Oltre 800 milioni: il numero degli adulti con diabete è più che quadruplicato dal 1990, secondo i nuovi dati pubblicati su ‘The Lancet’ in occasione della Giornata mondiale del diabete. Una ricorrenza in cui numerosi edifici italiani si illuminano per richiamare l’attenzione su quella che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) definsce da tempo un’epidemia. Che non sembra accennare ad arrestarsi.
La corsa del diabete
La nuova analisi, condotta dalla NCD Risk Factor Collaboration con il supporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), evidenzia la portata del diabete e l’urgente necessità di un’azione più incisiva per affrontare i crescenti tassi di malattia e i divari di trattamento, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito.
Il legame con l’obesità
“Abbiamo assistito a un allarmante aumento del diabete negli ultimi tre decenni, che riflette l’aumento dell’obesità, aggravato dagli impatti del marketing di cibo non sano, dalla mancanza di attività fisica e dalle difficoltà economiche”, ha affermato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Per tenere sotto controllo l’epidemia globale di diabete, i Paesi devono agire con urgenza. A partire dall’emanazione di politiche che supportino diete sane e attività fisica e, soprattutto, sistemi sanitari che forniscano prevenzione, diagnosi precoce e trattamento”.
Secondo lo studio la prevalenza globale del diabete negli adulti è aumentata dal 7% al 14% tra il 1990 e il 2022. Con forti disuguaglianze nell’assistenza: nel 2022, quasi 450 milioni di adulti di età pari o superiore a 30 anni, circa il 59% di tutti gli adulti con diabete, sono rimasti senza cure (il 90% vive vive in Paesi a basso e medio reddito).
E l’Italia?
Sono oltre 4 milioni le persone con diabete nel nostro Paese, “a cui si aggiunge almeno un altro milione di persone in cui la malattia non è stata ancora diagnosticata”, stima il presidente nazionale Fand Emilio Augusto Benini. “Si tratta di una delle grandi sfide sanitarie del nostro tempo, e in questo senso purtroppo il nostro Paese non è da meno. Occorre superare pregiudizi, discriminazioni e stigma che colpiscono le persone con diabete nella vita sociale, scolastica, lavorativa e sportiva, garantire i diritti di queste persone, primo fra tutti il diritto alla salute, in modo equo su tutto il territorio nazionale, sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni a tutti i livelli, affinché questa sia una priorità dell’agenda politica”.
Come ha sottolineato poi Nicola Zeni, presidente della Fondazione Italiana Diabete (FID), “oggi è un giorno importante per la lotta al diabete di tipo 1. Soltanto due anni fa lo screening della popolazione pediatrica per il diabete di tipo 1 era un progetto ambizioso, ma oggi abbiamo una Legge che lo prevede e che sta per iniziare in tutte Regioni italiane”.
Uomini e donne
Intanto una ricerca italiana mostra come negli uomini particolari abitudini alimentari, come il consumo elevato di carni lavorate ricche anche di nitrati e conservanti, aumentano i livelli di stress ossidativo e infiammazione cronica nell’organismo, favorendo l’insulino-resistenza, una condizione che precede lo sviluppo del diabete di tipo 2.
A dirlo sono i ricercatori dell’Irccs San Raffaele di Roma e dell’Università Telematica San Raffaele di Roma su Frontiers in Nutrition.
Una tendenza confermata dai numeri dell’Istat: il 5% degli italiani ha una diagnosi di diabete, tra gli under50 anni è il 2% e sfiora il 9% fra i 50-69enni ed è più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,3% e 4,4% rispettivamente).
Tra i fattori in gioco ci sono quindi le preferenze alimentari, influenzate da fattori culturali, età e genere. “Gli uomini mostrano una maggiore propensione verso il consumo di carne rossa e carni processate rispetto alle donne, una tendenza che potrebbe aumentare significativamente il rischio di sviluppare alterazioni metaboliche legate all’eccesso di grasso corporeo”, sottolinea Alessandra Feraco, prima firmataria dello studio e docente associato di Scienza dell’Alimentazione e delle tecniche dietetiche applicate presso l’Università San Raffaele.
Le iniziative
Proprio per accendere i riflettori sul diabete, in occasione della Giornata mondiale Fand – Associazione Italiana Diabetici è impegnata con molte attività che spaziano dalla sensibilizzazione attraverso i canali social e l’illuminazione delle piazze di tutto il Paese, fino agli screening gratuiti.
L’associazione ha contattato tutti i comuni italiani (7.694 in totale) con la richiesta di ‘accendere’, in occasione della Giornata Mondiale, il monumento più rappresentativo della loro città e dedicare attenzione al tema attraverso le proprie pagine istituzionali.
Inoltre Fand ha inviato una comunicazione a tutte le scuole pubbliche italiane per sensibilizzare sul tema del diabete, con particolare attenzione ai giovani, coinvolgendo 51.085 istituti pubblici italiane.
Non solo farmaci
Visti i numeri, non stupisce che la ricerca mondiale sia vivace. Fino a qualche tempo fa, tra pancreas artificiale e insuline, esisteva solo la chirurgia bariatrica, riservata però ai casi più gravi. Poi sono arrivati i potentissimi farmaci iniettivi basati sulle incretine (semaglutide e tirzepatide), avamposto di tanti altri, in arrivo nei prossimi anni. Ma tra bisturi e punturine, c’è anche una terza via: l’endoscopia bariatrica.
“Secondo le linee guida, l’intervento di endoscopia bariatrica va riservato ai pazienti con un indice di massa corporea (Bmi) tra 30 e 40”, dice Cristiano Spada, ordinario di Gastroenterologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Unità Operativa di Endoscopia Digestiva Chirurgica di Fondazione Policlinico Gemelli. “Ma presto l’indicazione potrebbe estendersi (sono in fase di revisione le linee guida) ai pazienti sopra 27 e sotto 30 di BMI, in presenza di comorbilità associate”.
La procedura bariatrica più praticata ed efficace è al momento la gastroplastica verticale endoscopica (o ‘endosleeve’) che consente di ‘restringere’ lo stomaco, di ‘tubularizzarlo’. “Questo tipo di intervento – ricorda Ivo Boškoski, associato di Gastroenterologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – può essere praticato a tutte le età: dalla popolazione pediatrica (abbiamo già operato una cinquantina di adolescenti), agli anziani (abbiamo sottoposto a questa procedura anche pazienti di 80 anni); può essere effettuata nei pazienti che non hanno indicazione chirurgica, come quelli difficili da operare e o in attesa di trapianto di fegato o di rene”.
L’intervento di endoscopia bariatrica può essere eseguito in anestesia generale o in sedazione profonda e la procedura dura appena 20-30 minuti.
Intanto dalla ricerca…
Nel frattempo nei laboratori il lavoro non si ferma. Studiosi dell’Istituto di analisi dei sistemi ed informatica ‘A. Ruberti’ del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Iasi), in collaborazione con l’Università Campus Bio-Medico di Roma, hanno sviluppato un nuovo approccio alla regolazione della glicemia nei pazienti con diabete di tipo 1.
Il diabete di tipo 1, lo ricordiamo, è una malattia cronica caratterizzata da livelli elevati e persistenti di glucosio nel sangue, causati da una assenza di produzione dell’ormone insulina, che deve essere somministrata esternamente e con frequenza regolare. Il ‘controllo ottimo impulsivo’ adottato dai ricercatori è una tecnica innovativa che ha l’obiettivo di determinare la dose ottimale di insulina da iniettare, in base a misure periodiche di glicemia, a una stima del livello di insulina nel sangue e alle abitudini alimentari del paziente.
Il metodo Made in Italy, descritto su IEEE Transactions on Control Systems Technology, si caratterizza per la capacità di calcolare una traiettoria glicemica ottimale in condizioni ideali. Come spiega Alessandro Borri, ricercatore del Cnr-Iasi, “una volta definita la traiettoria ideale, il metodo è in grado di seguirla in tempo reale con un impegno computazionale ridotto, grazie a un algoritmo di stima online che si aggiorna basandosi su misurazioni glicemiche effettuate sporadicamente”. Questo approccio consente al sistema di adattarsi e compensare, ad esempio, pasti in orari diversi dal solito.