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SFS2024: un nuovo inizio per lo sport nel Lazio

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Velasco25 Articolo

Lo sport al centro del benessere sociale e dello sviluppo del territorio. La Regione Lazio scommette sulle politiche sportive con una proposta di legge che rinnova una normativa ferma al 2002. Obiettivo: ridefinire lo sport come strumento di inclusione sociale, sviluppo economico e benessere in sinergia con le realtà sportive del territorio. Il presidente Francesco Rocca ne ha parlato allo stadio Olimpico di Roma nella giornata conclusiva del Social Football Summit, la piattaforma di incontro giunta quest’anno alla settima edizione che mette di fronte istituzioni, professionisti, club e aziende che lavorano per il futuro della football industry.

“L’attività politica deve stimolare e coinvolgere gli enti locali – ha detto Rocca – quindi favorire l’inclusione sociale e la crescita delle infrastrutture. Oggi purtroppo molte famiglie non possono permettersi di far praticare uno sport ai propri figli. Il modello Caivano è iconico, è la linea che intendiamo seguire. Vogliamo riappropriarci della capacità di programmazione delle risorse tramite il dialogo con Sport e Salute”. Secondo il governatore, il tema dell’accessibilità degli impianti sportivi “è centrale quando si parla di quartieri più impegnativi come Caivano e Corviale. I sindaci sanno quanto è importante ma devono poter contare sul supporto degli assessori e degli enti che siano in grado di accompagnare la richiesta”. Per Rocca, “la base per il progresso è il dialogo tra le parti in causa”, per questo è stata molto importante l’approvazione dell’ingresso dello sport in Costituzione “che vuole dare una spinta sociale forte”. Parole confermate dal presidente di Sport e Salute, Marco Mezzaroma, per cui l’ingresso dell’attività fisica in Costituzione “è un passaggio storico, un punto di svolta. L’attività della Regione con l’approvazione di una legge, ferma da oltre 20 anni, è un passaggio importantissimo. Lo sport sta diventando sempre più veicolo di promozione sociale e corretti stili di vita, che significa anche risparmio dei costi in salute”. Da qui la richiesta per avere una fotografia del territorio nazionale: “E’ necessario sapere quanti impianti ci sono – ha chiesto Mezzaroma – capire quanti sono quelli funzionanti, quando sono stati iniziati e se mai sono stati conclusi. Se vogliamo sviluppare altre Caivano è importante sapere quante sono”. Per gli impianti sportivi del Lazio, ha assicurato Rocca, “siamo in accordo con le linee guida del Coni per quanto riguarda censimenti e programmazione”.

La salute dei calciatori

Salute dei calciatori al centro poi dei panel della mattinata, con Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione italiana calciatori, che ha avvertito sui rischi sempre più tangibili degli infortuni in campo. Una piaga che impatta anche sui conti delle società. “Dobbiamo stabilire che tipo di calcio vogliamo fare – premette – perché i calciatori non vogliono ostacolare le grandi partite ma gli eventi vanno inseriti in un contesto molto ampio”. Alla base, ha sottolineato il presidente Aic, bisognerebbe salvaguardare “la parte migliore del calcio”, ovvero ciò che aumenta lo spettacolo. “I calciatori vorrebbero giocare sempre tutte le partite ma hanno il timore di non riuscire a disputare al massimo delle loro potenzialità”. Bisogna quindi capire che tipo di prodotto si vuole mettere in commercio: “Alla base della piramide devono esserci i campionati nazionali”. E se da una parte ci sono eventi “che non dipendono da noi, come il Mondiale per Club”, dall’altra non si può prescindere dal concetto solidaristico rappresentato dai singoli campionati nazionali: ridurre le partite per ridurre gli infortuni. “Mi domando se la salute degli atleti sia ancora un tema sindacale – ha aggiunto Calcagno – se tale resta vuol dire che allora stiamo sbagliando qualcosa”. Sugli infortuni, l’AIC ha presentato uno studio che fotografa perdite per quasi un miliardo e mezzo di euro generate in un anno solo dai tre campionati top, Premier League, Liga e Serie A. Il dato considera il costo degli infortuni, i giorni di assenza rispetto allo stipendio percepito e la svalutazione del cartellino. E’ andata un po’ meglio nella stagione 2021-2022, quella del mondiale qatariota disputato poco prima di Natale. Grazie a quella pausa atipica nel calendario, infatti, gli atleti hanno giovato di un riposo imprevisto e gli infortuni sono drasticamente calati. Tra i top club, gli infortuni della stagione successiva (2022-23) sono infatti incrementati nuovamente del 30% mentre tra i club minori del 12%.

Champions League

Il calcio internazionale richiama la nuova Champions League, col format del girone unico cominciato a settembre che “non piace ai tifosi e nemmeno a me”, ha sottolineato Bernd Reichart, ad dell’A22, ovvero la società promotrice della Superlega. Ora forte della sentenza della Corte di giustizia europea, “che ha permesso di comprendere meglio la nostra iniziativa”, la Superlega prepara lo sbarco nel calcio internazionale del futuro. Difficile però prevedere i tempi esatti. “Per il momento – ha detto Reichart – abbiamo la certezza giuridica”. Poi bisognerà trovare “equilibrio di governance e sostenibilità per i club”. Quanto alle società contrarie, Reichart ha insistito: “Chi ha un’idea monopolistica del calcio non riesce a sposare nuove idee, invito tutti a informarsi per bene sul percorso che vogliamo intraprendere”. Javier Tebas, presidente della Liga, ha partecipato ad altro un panel sulla pirateria nel mondo del calcio. “Non faccio altro che presentare la normativa italiana come modello di riferimento, magari ci fosse in Spagna”, ha raccontato. Più tardi, Tebas ha incontrato a pranzo il presidente della Lazio e senatore di Forza Italia Claudio Lotito, per un confronto sulla legge italiana che era stata voluta con forza proprio da Lotito.

Giovani e mondo del calcio: Riforma Zola

Il calcio italiano punterà invece sempre più sui giovani. Il Social Football summit ha infatti ospitato la presentazione ufficiale della cosiddetta “Riforma Zola”, ovvero la strategia messa in campo dal Vicepresidente vicario della Serie C, Gianfranco Zola, per rafforzare il ruolo dei settori giovanili. La Lega Pro supporterà infatti la formazione dei talenti con fondi ad hoc, coinvolgendo tutte le componenti istituzionali. Dalla stagione 2025-26, le premialità per l’impiego dei giovani provenienti dal settore giovanile arriveranno fino al 400%, il doppio rispetto a quanto già previsto per il campionato in corso. Mentre dalla stagione 2028-29, all’interno della lista settore giovanile, ogni club dovrà inserire un numero minimo di otto giovani formati all’interno della propria società. “La Serie C vuole tornare ad essere il vivaio del calcio italiano, l’idea strategica è quella di investire sui settori giovanili – ha spiegato Matteo Marani, presidente della Lega Serie C – inoltre dobbiamo rimettere in moto l’ascensore: inviterei quindi qualche club di A a guardare in C perché ci sono giocatori forti che possono giocare, senza andare in giro per il mondo”. “Possiamo creare le condizioni affinché i giovani crescano con maggiore qualità – ha assicurato Zola – siamo qui per aiutare i club perché il calcio ha un ruolo sociale in ogni paese. Se si vuole investire nelle risorse del territorio si deve fare”.

Comunicazione e digitale

Nel pomeriggio si è parlato di comunicazione nel mondo del calcio. Riccardo Nasuti, digital manager della World Soccer Agency e con un passato in Fiorentina e Roma, ha suggerito di creare “un nuovo equilibrio tra i nuovi trend, come la comunicazione social, e i valori tradizionali di una società sportiva che sono rappresentati dai tifosi del passato”. Indirizzo seguito da Franckie Tourdre, direttore della comunicazione dell’Olympique Marsiglia, “club dalla comunità molto ampia. Tutti amano la società e devi dare a tutti qualcosa. Ci rivolgiamo ai nuovi tifosi ma cerchiamo di parlare anche ai più storici”. Totalmente online il lavoro di Ian Taylor, capo comunicazione del West Ham United FC: “Oggi tutto è finito verso la rete, la sfida è intercettare le nuove generazioni. Il club è attivo su varie piattaforme”. Mentre Nick Speakman, capo social media del Manchester United, ha spiegato come la pandemia abbia dato una spinta definitiva alle nuove comunicazioni: “Creammo una piattaforma come luogo di scambio coi tifosi e il progetto si è ampliato coinvolgendo tantissimi giovani. Sono da cinque anni al Manchester United e il lavoro è stato concentrato fortemente su questo”.

Il caso Diarra

Dopo la sentenza della Corte di Giustizia UE sul caso Diarra, con la Fifa che ha aperto al dialogo sull’articolo 17 del Regolamento sullo status e i trasferimenti dei calciatori (RSTP), si è parlato anche di diritto dei giocatori e interessi dei club. Roberto Chieppa, presidente di Sezione del Consiglio di Stato, ha sottolineato “tante sentenze, come anche la legge Bosman, vanno in una direzione che mina il sistema calcio e l’autonomia di regolatori e federazioni che stabiliscono le regole da soli. L’industrializzazione del mondo calcio, purtroppo, ha distrutto la possibilità che non siano i giudici ad entrare nel mondo dello sport. Lo da giudice, quando il mondo del diritto entra in quello dello sport spesso fa danni, sarebbe meglio non entrasse. Ma spetta ai regolatori che i problemi non sorgano”. Claudia Romanelli, Management – P&P Management, ha ricordato il caso di Morgan De Sanctis ai tempi dell’Udinese, “diverso dal caso Diarra perchè più lineare e rapido, ma lo ricordiamo come il primo caso simile in Italia. Oggi è improbabile ci sia un caso nel calcio femminile, per ragioni economiche e di rapporti col club. Adesso sono infatti tutti molto solidali per agevolare la carriera delle atlete”. Cosa succederà ora con Diarra? L’avvocato Carlo Rombolà ipotizza che la Fifa tenda la mano al giocatore “per una soluzione amichevole, anche per non ingolfare la giustizia”. Sul piano sportivo, sostiene, “dovremo attenderci invece qualche modifica”.

La nuova Champions League

Alcuni inviati di Sky Sport hanno infine partecipato ad un panel sulla nuova Champions League, “Un racconto integrato. Campo, studio e social”. Obiettivo dell’azienda, hanno spiegato Federico Zancan, Giancarlo Marocchi, Federica Masolin e Mario Giunta, “è far entrare lo spettatore all’interno del nostro tour europeo grazie ad una tecnologia avanzatissima. Ogni settimana, in studio, analizziamo quanto avviene coi nostri esperti e lo integriamo col racconto sui campi che ci arriva dagli inviati. Vogliamo far sentire gli spettatori parte del nostro prodotto, l’esempio di Cesare Cremonini inviato con Sky Sport ad Anfield per il prepartita di Liverpool-Bologna lo testimonia”. Molto sviluppato anche il settore social: da settembre, i contenuti sulla Champions League pubblicati su tutte le piattaforme Sky Sport hanno raggiunto 238 milioni di visualizzazioni.

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