Dopo una lunghissima attesa, finalmente ci siamo. Il decreto tariffe dopo oltre 20 anni aggiorna i nomenclatori per la specialistica ambulatoriale e la protesica. Dopo i rumor dei giorni scorsi, è stata infatti approvata in Conferenza Stato-Regioni l’intesa sul nuovo decreto del ministero della Salute, di concerto con il Mef, che modifica il Dm 23 giugno 2023.
Una questione molto pratica, perché il testo aggiorna le tariffe di una serie di prestazioni sanitarie. Rispetto a quelle vigenti – risalenti al 2012 – l’impatto in termini di incremento delle risorse messe a disposizione dal Governo raggiunge i 550 milioni di euro, sottolinea il ministero della Salute.
I tempi
Il provvedimento, a lungo atteso dalle associazioni di pazienti ma anche dagli operatori della sanità privata, entrerà in vigore dal 30 dicembre 2024: dopo 28 anni aggiorna il nomenclatore delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, mentre quello dell’assistenza protesica era fermo al 1999. Nel frattempo la medicina e la ricerca hanno fatto importanti passi avanti.
I numeri
Rispetto al Dm del 2023, vengono aggiornate ben 1.113 tariffe associate alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica sulle 3.171 che compongono il nomenclatore, ovvero il 35% del totale. L’adozione del nuovo nomenclatore – che ha sostituito quello pubblicato nel 2023 – avrà un impatto di 147,3 milioni di euro per la finanza pubblica che si tradurrà in rimborsi più congrui riconosciuti a tutti gli operatori, pubblici e privati.
Nei mesi scorsi avevamo raccontato i vari stop and go sulle tariffe, insieme ai timori dei pazienti e alle preoccupazioni degli operatori. Il ministero della Salute rivendica di aver elaborato, “in pochi mesi” il nuovo nomenclatore, adeguando le tariffe sulla base di una metodologia che ha considerato da un lato i valori tariffari attualmente vigenti nelle 21 Regioni e Province Autonome, e dall’altro il costo pieno delle prestazioni grazie alla collaborazione di strutture pubbliche e private sul territorio nazionale.
Così la proposta è stata approvata dalla Commissione nazionale tariffe a cui partecipano rappresentanti delle Regioni, del ministero dell’Economia e delle Finanze e di Agenas.
Le ultime tappe
L’entrata in vigore del decreto tariffe è essenziale, perché assicura su tutto il territorio nazionale la piena erogazione dei Lea (livelli essenziali di assistenza), “superando le disomogeneità assistenziali tra i cittadini” che potranno finalmente usufruire in ogni area del Paese di prestazioni “al passo con le innovazioni medico scientifiche per la specialistica ambulatoriale e per la protesica”.
La Pma entra nei Lea
Tra le novità per la specialistica ambulatoriale l’erogazione omogenea su tutto il territorio delle prestazioni di Procreazione medicalmente assistita, ma saranno incluse nei Lea anche le prestazioni per la diagnosi o il monitoraggio della celiachia e malattie rare. E ancora: prestazioni indispensabili ad approfondimenti diagnostici strumentali di alta precisione nell’ambito della diagnostica per immagini in grado di consentire diagnosi più rapide ed affidabili; enteroscopia con microcamera ingeribile, screening neonatali.
Viene introdotta la consulenza genetica per coloro che si sottopongono ad una indagine utile a confermare o a escludere un sospetto diagnostico e si aggiornano le prestazioni di radioterapia assicurando a tutti gli assistiti l’erogazione di prestazioni altamente innovative come la radioterapia stereotassica, adroterapia e radioterapia con braccio robotico.
Tra le prestazioni previste per l’assistenza protesica: ausili informatici e di comunicazione (inclusi i comunicatori oculari e le tastiere adattate per persone con gravissime disabilità); apparecchi acustici a tecnologia digitale; attrezzature domotiche e sensori di comando e controllo per ambienti; arti artificiali a tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo.
I Lea e le mosse delle associazioni
Finora l’aggiornamento dei Lea si era rivelato una missione impossibile. Tanto che Cittadinanzattiva, insieme ad altre venti organizzazioni civiche e di pazienti, ha inviato 20 esposti alle altrettante Procure regionali della Corte dei Conti per fare chiarezza sull’utilizzo dei 3 miliardi e 446 milioni di euro erogati, dal 2016 al 2023, dallo Stato alle Regioni affinché queste ultime garantissero ai cittadini dei rispettivi territori le prestazioni sanitarie previste dai Lea del 2017, “a tutt’oggi non ancora esigibili”.
Nell’esposto, si chiede una rendicontazione puntuale su come i fondi, destinati all’entrata in vigore dei Lea, siano stati effettivamente utilizzati.
Ebbene, l’adozione del nuovo nomenclatore tariffario, oltre a garantire l’accesso ai nuovi Lea, permette di procedere con l’aggiornamento dei Lea contenuto in due decreti già predisposti dal ministero della Salute.
Questi provvedimenti “assicurano un ulteriore ampliamento del diritto alla tutela della salute dei cittadini – assicura il ministero di Lungotevere Ripa – inserendo nuove importanti prestazioni all’interno dei Livelli essenziali di assistenza tra cui l’estensione degli screening neonatali a ulteriori patologie tra cui la Sma, e incrementeranno di 700 milioni di euro rispetto al 2012 le risorse a disposizione per l’assistenza ambulatoriale e protesica”.
Il futuro
Considerata la storia recente dei Lea del 2017, salutati con entuasiasmo all’epoca e poi via via invecchiati in attesa di ‘ritocchi’, il ministero della Salute ha proposto l’inserimento in Legge di Bilancio di un provvedimento che permetterà di aggiornare le tariffe già nel corso del 2025.
La norma contiene anche la revisione della metodologia per l’aggiornamento continuo delle tariffe (con cadenza biennale) riferite alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica, di assistenza ospedaliera per acuti e per il post-acuto, da basare sull’analisi dei costi rilevati in un panel di strutture sanitarie pubbliche e private su tutto il territorio nazionale. Un sistema moderno, che potrebbe consentire un più tempestivo allineamento tra i costi e le tariffe riconosciute agli operatori pubblici e privati.