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Unicredit, l’offerta “contenuta” per Banco BPM è un messaggio a Commerzbank?

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Velasco25 Articolo

Mentre il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ricorda il golden power e il vicepremier Matteo Salvini lancia l’allarme sulla volontà di Unicredit di bloccare i piani del governo su un terzo polo bancario italiano targato Mps-Banco Bpm, gli occhi del Ceo Andrea Orcel in realtà potrebbero essere puntati principalmente sulla Germania. Secondo Andrea Monticini, professore di econometria finanziaria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il destinatario del messaggio lanciato oggi dalla seconda banca italiana potrebbero essere proprio gli interlocutori dell’operazione Commerzbank.

Unicredit lancia un’offerta da 10 miliardi per comprare Banco Bpm

L’Ops annunciata a sorpresa (anche per il Governo) da Unicredit vale 10.086.832.606 euro, cioè 6,657 euro per azione di Banco Bpm, più o meno il prezzo della quotazione dello scorso venerdì. Monticini la considera un’offerta “contenuta” che però permetterebbe a Unicredit di avvicinarsi al primato di Intesa Sanpaolo per asset gestiti mentre si eliminerebbe dalle ipotesi il mostro a due teste Mps-Banco Bpm che, ricorda il professore, scalzerebbe proprio Unicredit dal secondo posto in Italia. Inoltre Unicredit si ritroverebbe in pancia il 9% delle azioni Mps – una volta completata l’operazione a sua volta lanciata da Banco Bpm su Anima – nonostante Orcel abbia detto di non avere Monte dei Paschi tra i suoi obiettivi.

Il ministro Giorgetti ha osservato che “come dice von Clausewitz il modo più sicuro per perdere la guerra è impegnarsi su due fronti”. Unicredit può impegnarsi su entrambi i fronti? Se le cifre rimanessero queste sarebbe assolutamente possibile andare avanti sia sull’Italia che sulla Germania, arrivando sul podio delle banche europee in entrambi i casi, dice il professore. Ma integrare contemporaneamente Banco Bpm e Commerzbank in Unicredit sarebbe un lavoro enorme, lungo diversi anni, anche se il rischio di non portare a casa nulla potrebbe essersi quantomeno alzato, considerando che Orcel sta indispettendo due Governi contemporaneamente.

Professore, quali sono gli aspetti più importanti di questa operazione?

Secondo me ci sono tre punti fondamentali da sottolineare. Il primo punto è legato al fatto che il mercato italiano per le banche è ancora interessante. Nonostante il paese non cresca da più di 30 anni e le prospettive non siano particolarmente rosee, le masse di risparmio delle famiglie italiane sono interessanti per il sistema bancario. Il secondo aspetto è che Unicredit cerca di consolidarsi sul mercato italiano prendendo Banco BPM, una banca concentrata in territori ricchi di risparmio – ma questa mossa può essere interpretata anche come un segnale alle autorità tedesche, dato che c’è un’operazione aperta nel mercato tedesco. Infine, il terzo aspetto è che l’accorpamento Unicredit e Banco BPM creerebbe un polo più vicino a Intesa, attualmente la banca più potente in Italia, il che potrebbe essere positivo per i consumatori.

Se l’operazione Unicredit-Banco Bpm andasse in porto, effettivamente il primo posto di Intesa a livello di masse gestite sarebbe a rischio. È particolarmente importante per Unicredit colmare il gap con Intesa?

Il punto fondamentale è posizionarsi nella parte più allettante del mercato bancario italiano. Banco BPM è posizionato in regioni ricche e prenderla prima che diventi un polo ancora più competitivo è conveniente per Unicredit. Inoltre se si sommasse Mps a Unicredit, si arriverebbe alle dimensioni di Unicredit.

Matteo Salvini dice che quella di Unicredit potrebbe essere una mossa per fermare l’operazione su MPS.

Penso che la cifra offerta da Unicredit per Banco BPM sia contenuta, quindi non c’è un grande appeal. Mi sembra più una mossa indirizzata all’altra operazione di Unicredit, quella in Germania su Commerzbank. Il messaggio è che se ci sono ostacoli, Unicredit può concentrarsi su altro.

Andrea Orcel ha detto che le due operazioni sono indipendenti.

Certo che lo ha detto, ma integrare contemporaneamente Commerce Bank e Banco BPM è un’operazione complessa, può durare anni. Naturalmente se Unicredit riesce a comprare Banco BPM a poco, fa un affare.

Le differenze principali tra le due operazioni – Commerzbank e Banco BPM – quali sono?

L’operazione con Commerzbank è politica, creando una banca paneuropea. È un segnale forte che l’Europa cerca di fare squadra in un periodo complesso, tra il protezionismo di Trump e la guerra in Ucraina. Quella in Italia è più un’operazione di convenienza per Unicredit.

Pensa che non sia possibile portare avanti entrambe le operazioni?

A condizioni di prezzo contenuto, potrebbero funzionare entrambe. Esiste il rischio di non portare a termine nessuna delle due, ma la Banca Centrale Europea supervisiona tutte e tre le banche, quindi ostacoli politici non dovrebbero esserci.

Giorgetti ha detto che chi combatte su due fronti rischia di perdere tutto. È rischioso fare due scelte poco gradite a due governi?

È utile avere un’approvazione dal Governo, ma queste sono operazioni di mercato, sotto la supervisione della Banca Centrale Europea. L’operazione ha sorpreso anche il governo, il che significa che c’è stato un mantenimento del segreto. Se queste operazioni fossero spifferate in anticipo, l’operazione salterebbe perché il prezzo crescerebbe troppo.

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