La scorsa settimana, durante la riunione annuale del Consiglio d’Amministrazione di Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), la compagnia petrolifera statale emiratina, è stata lanciata XRG, una nuova società chimica e energetica nata con lo scopo di soddisfare la crescente domanda di energia pulita nell’area.
La svolta di XRG
La società, che dovrebbe ufficialmente iniziare la sua attività nel primo trimestre del 2025, è già quotata per un valore di circa 80 milioni di dollari e nonostante sia ufficialmente svincolata da ADNOC, di fatto ricade sotto l’egida di Sultan Ahmed al-Jaber, Ministro dell’Industria e della Tecnologia Avanzata, Amministratore delegato e CEO di ADNOC, diventato noto all’opinione pubblica italiana per essere stato presidente di COP28. Proprio il manager emiratino che nel 2006 ha fondato Masdar, la prima compagnia statale nel campo delle energie rinnovabili, ha detto che XRG ha l’obiettivo di “rafforzare il ruolo di Abu Dhabi e degli Emirati Arabi come leader mondiali nel settore dell’energia e della chimica”.
L’azione di XRG, stando a quanto emerso dalla riunione annuale di ADNOC, dovrebbe operare attraverso tre distinte piattaforme: Global Chemicals, che si pone l’obiettivo di diventare uno dei principali attori internazionali nel settore, arrivando a soddisfare almeno il 70% della domanda di prodotti chimici entro il 2050; International Gas per la produzione di gas naturale e Low Carbon Energies che dovrebbe investire in energia pulita a basso contenuto di carbonio. Oltre a questo, XRG, dovrebbe beneficiare del know how di ADNOC circa l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale per l’efficientamento energetico e la riduzione delle emissioni.
Dal petrolio al gas naturale
I propositi di transizione energetica degli Emirati Arabi Uniti, tuttavia, si scontrano con quello che sembra ancora il ‘core business’ del paese: quello del petrolio. Negli ultimi mesi, infatti, ADNOC ha aumentato la propria produzione di oro nero, passando lo scorso maggio da 4,65 milioni di barili al giorno a 4,85 milioni.
Insieme alla produzione di petrolio, aumenta anche quella di gas naturale che pur non essendo un’energia paragonabile alle fonti rinnovabili, ha meno emissioni di carbonio rispetto all’oro nero. Attualmente la capacità produttiva di GNL si attesta sui 325,26 milioni di metri cubi. Nella stessa direzione si rivolgono anche gli investimenti internazionali degli Emirati Arabi. Risalirebbero allo scorso maggio i colloqui diplomatici tra Abu Dhabi e Whashington per la costruzione di trading desk volti a facilitare la vendita e l’acquisto di gas. Nello stesso periodo, ADNOC ha acquistato il 10% delle azioni della concessione Area 4 di Galp nel bacino di Rovuma in Mozambico, uno dei più importanti giacimenti di gas naturale nell’Africa meridionale, che comprende l’impianto operativo Coral South Floating LNG (FLNG), il Coral North FLNG e gli impianti onshore di Rovuma LNG. Una mossa di straordinaria importanza, che può fare degli Emirati Arabi uno degli attori principali nella gestione del gas naturale all’interno dell’Africa sub sahariana.
In questo senso si colloca la piattaforma International gas di XRG che, secondo al-Jaber, dovrebbe costituire “un portafoglio di gas integrato su scala mondiale per aiutare a soddisfare il previsto aumento del 15% della domanda globale di gas naturale nel prossimo decennio, come combustibile di transizione a basso tenore di carbonio, nonché soddisfare il previsto aumento del 65% della domanda di gas naturale liquefatto entro il 2050”.
XRG è un altro progetto dove ADNOC, che formalmente risulta un mero soggetto promotore, si propone di essere, attraverso la figura di al-Jaber, la guida della rinascita economica emiratina nel campo della transizione energetica.