Un tavolo con il governo per discutere di governance farmaceutica e dei rischi del payback sui dispositivi medici. E poi ancora: abrogare in legge di bilancio l’art. 57 sui distributori farmaceutici, quello relativo a grossisti e distributori. Sono le richieste del mondo farmaceutico al Governo, illustrate dal settore nella giornata conclusiva del secondo Forum One Health “Brainstorm One Plane, One Water, One Health” a Palazzo Wedekind a Roma.
“Chiediamo un confronto aperto sulla governance farmaceutica – spiega Marco Forestiere, vicepresidente Egualia e Country head Italy per Sandoz – e l’abrogazione dell’art.57. Il tema al centro è il payback, su cui viviamo un paradosso. Siamo il motore che consente di risparmiare ai cittadini e allo Stato, ma siamo anche dentro al ripiano dello sforamento della spesa farmaceutica.
Nel 2024 lo sforamento è stato di quasi 4 miliardi. Questo non favorisce la sostenibilità, schiaccia le aziende e pone un problema di continuità”.
“In Italia, come in altri Paesi, l’innovazione farmaceutica sta emergendo con un’importante area di sviluppo e ricerca nel campo della medicina – osserva in un videomessaggio Robert Nisticò, presidente Aifa – il confronto continuo è indispensabile perché ci consente uno scambio di vedute sul tema. La nostra missione è sostenere e promuovere tutte le attività che possono accelerare di soluzioni terapeutiche avanzate, valorizzando al contempo la sostenibilità del Ssn.
L’Europa rappresenta una quota importante degli studi clinici in corso, inoltre l’attività di sviluppo clinico continua ad aumentare. L’Italia, per esempio, ospita diverse istituzioni di ricerca e ospedali di alta qualità che si concentrano sullo sviluppo e l’implementazione delle terapie. Dobbiamo anche pensare ad attrarre investimenti esteri, quindi possibili agevolazioni per la creazione di ricerca in Italia e collaborazioni pubblico-privato”.
Secondo Nisticò “è fondamentale che la ricerca, che spesso comincia a livello accademico, vada nella direzione di consentire effettivamente l’utilizzo di un prodotto. Sono necessari anche cambiamenti dal punto di vista metodologico, poiché gli studi devono essere pensati in chiave transnazionale e i ricercatori devono conoscere i parametri richiesti in fase autorizzativa. Tutto ciò in un contesto in cui viene garantito il supporto e la ricerca con meeting dedicati, advice ed eventuali incentivi. Stiamo verificando nuovi modelli per sostenere un accesso equo, precoce e garantire sostenibilità insieme agli attori interessati tramite ad esempio un tavolo Aifa-Farmindustria di prodotti ritenuti davvero innovativi. Per questo l’accesso precoce non deve essere considerato un aggravio ma un investimento: dare valore ad una vita è la nostra priorità”.
Valentino Confalone, vicepresidente di Farmindustria e Country Manager di Novartis Italia, spiega in un videomessaggio come il settore delle scienze della vita in Italia rappresenti “un vero fiore all’occhiello per l’intero sistema economico. Con 52 miliardi di euro di valore della produzione e oltre 49 miliardi di euro di export pesa sul Pil italiano per oltre il 2%. Il settore quindi è un driver della crescita economica in fasi complesse come il post Covid e crea occupazione di valore, grazie ad una forte intensità della ricerca e sviluppo e del lavoro qualificato. Le sfide di domani sono legate alla competitività e all’impatto che l’innovazione ha in alcune aree geografiche come Cina e Usa. La nostra priorità è diventare sempre più attrattivi negli investimenti per ricerca e sviluppo e in quelli manufatturieri. Poi dobbiamo continuare a tutelare i brevetti e la proprietà intellettuale. Oggi in Ue è in discussione una normativa che tende a limitare la proprietà intellettuale, se andasse in porto si ridurrebbe la capacità di generare innovazione per l’intero sistema europeo e quindi anche italiano. Infine vogliamo essere un contesto che attragga l’accesso all’innovazione, da qui l’importanza di un finanziamento adeguato delle terapie innovative.
La nuova manovra in discussione – conclude Confalone – è fortemente penalizzante per il settore farmaceutico, va nella direzione opposta rispetto a quella auspicata. In particolare, il mancato adeguamento dei finanziamenti per i farmaci innovativi limiterà fortemente la capacità di attrarre e portare innovazione. Anche lo spostamento dei margini di riduzione della farmaceutica verso i grossisti penalizza ulteriormente chi al momento è in grado di fare innovazione, cioè l’industria farmaceutica”.
Mirella Bistocchi, vicepresidente Confindustria Dispositivi Medici, in collegamento video con il Forum, sottolinea come parlare oggi di One Health sembri “un miraggio, eppure è fondamentale nel campo dei dispositivi medici e per il futuro sanità. Siamo consapevoli che la sostenibilità in salute svolge un ruolo chiave, il paradigma One Health si basa proprio su una visione olistica attraverso l’integrazione di discipline diverse che quindi riconosca l’unità indissolubile dell’ecosistema con l’uomo e il mondo animale. Un approccio One Health incoraggia proprio una collaborazione tra medicina, veterinaria ecologia e ingegneria”.
Per Elisabetta Iannelli, segretario generale Favo, “La ricerca stia modificando le prospettive per i pazienti oncologici ma resta il problema dell’accesso e della disparità territoriale. Purtroppo le normative non sono coordinate tra loro, servirebbe ordine e bisognerebbe trovare un’unica via seguendo l’esperienza della Francia”.
Giulio Siccardi, Direttore Uoc Agenas, anticipa una novità “contro le barriere d’accesso digitali. Stiamo preparando un app di ‘trovastrutture’ su Agenas.it, per Android e Apple store. Abbiamo pubblicato un elenco delle dieci strutture ospedaliere migliori in Italia superando la barriera psicologica di fare classifiche, non vogliamo castigato ma essere da stimolo per migliorare”.
Secondo Maria Siclari, Direttore Generale ISPRA, “Le iniziative di spazi verdi e blu nelle città danno la possibilità di mitigare inquinamenti atmosferici ed eventi estremi come inondazioni e uragani. Dobbiamo incidere di più sulla riduzione delle emissioni. L’Italia geologicamente è un Paese giovane e fragile dal punto di vista climatico, gli impatti da noi sono più evidenti. Quanto visto in Emilia Romagna purtroppo non finirà, dobbiamo quindi essere pronti a difendere nostro territorio. Non va meglio sul dissesto idrogeologico, l’ultimo report ci dice che il 94% dei Comuni italiani è a rischio frana”.
Francesca Moccia, vicesegretario generale Cittadinanzattiva, si appella ai Lea. “Non possiamo più stare a guardare – sottolinea – il decreto tariffe doveva entrare in vigore a gennaio ma le tariffe sono state di nuovo aggiornate, quindi i tempi si allungano. La settimana scorsa abbiamo fatto partire già 20 esposti”.