L’arresto in flagranza differita – istituito per contribuire a frenare le violenze nei confronti dei ‘camici bianchi’ – è stato applicato nei giorni scorsi in Puglia, per l’aggressore di un’operatrice del 118. “Esprimo vivo apprezzamento, a nome di tutti gli operatori del Sistema di Emergenza Territoriale 118, medici, infermieri, autisti-soccorritori, per la puntale applicazione del provvedimento di arresto dell’aggressore. Siamo stanchi di essere il bersaglio di rabbia esplosiva e di proteste che possono e devono, anche tenendo conto della emotività di taluni contesti altamente drammatici, essere gestite comunque rispettando chi opera in prima linea, al servizio della persona”, dice a Fortune Italia il presidente della Società Italiana Sistema 118, Mario Balzanelli.
Ma che cosa è successo? A ricostruire la vicenda, ‘La Voce di Manduria’. Qualche giorno fa un 51enne di Sava aveva aggredito prima verbalmente e poi fisicamente, strattonandola violentemente, un’operatrice dell’ambulanza del 118 chiamato per soccorrere la madre di 83 anni, che aveva avuto un malore, poi deceduta.
Sul posto erano intervenuti i carabinieri che hanno raccolto le testimonianze dei sanitari e di altre persone presenti, trasmettendo l’informativa al pubblico ministero Filomena Di Tursi, che ha fatto scattare l’arresto in differita. L’uomo, posto agli arresti domiciliari, non ha potuto partecipare nemmeno al funerale della madre. La misura è stata firmata dal giudice delle indagini preliminari, Benedetto Ruberto, che per la prima volta in provincia di Taranto ha applicato il decreto legge che prevede l’arresto in flagranza di reato anche differita per chi aggredisce un operatore sanitario.
L’aggressione
L’uomo avrebbe accolto l’ambulanza, partita da Manduria, con pugni sul finestrino lamentandosi del ritardo. L’equipaggio – un infermiere, un autista-soccorritore e la soccorritrice – è entrato in casa evitando l’uomo che inveiva ma poi, mentre la soccorritrice allestiva la strumentazione medica, questi si sarebbe avventato strappandole dalle mani con violenza il defibrillatore e procurandole una forte distrazione del polso destro.
Mentre gli operatori praticavano sulla paziente le manovre previste, è arrivata l’automedica di Pulsano inviata dal personale della centrale operativa di Taranto che, avvertito dell’aggressione, aveva anche allertato i carabinieri. Il medico del 118 ha certificato il decesso dell’anziana per cause naturali, mentre la soccorritrice è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria, visitata e dimessa con una prognosi di quindici giorni.
L’appello
“Aggredire i sanitari, in particolare noi operatori del 118, in assoluto i più esposti perché operiamo in campo aperto, pare sia ormai diventato uno sport nazionale. Questo arresto, probabilmente il primo dal varo delle nuove disposizioni legislative, effettuato pressoché immediatamente subito dopo l’aggressione a una soccorritrice del 118, segna un punto di svolta fondamentale, quello per cui percepiamo finalmente il passaggio dalla teoria dalla prassi. Questo – conclude Balzanelli – ci permette di sentire la giustizia concretamente presente al nostro fianco, a tutela della nostra integrità e del nostro sacrosanto diritto a lavorare serenamente in un contesto ad altissima complessità quale l’emergenza sanitaria”.
Gli sviluppi
La storia non finisce qui. Come segnala ‘La Voce di Manduria’, l’aggressore arrestato in flagranza differita nel frattempo ha lasciato gli arresti domiciliari. Nell’udienza di convalida nel Tribunale di Taranto, il gip Benedetto Ruberto ha disposto per lui la misura meno restrittiva dell’obbligo di firma.