell’1,2%, ben al di sotto del 2,1% necessario per garantire la sostenibilità della popolazione (in Italia il tasso è dell’1,24%). Il Sol Levante ha visto cadere progressivamente, anno dopo anno, il numero dei nuovi nati, scesi sotto il milione per la prima volta nel 2016.

L’esperimento parte da Tokyo
La proposta di Yuriko Koike, governatrice della città, punta a migliorare la qualità della vita dei cittadini e in modo particolare delle donne lavoratrici. In queste ultime ore, a questa importante iniziativa Koike ne ha aggiunta un’altra, altrettanto significativa per sopperire alle difficoltà economiche e favorire il work-life balance delle famiglie: rendere gratuiti gli asili nido per tutti bambini in età prescolare a partire da settembre. Koike ha evidenziato che il governo continuerà a rivedere le politiche del lavoro affinché le donne non si trovino a dover scegliere tra figli e carriera.
Le sfide da affrontare
Nonostante i potenziali benefici, l’implementazione della settimana lavorativa corta non sarà certo un percorso privo di ostacoli. Alcune aziende, infatti, potrebbero opporsi alla riduzione delle ore lavorative temendo un calo della produttività. Inoltre, cambiare la radicata mentalità giapponese del lavoro, che arriva fino al concetto estremo del ‘karōshi’ (morte per troppo lavoro) richiederà tempo e una trasformazione culturale profonda.
Un cambiamento necessario
Sebbene non risolva da sola il problema demografico, questa misura potrebbe segnare l’inizio di un cambiamento culturale più ampio, volto a creare una società in cui il lavoro e la vita privata siano bilanciati in maniera più sana. L’iniziativa potrebbe ispirare altri Paesi con analoghi problemi demografici, come l’Italia, a seguire l’esempio giapponese.