A complicare il sogno di un uomo di diventare genitore possono essere anche patologie come l’obesità e il diabete. Ora però uno studio dell’Università di Padova accende i riflettori su una nuova potenzialità dei celebri farmaci per perdere peso.
“Le sperimentazioni sono state eseguite su liquidi seminali di 20 soggetti obesi”, precisa a Fortune Italia l’andrologo Carlo Foresta presidente della Fondazione Foresta ETS, autore del lavoro in collaborazione con Alberto Ferlin del Dipartimento di medicina dell’Università di Padova e Andrea Di Nisio dell’Università Pegaso.
Il team ha scoperto che gli agonisti del recettore del GLP-1, andati a ruba in questi mesi ed efficaci nel favorire un calo di peso in soggetti obesi, agiscono anche sulla motilità degli spermatozoi. Un elemento che apre a nuovi scenari nella terapia del paziente infertile con obesità, come è stato detto al Congresso “La denatalità e la sessualità tra ambiente e aging” in corso presso l’Aula Magna del Palazzo del Bo dell’Università di Padova.
I numeri del problema
L’Italia sta inanellando record negativi continui sul fronte della natalità. E questo fin dal 2008. Ma non se la passa bene nemmeno sul fronte di obesità e sovrappeso. Ebbene, forse non tutti sanno che l’obesità influisce negativamente sulla salute riproduttiva maschile per diversi motivi. E si inserisce nel più ampio problema della denatalità. Stando all’Istituto superiore di sanità i dati portano a stimare nel biennio 2020-2021 che il 43% della popolazione adulta nel nostro Paese è in eccesso ponderale, ovvero il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso. Mentre nel 2023 il numero di neonati è sceso a quota 379.000, 13.000 in meno rispetto al 2022.
I nuovi farmaci
Dati che “evidenziano un problema crescente e la necessità di un intervento preventivo o terapeutico”, dice ancora Foresta. “La ricerca sta ampliando l’uso di questi farmaci non solo per obesità e diabete, ma anche per altre condizioni associate, come l’infertilità maschile”, spiega ancora Foresta. “Il recettore del GLP-1 infatti non solo è presente in quegli organi di interesse metabolico, ma anche a livello del testicolo e degli spermatozoi”.
Gli autori di questo studio hanno confermato la riduzione della qualità del liquido seminale dei soggetti obesi, cercando poi di capire se le nuove molecole potessero avere un’azione diretta sulle cellule spermatiche. I risultati sono stati sorprendenti: in seguito a stimolazione in vitro del recettore del GLP-1, la motilità degli spermatozoi aumenta significativamente, attraverso una modificazione della struttura della membrana dello spermatozoo che si realizza con una importante riduzione del colesterolo di membrana, nemico della motilità spermatica.
Il legame fra obesità e infertilità
L’obesità influisce negativamente sulla salute riproduttiva per diversi motivi: causa uno squilibrio ormonale che altera la spermatogenesi, favorisce l’infiammazione cronica che può danneggiare le cellule del testicolo, ma aumenta anche lo stress ossidativo, generando radicali liberi che compromettono la qualità degli spermatozoi e aumenta la temperatura scrotale, danneggiando ulteriormente la produzione di spermatozoi.
La combinazione di questi fattori può portare a un aumento del rischio di infertilità. Ecco perchè “interventi farmacologici innovativi, come i recenti agonisti del recettore del GLP-1, rappresentano un’importante risorsa terapeutica. Ma devono essere integrati con strategie preventive, educazione sanitaria e cambiamenti nello stile di vita”, conclude Foresta. Preziosi per l’impatto che possono avere sulla salute generale e sulla fertilità.