Non sono solo i rincari degli skipass a offuscare la gioia degli appassionati di sci e snowboard per il ritorno sulle piste. Stando ad Altroconsumo, quest’anno una famiglia di tre persone sborserà in media 186 euro al giorno per gli impianti di risalita: il pass giornaliero infatti è aumentato in media del 4,1% mentre quello settimanale del 3,8%.
Ma con la riapertura della stagione invernale, il rischio è anche quello di incappare in incidenti, cadute e traumi. “Lesioni molto cambiate negli ultimi anni, che però è possibile prevenire”, dice a Fortune Italia Fabrizio Cortese, direttore Ortopedia e Traumatologia Ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto (TN) e presidente di Otodi (società degli Ortopedici e traumatologi ospedalieri italiani). L’ortopedico, appassionato sciatore, invita in particolare a “fare attenzione al fatto che, secondo le statistiche, le lesioni sono più frequenti nella prima ora di sci e nell’ultima”.
Iniziamo dai numeri: come è il trend degli incidenti e delle lesioni che minacciano gli appassionati di sci e snowboard?
Negli ultimi dieci anni c’è stata una stabilizzazione numerica che, considerando l’aumento del numero di persone sulle piste (con l’eccezione del 2020-21, causa pandemia), paradossalmente indica come il fenomeno stia un po’ calando. Per avere un’idea, la statistica ci dice che si verificano circa 5 traumi ogni mille sciatori in pista al giorno. Parliamo di lesioni che richiedono il pronto soccorso, ma non necessariamente un intervento.
Come sono cambiati i traumi da sci?
Qualche anno fa vedevamo principalmente fratture. Consideriamo che il 60% delle lesioni da sci sono sull’arto inferiore (femore, gamba e ginocchio) e che il ginocchio resta il più colpito. Ma ora non registriamo quasi più fratture di gamba, mentre sono diffuse le lesioni ai legamenti del ginocchio, quindi del collaterale mediale e del crociato.
Come mai?
Il fenomeno è collegato all’avvento dello sci da carving nella metà degli anni ’90: con questa attrezzatura la sciata è molto più veloce. Così arrivano le fratture del piatto tibiale o del femore, che sono lesioni da alta velocità. Dobbiamo pensare che ad essere cambiata è anche la sciata, che prevede gambe più larghe, con lo sci che non poggia più su tutto lo spigolo, quindi se si perde aderenza è più facile incorrere in una frattura o in una lesione al ginocchio. Putroppo nelle ultime stagioni stiamo registrando più traumi legati proprio alla velocità.
E per lo snowboard?
In questo caso ad essere maggiormente interessati sono polso e spalla, soprattutto nei principianti. Ecco allora che il messaggio per gli appassionati e i neofiti è quello di adottare, soprattutto agli inizi, guanti con gli appositi rinforzi. Più rare, con la tavola, le lesioni al ginocchio.
Può aiutarci a ‘disegnare’ un identikit dei soggetti più a rischio?
L’età si sta spostando verso l’alto, perchè abbiamo più persone che fanno sci alpino anche in età più avanzata. Per quanto riguarda le fratture, l’età media è intorno ai 45-55 anni. Per le lesioni ai legamenti, invece, direi 10 anni di meno. Nei bambini questo tipo di traumi è più raro: si tratta per lo più di fratture ‘a legno verde’, cioè incomplete, dell’avambraccio e della tibia, a meno che non abbiamo a che fare con giovanissimi atleti agonistici.
Come ridurre il rischio di farsi male sulle piste?
L’attrezzatura deve essere preparata adeguatamente: dunque lamine fatte, taratura degli attacchi (che deve essere correlata al peso e alla capacità sciistica dello sportivo) e buone condizioni generali. Poi c’è la preparazione pre-sciistica, che dovrebbe iniziare almeno due mesi prima della settimana bianca e che deve rinforzare la muscolatura stabilizzatrice, dunque quadricipite, femore, coscia e muscoli adduttori.
Ovviamente occorre essere in buone condizioni fisiche, altrimenti è meglio non affrontare una giornata sugli sci. Ricordando che – secondo le statistiche – le lesioni sono più frequenti nella prima ora di discese e nell’ultima, quando siamo ‘più freddi’ o più stanchi. Facciamo poi molta attenzione nelle ore post-prandiali. Infine, se non si è molto esperti, meglio evitare la neve fresca, come pure i fuori-pista, peraltro vietati.