PGIM_970x250_HEADER

Microbiota tra fantascienza e realtà: occhio al far west dei test genetici

microbiota
Adyen Articolo
Velasco25

Continuano ad arrivare risultati interessanti sull’influenza del microbiota per la salute umana, da quella dell’intestino a quella mentale, passando per allergie, difese immunitarie, risposta ai farmaci e asma. Insomma, non c’è dubbio che in futuro il microbiota – ovvero l’insieme dei miliardi di batteri, funghi e microrganismi che abitano nel nostro intestino – sarà la chiave per la  diagnosi precoce di tante malattie e il loro trattamento. Ma, appunto, parliamo di futuro.

A preoccupare gli specialisti, però, è il moltiplicarsi – spesso online – di kit commerciali per effettuare dei test fai-da-te del microbiota. Non è la prima volta che ne parliamo:  ebbene, questi dispositivi sono privi di significato e di solidità scientifica. E rappresentano, almeno per il momento, una perdita di tempo e denaro. A sottolinearlo questa volta è un panel di esperti internazionali, guidati da noti specialisti del Policlinico Gemelli, che ha redatto le linee guida per il corretto utilizzo dei test sul microbiota e le raccomandazioni ad hoc. Ma facciamo un passo indietro.

La ‘dieta’ del microbiota, come alimentare i batteri buoni

Tra fantascienza e realtà

Una delle ultime ricerche, firmata dall’University College Cork, ha messo in luce il ruolo chiave del microbiota intestinale nel regolare le risposte allo stress interagendo con i ritmi circadiani, ovvero l’orologio interno che regola le funzioni del nostro organismo.

La scienza corre e sono già stati studiati degli interventi per modificare il microbiota quando presenta dei problemi, ad esempio per mezzo del trapianto di microbiota fecale: potrà sembrare insolito, ma ormai questo è il trattamento di routine per le recidive delle infezioni da Clostridiodes difficile.

Per dare una regola a questa moderna corsa all’oro e definire degli standard di qualità e accuratezza per i test, un panel di esperti internazionali, guidato dai professori Antonio Gasbarrini e Giovanni Cammarota e dal dottor Gianluca Ianiro di Fondazione Policlinico Gemelli Irccs e Università Cattolica del Sacro Cuore, tra i pionieri delle ricerche sul microbiota, ha redatto il documento pubblicato su ‘Lancet Gastroenterology & Hepatology’.

Da sinistra: Sanguinetti, Porcari, Ianiro e Gasbarrini

Come sottolinea Serena Porcari della Uoc di Gastroenterologia Fondazione Policlinico Gemelli e prima autrice dello studio, “il microbiota intestinale ha assunto un ruolo chiave come strumento diagnostico, prognostico e terapeutico. In quest’ottica il primo step, per una modulazione mirata del microbiota stesso, è l’ottenimento di una standardizzazione della sua analisi, regolamentata secondo la definizione di criteri minimi per l’esecuzione del test”.

D’accordo anche Maurizio Sanguinetti, Ordinario di Microbiologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore del Dipartimento di Scienze di Laboratorio ed Ematologiche del Gemelli. “La caratterizzazione diagnostica del microbiota intestinale deve basarsi su standard rigorosi, per garantire risultati affidabili e clinicamente utili. Non si tratta di un semplice test di laboratorio, ma di uno strumento complesso che richiede una profonda comprensione delle dinamiche microbiche e del loro impatto sulla salute umana. Ecco perché queste analisi – insiste Sanguinetti – devono essere condotte da personale altamente qualificato, con competenze specifiche in microbiologia clinica e bioinformatica”.

Cosa serve

Insomma, i tempi non sono ancora maturi per utilizzare al di fuori dei centri fortemente specializzati l’analisi del microbiota nella pratica clinica, in particolare per la diagnosi precoce di tante patologie o come guida ad un trattamento. “Sono necessari ulteriori studi di intervento mirati a valutare l’efficacia di una modulazione personalizzata (e non a ‘taglia unica’) sulla base dei risultati di questi test”, dice netto Giovanni Cammarota, Ordinario di Gastroenterologia all’Università Cattolica e direttore della UOC di Gastroenterologia Policlinico Gemelli.

La strada è segnata e la standardizzazione è ormai “indispensabile – sostiene il professor Antonio Gasbarrini, preside della Facoltà di Medicina e Ordinario di Medicina Interna presso l’Università Cattolica, nonchè direttore della UOC Medicina Interna e Gastroenterologia e del Centro Malattie dell’Apparato Digerente (CEMAD) della Fondazione Policlinico Gemelli – rendendo il microbiota un elemento sempre più integrato nella medicina personalizzata. Nel contesto clinico, queste linee guida saranno essenziali per tradurre i progressi della ricerca in applicazioni concrete, migliorando la gestione di molte patologie gastroenterologiche e sistemiche legate al microbiota”.

C’è ancora del lavoro da fare, ma molto si è costruito. “Nel nostro Laboratorio di Microbiologia presso la Fondazione Policlinico Gemelli – conclude Maurizio Sanguinetti – applichiamo test diagnostici sul microbiota intestinale seguendo i principi e le best practice delineate nel documento. È fondamentale investire nella formazione di futuri medici e microbiologi affinché acquisiscano le competenze necessarie per interpretare correttamente i risultati di questi test e applicarli in modo efficace nella pratica clinica”. Trasformando così le promesse del microbiota in applicazioni personalizzate.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.