Crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Sono queste le accuse sulla base delle quali i tre giudici della Corte penale internazionale hanno emesso all’unanimità mandati d’arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, oltre che per il capo del braccio armato di Hamas, Mohammed Deif. Sia Netanyahu che Gallant saranno passibili di arresto se si recheranno in uno degli oltre 120 Paesi firmatari dello Statuto di Roma (che istituisce la Cpi).
Israele afferma di aver ucciso Deif in un attacco aereo ad agosto, ma Hamas non ne ha mai riconosciuto formalmente la morte, quindi i giudici hanno scelto comunque di procedere con l’emissione di un mandato anche contro di lui. Le implicazioni pratiche della decisione potrebbero essere limitate, dal momento che Israele e il suo principale alleato, gli Stati Uniti, non riconoscono la giurisdizione della Corte. Fortune Italia ha chiesto Fiamma Nirenstein, giornalista e scrittrice – ‘La guerra antisemita contro l’Occidente’ è il titolo del suo ultimo libro – di commentare la decisione dei giudici dell’Aia.
Un mandato d’arresto internazionale per crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Cosa significa?
“È una decisione che non condivido affatto, le cui basi sono smentite anche da un documento della Federazioni delle associazioni Italia-Israele. Lo Stato israeliano è l’unico al mondo a combattere una guerra per la propria sopravvivenza e allo stesso tempo a garantire cibo e medicinali alla popolazione avversaria, che in gran parte è stata anche complice di Hamas o per motivi ideologici o per paura. La Corte penale internazionale, insieme alla Corte internazionale di giustizia, è parte dello strumento Onu (anche se di fatto la Cpi non è un organo delle Nazioni Unite) che nel corso degli anni, a causa di come sono state costruite nel tempo le maggioranze, vede uno schieramento con a capo l’Iran e ostile a Israele. Sullo Stato israeliano infatti si sono riverberate una quantità di accuse, inchieste, condanne, che adesso trovano il loro sfogo in questa pazzia di arrestare Netanyahu. Cioè il leader di un Paese democratico, costretto ad una guerra mai scelta, indotta da un’aggressione sanguinosa. E a cui peraltro si è subito accompagnata l’aggressione di Hezbollah e dell’Iran. Inoltre la Cpi riconosce anche la Palestina, di fanno uno Stato che non esiste”.
Che implicazioni avrà questa decisione?
“Innanzitutto sottolineo come la tempistica di questo mandato d’arresto sia molto interessante, una sorta di lancio di missili in vista dell’arrivo di Trump alla presidenza degli Usa. Si tratta di una decisione che farà rivoltare lo stomaco a tutte le persone dotate di buon senso e che avrà implicazioni in grado di mettere una pietra tombale sul senso di responsabilità di queste istituzioni. Che si rendono così sempre più inutili e fuorvianti”.
La Corte ha parlato di “ragionevoli prove” per procedere in questo modo, tra cui la privazione di cibo, acqua e forniture mediche subita dai civili palestinesi. Come commenta?
“Le accuse sono una assurdità assoluta e non sapremo mai da dove la Corte abbia preso le informazioni per formularle, perché si tratta di informazioni segrete, probabilmente provenienti dai rapporti di diverse Ong. Lo Stato israeliano ha provveduto all’invio di camion contenenti generi alimentari, puntualmente attaccati da Hamas. Tutte le notizie che provengono da Israele sono sempre verificabili, da più parti. Non sono mai state tagliate né acqua né elettricità, tantomeno c’è stato un accanimento sulla popolazione civile, che anzi si è sempre cercato di mettere in salvo, avvertendola. Semmai, l’uso dei civili come scudi umani è stata una strategia di Hamas, come dichiarato da Sinwar. Sotto gli ospedali poi si trovavano centrali di direzione dei gruppi terroristici palestinesi. Anche i numeri che raccontano di una strage compiuta da Israele sono numeri fasulli e non verificabili, provenendo dal ministero della Sanità di Hamas. Le uniche cifre verificabili sono quelle che parlano di 20 mila terroristi uccisi, quindi le proporzioni andrebbero riviste. Siamo nell’ambito di un’aggressione antisemita pura e semplice”.
Quindi lei pensa che si tratti di antisemitismo?
“Non c’è nessun dubbio su questo. Israele è stato accusato di genocidio, cosa che non è mai accaduta con la Cina, per come tratta gli uiguri, o con la Siria di Assad. Tel Aviv ha sempre trattato i palestinesi alla pari, offrendo loro, continuamente, pace e territori, puntualmente rifiutati. Questa accusa arriva perché dall’Onu ci sono prese di posizione precise. Non dimentichiamo che dopo il 7 di ottobre – la cui entità dei crimini deve spingerci a interrogarci e ad allargare il nostro concetto di crudeltà – il Segretario Guterres commentò dicendo che non si trattava di un avvenimento nato nel vuoto: un’affermazione cinica, violenta e antisemita”.