“L’autenticità è ciò che distingue nettamente l’uomo dalla macchina”, sostiene Massimiliano Valente, Fondatore e Ceo di Blazemedia, un publisher e una mediatech company specializzata nella monetizzazione a performance, con l’obiettivo di innovare il settore dell’editoria digitale. Oltre a garantire contenuti di alta qualità, BlazeMedia ha oggi all’attivo progetti e campagne con i principali clienti del settore, migliorando la cura delle relazioni e consolidando le partnership, portando a una crescita del +122% nella raccolta da progetti speciali.
Un esempio? L’acquisizione di HDblog, il principale punto di riferimento online per la tecnologia e l’elettronica di consumo che, ci ha rivelato Valente in un’intervista esclusiva “ha registrato un aumento del fatturato complessivo del +108%. I ricavi derivanti dall’affiliation marketing sono aumentati del +105%, mentre le entrate generate per ogni 1000 pagine visitate sono cresciute del +53%”.
L’intervista
Cosa ti ha spinto a fondare BlazeMedia e a focalizzarti su un modello di monetizzazione a performance? Puoi spiegarci in cosa consiste questo modello e quale gap hai individuato nel mercato che ti ha portato a sviluppare questa idea?
A seguito della mia prima exit (proprio di un editore online), ripartendo da zero, mi sono chiesto come si potesse innovare il settore dei media digitali, stretto tra ricavi declinanti e competizione impossibile con social e big tech. Da imprenditore, la mia attenzione si è concentrata su un modello che garantisse sostenibilità e margini elevati. Se la pubblicità tabellare alimenta e infesta le pagine che navighiamo, non riesce a garantire margini e volumi adeguati allo sforzo editoriale. Un modello diverso di monetizzazione mi è parsa l’unica soluzione possibile, prima per sopravvivere e poi per crescere.
Cosa distingue BlazeMedia da altre aziende che operano nel settore dell’editoria e del marketing digitale? Quali sono i vostri punti di forza e come riuscite a mantenere un vantaggio competitivo?
Per una parte dei nostri brand editoriali abbiamo invertito il processo produttivo e di monetizzazione classico dei publisher online. Linea editoriale, autori, contenuti, tutto è visto in ottica di potenziale ricavo da vendita e subscription. Il modello di business è il nostro piano editoriale. A questo si somma il supporto di tecnologie proprietarie, un team selezionato e formato per analizzare e prendere decisioni con un approccio olistico, scevro dalle abitudini che bloccano gran parte degli editori.
Come si è evoluto il modello di business di BlazeMedia nel corso degli anni? Quali sono state le principali sfide e le opportunità che avete incontrato?
Operiamo in un contesto in continua evoluzione alla quale dobbiamo adattarci nel più breve tempo possibile. Quando BlazeMedia era una start-up puntava ad automatizzare la produzione di contenuti con l’AI per ridurre il costo di produzione. Abbandonammo questo modello, perché il progetto era insostenibile per le nostre limitate risorse. Dopo pochi anni è arrivato ChatGPT, che con pochi dollari al mese fa quello che avevamo immaginato ma mille volte meglio. La sfida principale è competere in un settore fortemente influenzato da poche grandi aziende, che portano gran parte dell’audience e generano gran parte dei ricavi, con annessi rischi di concentrazione eccessiva. Le opportunità, di conseguenza, vanno nella direzione di diversificare le sorgenti di traffico e di ricavo.
Come mai avete acquisito HDblog e che evoluzione vedete per questa testata in futuro? Ci sono altre acquisizioni all’orizzonte?
I siti che trattano di elettronica di consumo sono i più adatti alla monetizzazione tramite affiliazione: il processo attraverso il quale l’editore guadagna una percentuale se l’utente compra un prodotto o sottoscrive un servizio. HDBlog è il principale sito italiano che tratta questi temi, con quasi 6 milioni di utenti unici al mese, e questo significa che è un formidabile strumento di diffusione del nostro modello di business. Così è stato, fin da subito, con ricavi e marginalità raddoppiati dal nostro ingresso ad oggi. Il nostro modello di business si alimenta di audience. Per sostenere i ritmi di crescita che fin qui ci hanno premiato, l’allargamento dell’audience raggiunta è un fattore determinante. Le acquisizioni sono una strada che abbiamo intenzione di continuare a percorrere, anche se non l’unica.
Cosa ci può dire sull’intelligenza artificiale? Come sta impattando questa tecnologia sul settore dell’editoria e in particolare sul vostro modello?
Il settore dell’editoria online, insieme a una buona parte di altri lavori creativi, è tra i primi e più impattati dall’introduzione dell’AI generativa. Di certo la più grande innovazione dalla diffusione di Internet negli anni Novanta. Come publisher professionale abbiamo introdotto l’AI a vari livelli, non solo quello della produzione editoriale, ma anche di marketing automation e ottimizzazione dei processi di analisi. Come imprenditore devo guardare al futuro gestendo il presente, dove l’AI ancora non ha dispiegato il proprio potenziale. Vedo rischi e opportunità. Tra i primi, la reazione delle big tech, partendo da Google, che vedono il proprio business a rischio, per la prima volta dalla loro affermazione. La reazione potrebbe portare a rovesciare l’attuale modello che, nel caso di Google, potrebbe portarsi via una buona fetta dell’utenza attualmente dirottato su siti e publisher. L’opportunità, invece, è nell’aumento della produttività, se la si guarda dal lato di chi fa impresa. Da un punto di vista squisitamente editoriale, d’altro canto, potremmo tornare a meno contenuti originali, ma autenticamente di qualità. Perché, appunto, l’autenticità è ciò che distingue nettamente l’uomo dalla macchina.