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Nucleare, Urso: “In arrivo nuova società e legge collegata alla manovra”

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Velasco25 Articolo

La conferma arriva dal ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, aprendo l’evento dell’Associazione italiana nucleare di Roma: una società a controllo pubblico che si occuperà di studiare come ritornare all’energia nucleare – di nuova generazione – in Italia dovrebbe arrivare “nelle prossime settimane”. Non è l’unico pilastro su cui poggiano i piani del Governo per accelerare sul nucleare, però: un collegato del Mase alla manovra definirà il contesto legislativo finanziario del nucleare in Italia.

Un collegato alla manovra per il nucleare di terza e quarta generazione

Da quanto apprende Fortune Italia, il ‘collegato’ dovrebbe coincidere con la legge delega alla quale sta lavorando, su incarico del Mase, il professore del Cnel Giovanni Guzzetta, una legge delega che risulta ai collegati alla legge di bilancio come da ultima Nadef.

Guzzetta, ha detto recentemente Gilberto Pichetto Fratin, è al lavoro: “Mi presenterà entro fine anno il quadro di tutte le proposte che dovranno essere tradotte in un disegno di legge delega sul nucleare”, secondo il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica.

Il collegato alla Manovra andrà quindi ad affiancare tutte le altre iniziative che il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha approntato negli scorsi mesi per un ritorno all’atomo, dal Pniec alla ‘piattaforma per il nucleare sostenibile’ – incaricata di produrre una roadmap scientifica e industriale che per ora non è ancora stata pubblicata. Secondo Francesca Salvemini, capo segreteria tecnica del Mase e responsabile della piattaforma, i sette gruppi che la compongono hanno concluso il loro lavoro e già nel Pniec hanno individuato una quota di 11% di energia nucleare nel fabbisogno energetico al 2050.

Isin authority per il nucleare

Lo stesso Pichetto durante l’evento ha confermato l’arrivo entro fine anno del percorso normativo per il nucleare. “Ho sempre detto che al Governo non spetta costruire nuove centrali, anche perché le vecchie grandi centrali appartengono al passato. Il compito del Governo è scrivere le regole e garantire sicurezza. Siamo per questo impegnati su più binari. Il gruppo presieduto dal professor Giovanni Guzzetta presenterà entro fine anno una bozza di legge delega per definire un percorso normativo e un nuovo schema di governance”, ha confermato.

Sarà inoltre necessaria una Authority: Sarà l’Isin, l’attuale ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, che dovrà però essere rafforzato in rapporto a nuovi compiti di controllo e licensing”, dice Pichetto, che  non dimentica di menzionare la questione del deposito unico nazionale per i rifiuti radioattivi, per il quale è arrivato un nuovo rinvio in termini di tempistiche. “Ha ragione chi dice che non si può pensare ad un ritorno al nucleare se non riusciamo a trovare un posto per stoccare i rifiuti radioattivi. Dobbiamo affrontare anche questo tema con responsabilità nella consapevolezza che una soluzione, o più soluzioni locali, vanno trovate a prescindere dalla produzione di energia da fonte nucleare. Perché il Parlamento e il Paese decideranno se istallare i piccoli reattori, ma tutti gli italiani continueranno a fare radiografie e radioterapie che produrrano rifiuti da stoccare in sicurezza. Nei giorni scorsi abbiamo avviato la procedura di vas per la carta delle aree idonee. Le realtà locali saranno coinvolte e potranno dire la loro. Ma una soluzione va trovata”.

Nucleare tra newco e legge

“Noi stiamo preparando il contesto affinché già alla fine di quest’anno l’Italia si possa avviare in maniera consapevole e responsabile sulla via del nucleare di nuova generazione, sicuro e pulito, che possa garantire non solo un costo di energia competitivo con quello degli altri grandi paesi industriali europei, ma anche una maggiore sicurezza sulle fonti di approvvigionamento energetico. Per questo nella legge di stabilità è previsto un collegato del Ministero dell’Ambiente che definisce il contesto legislativo e finanziario su cui si potrà sviluppare in Italia l’industria degli impianti nucleari di terza generazione avanzata e poi quarta generazione, con la prospettiva da tutti condivisa della fusione nucleare, su cui proprio le imprese italiane sono più avanti di altri nel contesto globale”, ha detto Urso.

Una nuova società per il nucleare

Un altro passo cruciale è la creazione di una nuova società dedicata al nucleare, che “vedrà la partecipazione dei principali attori nazionali”, ha detto Urso. Entro fine anno sarà quindi costituita una società a controllo pubblico per lo studio e l’approfondimento diretti alla realizzazione degli impianti nucleari di terza e quarta generazione. Alla newco parteciperanno “tutte le entità che in questi anni si sono occupate di nucleare”. 

Da quanto riportato recentemente una nuova società per il nucleare dovrebbe nascere a breve e dovrebbe essere al 51% di Enel, al 39% di Ansaldo e al 10% di Leonardo. La stessa Ain, durante l’evento, ha chiesto al Governo di “costituire un soggetto industriale che selezioni e sviluppi in Italia le tecnologie avanzate più promettenti per il nostro Paese come gli Small Modular Reactors (SMR)”.

“Stiamo realizzando il soggetto, l’azienda, con i più grandi attori capaci di portare competenze e esperienze in questa materia – ha detto – affinché questi impianti nucleari su base industriale, piccoli, compatibili, componibili e trasportabili persino in un container sia possibile produrli in Italia per installarli ovunque nel mondo laddove le imprese e i distretti industriali lo richiedano”, ha detto il ministro. “Un soggetto italiano arriverà entro le prossime settimane in modo che attraverso la legge di bilancio e il collegato del Mase e la costituzione di quest’azienda con  i più significativi attori nazionali, l’Italia definirà un percorso accelerato per realizzare impianti piccoli, componibili e trasportabili da collocare in Italia, nel mediterraneo e in Europa”.

“Senza il nucleare, il Paese rischia di perdere la sua competitività industriale e di peggiorare la sua autonomia energetica”, ha dichiarato Stefano Monti, Presidente dell’AIN. “Secondo i dati del London Stock Exchange Group (LSEG), in Italia il prezzo medio all’ingrosso dell’energia elettrica nel 2023 è stato pari a 127 euro per megawattora, ovvero il 30 % in più della Germania e della Francia e il 50 % in più della Spagna. In USA questi prezzi sono addirittura da 2 a 3 volte inferiori. La transizione verde è un obiettivo imprescindibile”, ha sottolineato Monti “ma non può essere affidata solo alle rinnovabili. Serve una strategia che integri nucleare e rinnovabili, con un approccio pragmatico e tecnologicamente neutrale. E’ giunto il momento di rimuovere le ambiguità residue e avviare in tempi brevi un programma che coniughi la ricerca e sviluppo con la realizzazione di impianti nucleari di ultima generazione per la produzione di energia, in tempi congruenti con le necessità del Paese”.

Secondo Paolo Arrigoni, presidente del Gestore dei servizi energetici, le rinnovabili, pur essendo fondamentali, “devono essere abbinate a un base load” che attualmente è garantito dalle centrali a turbogas. Tuttavia, per eliminare i combustibili fossili, “quel base load non può essere altro che garantito dal nucleare”.

Le richieste delle industrie: una roadmap per il rilancio del nucleare

Le industrie di settore e quelle ad alta intensità energetica nonché l’Associazione Italiana Nucleare (AIN) hanno presentato al Governo durante l’evento al teatro Eliseo una serie di richieste concrete per rilanciare il settore nucleare e garantire al Paese una transizione energetica stabile e sostenibile. Tra le priorità, la creazione di una cabina di regia per il potenziamento delle infrastrutture di base e una Autorità di Sicurezza Nucleare indipendente e con risorse adeguate, “essenziale per fornire un quadro normativo moderno e garantire procedure di regolamentazione e autorizzazione rapide e certe per i nuovi impianti nucleari”.

Un altro punto cruciale, secondo l’Ain, “è l’investimento nella formazione, valorizzando il potenziale italiano che già forma il 10% degli ingegneri nucleari europei. Ogni gigawatt di nucleare installato, secondo i dati, potrebbe generare 10.000 posti di lavoro altamente qualificati e un impatto economico di 4,3 miliardi di euro di PIL, sottolineando il contributo strategico di questo settore alla crescita del Paese. Infine, è indispensabile puntare su una comunicazione trasparente con i cittadini, per superare pregiudizi e diffidenze legate al nucleare”.

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