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Fertilità e microbiota: i batteri che insidiano quella di lui

sperma
Adyen Articolo
Velasco25

Pseudomonas, Prevotella e persino gli ‘amichevoli’ Lattobacilli. Ad accomunare questi batteri è la scoperta che la loro presenza in eccesso nel liquido seminale può impattare sulla concentrazione degli spermatozoi. E, dunque, sulla fertilità maschile.

Ad accendere i riflettori su questo fenomeno sono due review condotte dai ricercatori dell’Università di Napoli Federico II e dagli esperti dell’Università di Padova insieme a colleghi brasiliani e danesi, pubblicate di recente su ‘Frontiers in Endocrinology’ e ‘Cells’.

“Un tempo si riteneva che il liquido seminale fosse naturalmente privo di batteri; qualsiasi microbo trovato tra gli spermatozoi era considerato un segno di infezione. Ma le ricerche più recenti, seppur ancora in fase iniziale, stanno mostrando che lo sperma ha una propria comunità microbica, proprio come” accade per “l’intestino e la vagina”, spiega Alessandro Palmieri, presidente della Società italiana di andrologia (Sia) e professore di Urologia all’Università Federico II di Napoli.

Le ricerche

Ma in che modo il microbiota del liquido seminale impatta sulla fertilità? Dopo aver passato al setaccio rispettivamente 37 e 27 studi, è emerso come l’aumento di ceppi di Prevotella e Pseudomonas e Lactobacillus iners sia un fattore di rischio per la concentrazione spermatica, causandone una riduzione sotto la soglia minima (stabilita dall’Organizzazione mondiale della sanità) necessaria per la fertilità maschile.

“Il microbioma dello sperma può contenere un ampio insieme di microbi. La maggior parte proviene dalle ghiandole del tratto riproduttivo superiore, compresi i testicoli, le vescicole seminali e la prostata. Tali batteri, se in equilibrio, lavorano per il nostro benessere, ma se in eccesso potrebbero avere un potenziale ruolo nell’infertilità”.

Un tema al centro del VI Congresso Natura, Ambiente, Uomo (Nau) in corso oggi e domani nelle Langhe. Si stima che un numero ridotto di spermatozoi sia causa o concausa di almeno il 30% dei casi di infertilità di coppia. Sono infatti numerosi gli studi che segnalano come nell’ultimo mezzo secolo ci sia stato un significativo declino globale della concentrazione e della conta spermatica totale, il cui numero si è dimezzato negli ultimi decenni e il cui ritmo di riduzione è più che raddoppiato dal 2000.

Batteri e infiammazione

Se finora la composizione del microbiota era stata indagata più sul fronte femminile, l’analisi a cui hanno partecipato i ricercatori dell’Università di Napoli Federico II ha preso in considerazione 37 studi condotti tra il 1980 e il 2023 su oltre 9.300 uomini. Il lavoro ha rilevato un eccesso di ceppi di Prevotella e Lactobacillus negli individui con ridotto numero di spermatozoi, rispetto a uomini con conta spermatica normale. Risultati confermati dalla review condotta dai ricercatori dell’Università di Padova, su 27 lavori raccolti sulla piattaforma PubMed fino al 2023, che ha identificato anche la presenza di alte concentrazioni di ceppi di Pseudomonas. “Le ricerche – spiega Palmieri – hanno rilevato che soprattutto l’eccesso di Lactobacillus può produrre acido lattico, portando potenzialmente a un ambiente infiammatorio a livello locale che può influire in modo negativo sul numero degli spermatozoi”.

Proprio questo aspetto potrebbe fal luce sulle forme di infertilità maschile cosiddette “idiopatiche” o “sine causa”. Aprendo la strada “a nuove strategie terapeutiche per correggere le alterazioni dei parametri spermatici e migliorare la fertilità maschile”, conclude Palmieri. Un elemento importante anche considerata la crisi della natalità che da decenni attanaglia il nostro Paese.

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