La maggior parte degli analisti presenti alla chiamata sugli utili di Nvidia ha concentrato le proprie domande sul lancio della piattaforma di nuova generazione Blackwell, nonché su temi come i margini aziendali e la catena di approvvigionamento. Tuttavia, ci sono enormi domande legate a Donald Trump che incombono sull’industria dei semiconduttori. Il CEO Jensen Huang ha risposto a una domanda su cosa potrebbe significare per l’azienda il ritorno del presidente eletto alla Casa Bianca.
Le proposte di Trump per tariffe globali presumibilmente influirebbero su Nvidia. Nonostante la sua generale retorica dura contro la Cina, i precedenti commenti che mettevano in dubbio l’impegno dell’America ad aiutare Taiwan a difendersi da una possibile invasione cinese hanno pesato sui titoli legati ai chip. Taiwan è infatti la sede di TSMC, il principale fornitore di Nvidia.
“L’imprevedibilità del presidente eletto è ora un peso su praticamente tutta la tecnologia” ha affermato Ted Mortonson, managing director e stratega del settore tecnologico presso Baird.
Qualunque cosa decida di fare una seconda amministrazione Trump, Huang ha dichiarato che Nvidia si adeguerà. “Rispetteremo pienamente qualsiasi regolamento che verrà emanato”.
Nvidia, come altri produttori di chip, ha avuto difficoltà a produrre chip per il mercato cinese a causa dei controlli sulle esportazioni imposti dall’amministrazione Biden, che, secondo quanto riportato, sta considerando ulteriori misure sulle vendite verso nazioni ricche del Golfo Persico.
Le vendite in Cina, che un tempo rappresentavano un quarto dei ricavi dell’azienda, hanno rappresentato solo il 12% del business dell’ultimo trimestre, secondo Bloomberg. Angelo Zino di CFRA Research ha affermato che un approccio più transazionale dell’amministrazione Trump nei confronti della Cina, rispetto ai divieti generalizzati dell’attuale amministrazione, potrebbe potenzialmente avvantaggiare la più grande azienda del mondo.
La Cina, ha scritto in una nota recente, è attualmente una o due generazioni indietro nello sviluppo dei chip AI.
“Secondo il nostro team di analisi di Washington, Trump potrebbe essere disposto a offrire chip AI più avanzati ad altre nazioni, inclusa la Cina, se il prezzo fosse giusto, mantenendo comunque un certo vantaggio tecnologico” ha scritto.
Ciononostante, la tariffa universale proposta da Trump potrebbe porre delle sfide, dato che il 57% del business di Nvidia si svolge all’estero, secondo Bloomberg. La CFO di Nvidia, Colette Kress, ha evidenziato lo slancio della domanda per la cosiddetta “AI sovrana”, ossia le nazioni che investono nella propria infrastruttura GenAI, affermando che la distribuzione delle GPU in India è cresciuta di 10 volte.
CFRA ritiene che l’AI sovrana potrebbe rappresentare 11-12 miliardi di dollari di ricavi quest’anno. Tuttavia, indipendentemente da chi si trovi alla Casa Bianca, l’importanza di Nvidia per gli Stati Uniti come risorsa di sicurezza nazionale è enorme.
“C’è la preoccupazione che ora questa sia percepita come un’azienda di difesa nazionale”, ha osservato Mortonson.
Tra molte incognite, è evidente che Huang e la sua azienda devono affrontare sfide che vanno ben oltre il soddisfare una domanda insaziabile.
Questa storia è stata originariamente pubblicata su Fortune.com.