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Medici: la lezione ancora attuale di Giuseppe Moscati

Anelli Zuppi Balzanelli Giuseppe Moscati
Adyen Articolo
Velasco25

Forte qualcuno lo conoscerà per i padiglioni a lui intitolati o per la celebre Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino, ma quella del “medico dei poveri” – nato a Benevento e canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1987 – è un figura che ancora oggi parla ai ‘camici bianchi’.

“Per noi medici la vita di San Giuseppe Moscati è un esempio, una testimonianza di come l’esercizio della nostra professione medica possa diventare una via, direi quasi privilegiata, per rispondere alla comune chiamata alla santità. E, anche da un punto di vista più laico, di come per essere un buon medico non bastino le competenze, se non sono impastate e fatte lievitare con quell’etica e quei principi che orientano tali competenze al bene dell’altro”, ha sottolineato il presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici) Filippo Anelli, intervenendo al congresso ‘Giuseppe Moscati, un santo, un medico, un amico. Patrono del Sistema di Emergenza Territoriale 118’, organizzato da Fnomceo e Società Italiana Sistema 118 (SIS118) all’Università Gregoriana di Roma.

“Giuseppe Moscati – ha detto Anelli (nella foto con il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e il presidente della Sis 118 Mario Balzanelli) – ha scoperto che il valore vero di questa professione, la parte più nobile, è il rapporto con la gente, non solo avere determinate competenze”.

Medico abbiamo detto, ma anche ricercatore, scienziato, docente universitario, primario del reparto di medicina presso l’ospedale degli Incurabili di Napoli, Moscati è il patrono degli operatori del 118.

“Ritengo che non sia oggi una cosa desueta avere un patrono, cioè colui che è per noi un esempio concreto perché la santità non è la sublimazione della perfezione, bensì è la volontà di essere a disposizione degli altri”, ha detto Anelli.

Come ha sottolineato il numero uno della Sis 118 Mario Balzanelli, “in una sanità talvolta disumanizzata perché piegata alle logiche economiche, abbiamo proposto un punto di riferimento spirituale, vocazionale, per il lavoro e per la vita che svolgiamo tutti i giorni, sempre in prima linea, tra innumerevoli complessità e criticità. Non poteva esserci scelta migliore: sentiamo Moscati come uno di noi”.

“Abbiamo raccolto durante il drammatico periodo del lockdown della pandemia settemila firme perché San Giuseppe Moscati venisse riconosciuto patrono del Sistema di Emergenza Territoriale 118 – ha ricordato Balzanelli – proclamazione che ci è stata concessa nell’aprile del 2022. In questo tempo così tormentato, Moscati ci insegna a prenderci cura, ad amare senza misura, a mettere la vita al centro”.

Uomo di scienza, Giuseppe Moscati sosteneva che non dovesse esserci contraddizione tra questa e la fede: entrambe dovevano concorrere al bene dell’essere umano: “Non la scienza, ma la carità ha trasformato il mondo, in alcuni periodi; e solo pochissimi uomini son passati alla storia per la scienza; ma tutti potranno rimanere imperituri, simbolo dell’eternità della vita, in cui la morte non è che una tappa, una metamorfosi per un più alto ascenso, se si dedicheranno al bene” (da una lettera del 1922).

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