PGIM_970x250_HEADER

Aids e Hiv in Italia, tra molte luci e qualche ombra

Aids
PGIM_970x250_ARTICOLO
Velasco25 Articolo

In effetti gli esperti l’avevano previsto: l’apparente trend in calo dell’Hiv in Italia negli anni di Covid-19 si è infranto contro i dati del 2023. Sono state 2.349 le nuove diagnosi nel nostro Paese, 4 per 100.000 residenti, stando all’ultimo report del Centro Operativo Aids (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità. Ma quella dell’Hiv-Aids è una storia complessa, punteggiata di successi con ancora alcune ombre, che vogliamo ricordare in occasione della Giornata mondiale del 1 dicembre.

Aids: i numeri e le sfide in Italia, a partire dalla nuova legge

I risultati della ricerca

Grazie alla terapia antiretrovirale, l’infezione da Hiv dopo oltre 40 anni può essere considerata una condizione cronica, con una prospettiva di vita sempre più simile a quella della popolazione generale. Con la terapia regolare la viremia può essere azzerata, rendendo il virus non trasmissibile: un principio noto come U=U (Undetectable = Untransmittable), che però non è ancora molto conosciuto dalla popolazione.

Fra i traguardi più recenti, i farmaci a lunga durata, i cosiddetti long acting, che si possono somministrare nel paziente virologicamente soppresso, e la Prep, la profilassi pre-esposizione. “Il congresso internazionale Hiv Glasgow 2024 ha proposto alcune significative novità – sottolinea Cristina Mussini, vicepresidente Simit – Sono stati presentati i risultati dello studio DOLCE che confermano l’efficacia della terapia a due farmaci (dolutegravir/lamivudina) anche nei soggetti con diagnosi tardiva, addirittura nel 30% dei casi già in Aids”.

L’infiammazione

“Se in passato vi era il rischio di infiammazioni opportunistiche che potevano determinare l’Aids, oggi la persona con Hiv è maggiormente esposta a un’infiammazione cronica che può portare a patologie cardiovascolari o malattie degenerative, comorbidità con cui il paziente che invecchia deve fare i conti. Le nuove sfide per chi vive con l’Hiv includono dunque il miglioramento della qualità della vita, la gestione dell’invecchiamento e delle comorbidità, l’ottimizzazione delle interazioni farmacologiche. Queste nuove soluzioni terapeutiche non solo migliorano l’aderenza terapeutica, ma contribuiscono anche a ridurre lo stigma, offrendo soluzioni più pratiche e discrete”, afferma Mussini.

Il vaccino che non c’è

Protagonista di studi e ricerche, il vaccino preventivo è ancora distante, ma diversi studi sulla PrEP, in particolare sulla sua versione “long acting” ,hanno mostrato risultati straordinari. “In Italia, la PrEP orale – attualmente l’unica disponibile – offre una protezione elevata (97%) contro l’Hiv. Può essere assunta quotidianamente o “on demand”, ossia in occasione di rapporti a rischio. Questi dati non devono portare a sottovalutare l’uso del preservativo, che resta uno strumento di prevenzione efficace nonché l’unico in grado di proteggere anche da altre infezioni sessualmente trasmissibili, come clamidia, sifilide, gonorrea”, dice la vicepresidente Simit.

Le diagnosi tardive e l’accesso al test

Il numero delle nuove diagnosi e il fatto che ancora troppe siano tardive evidenzia la necessità di una maggior sensibilizzazione sulle norme di prevenzione e di accesso al test, non solo tra i giovani. “Rinnovare l’attenzione sulle sfide che l’infezione da HIV ancora pone – afferma il professor Carlo Torti, Ordinario di Malattie Infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore della Uoc di Malattie Infettive di Fondazione Policlinico Gemelli – è una necessità assoluta. Le innovazioni hanno finora portato all’introduzione della terapia antiretrovirale a lunga durata d’azione (LA) che, oltre a garantire un ottimo controllo del virus, darà un enorme impulso al miglioramento della qualità della vita di persone che vivono attualmente una patologia cronica.
Oggi è necessario operare un cambio di paradigma verso la valutazione onnicomprensiva della salute, con la sfida e la necessità di nuovi modelli organizzativi di assistenza al paziente, sempre più complessi, da integrare con il monitoraggio dei parametri clinici e la personalizzazione del trattamento”.

“Per affrontare adeguatamente le complessità dell’infezione da Hiv – aggiunge Torti -è fondamentale un approccio multidisciplinare che integri le competenze di diversi professionisti. Questo non solo ottimizzerebbe la gestione clinica dell’Hiv e delle comorbidità, ma permetterebbe anche una valutazione continua e coordinata delle esigenze cliniche e psicologiche dei pazienti, migliorando la qualità della vita e l’efficacia complessiva del trattamento”.

Come sottolinea Enrica Tamburrini, Associato dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Responsabile della UOS di Malattie Infettive al Policlinico Gemelli, “i dati 2023 appena pubblicati, indicano che il 60% delle nuove diagnosi riguarda pazienti con malattia già avanzata, coinvolgendo non solo le cosiddette categorie a rischio, ma anche uomini adulti eterosessuali (che rappresentano il 48% dei nuovi casi di Hiv). La scienza e l’organizzazione sanitaria devono lavorare insieme per offrire soluzioni concrete, ponendo le basi per un futuro in cui la salute di ogni paziente sia realmente al centro del sistema sanitario”.

Lo stigma

A resistere, dopo tanti decenni, è lo stigma, insieme a qualche bufala (avete presente il bacio che contagia?). Lo stigma però non fa male solo a chi lo subisce. Ciò che non si conosce fa paura, e la paura fa fare scelte sbagliate. Anche per questo è importante tornare a parlare di Hiv e Aids, dando informazioni corrette: perchè se vogliamo fermare questo virus subdolo – che ormai conosciamo bene, ma che non è ancora sconfitto – dobbiamo sapere cosa fare. Senza rinunciare al piacere, ma anche senza ‘spegnere’ il cervello.

PGIM_300x600_ARTICOLO side
PS25 Box

Leggi anche

Ultima ora

Iscriviti alla nostra Newsletter

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.