Facile come bere un bicchier d’acqua? Non proprio. Gli italiani fanno parecchi errori quando si tratta di antibiotici. A ricordarlo è anche il ministro della Salute Orazio Schillaci: “Non bisogna assumere antibiotici se non è necessario, perché altrimenti si contribuisce a rendere i batteri più resistenti rendendo meno efficaci i medicinali”.
Forse allora, nella Settimana mondiale per il consumo consapevole di questi farmaci organizzata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è utile ricordare i tre errori più comuni commessi dai connazionali. Fortune Italia lo fa con l’aiuto del virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva all’Università degli Studi di Milano e autore del libro ‘I superbatteri. Una minaccia da combattere’ (edito da Raffaello Cortina). “Sicuramente uno degli errori più diffusi è usare l’antibiotico per poco tempo”, sottolinea il virologo. “E questo perchè il farmaco funziona”.
Gli errori più comuni
Ma cosa inganna i pazienti? “Il medicinale fa subito effetto, così io sto meglio e non completo la terapia, interrompendola prima del tempo. Questo è un problema – spiega Pregliasco – perchè il batterio viene tramortito ma non sconfitto, e si sviluppano le varianti capaci di resistere”.
Il secondo errore è opposto: “Per timore di non essere ben guariti, si prolunga l’utilizzo oltre la prescrizione e in questo modo aumentano ancora una volta i rischi di antibiotico resistenza”. Il terzo sbaglio “consiste nell’utilizzo di antibiotico in prima istanza nelle infezioni respiratorie acute, che al 99,9% dei casi almeno all’esordio sono di origine virale, salvo poi sovrainfezioni batteriche. In questo senso l’errore è anche del medico, che è indotto a prescrivere questo farmaco. Oppure del paziente che si autoprescrive gli antibiotici e utilizza, magari, quelli avanzati l’altra volta a zia Maria”, conclude Pregliasco.
La campagna
Vi siete riconosciuti in qualcuno di questi comportamenti? Per accendere i riflettori sul problema arriva la nuova campagna nazionale sull’uso consapevole degli antibiotici 2024, con testimonial il conduttore televisivo Massimiliano Ossini che spiega come evitare di alimentare il moltiplicarsi dei superbug.
“L’uso scorretto di antibiotici è uno dei fattori più importanti, ma non l’unico, dell’antibiotico-resistenza, che ogni anno determina in Europa circa 35.000 decessi all’anno, di cui un terzo purtroppo in Italia. È importante, quindi, che i cittadini comprendano i rischi che si celano dietro un uso eccessivo di antibiotici e quanto sia controproducente una terapia fai da te”, ha detto Schillaci.
Lo spot
Per contrastare l’antibiotico resistenza occorrono anche innovazioni e ricerca. Un problema ben chiaro alle autorità sanitarie italiane.
“Penso all’importanza di promuovere l’uso di test diagnostici rapidi, per migliorare l’appropriatezza prescrittiva o, soprattutto, alla necessità di favorire le innovazioni farmacologiche per poter disporre di nuovi antibiotici. A questa necessità – ha detto il ministro Schillaci – abbiamo iniziato a dare risposte, mettendo a disposizione di una partnership internazionale 21 milioni di euro nel prossimo triennio per lo sviluppo di nuovi antibiotici, diretti a stimolare l’interesse dell’industria a investire nella ricerca (incentivi push). E siamo al lavoro già, nell’ambito di questa finanziaria, per individuare strumenti per ridare attrattività al mercato”. Un obiettivo, questo, anche dell’Intergruppo parlamentare One Health, che al tema ha dedicato un documento ad hoc con proposte concrete, per fare la differenza sul fronte dell’antimicrobico resistenza.